- A mezzogiorno si è tenuta la prima sessione su «Economia e salute globale», mentre alle 15 l’evento «Sostenere le pmi e le imprese femminili per crescere meglio», con speaker d’eccezione la regina Máxima d’Olanda.
- I leader del G20 hanno formalmente approvato la tassa minima globale sulle grosse corporation, fissata al 15 per cento degli utili, che aveva già ricevuto l’appoggio dei ministri delle Finanze.
- All’Eur si è tenuto anche un vertice sull’Iran tra Joe Biden e i partner europei Emmanuel Macron, Boris Johnson e Angela Merkel. La cancelliera tedesca era accompagnata dal suo probabile successore, il ministro delle Finanze Olaf Scholz.
È iniziato ieri il G20 di Roma. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha accolto all’Eur i leader dei 20 paesi più industrializzati per un summit dedicato alla lotta alla pandemia e ai cambiamenti climatici. A mezzogiorno si è tenuta la prima sessione su «Economia e salute globale», mentre alle 15 l’evento «Sostenere le pmi e le imprese femminili per crescere meglio», con speaker d’eccezione la regina Máxima d’Olanda.
Al termine della prima giornata del vertice, i capi di stato e di governo hanno visitato le Terme di Diocleziano prima di spostarsi al Quirinale per la cena offerta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A margine della plenaria si sono tenuti incontri e bilaterali: Draghi ha incontrato il presidente turco Erdogan, mentre Biden, Macron, Merkel e Johnson si sono visti per parlare della situazione iraniana.
Il discorso di Draghi
«Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che vediamo oggi. È l’unica risposta possibile, dalla pandemia al clima alle tassazioni. Dobbiamo superare le nostre differenze e ritrovare lo spirito di questo consesso». Così il premier Mario Draghi nel breve intervento con cui ha aperto il summit, subito dopo la foto di rito con i leader, a cui hanno preso parte anche medici e infermieri dello Spallanzani di Roma.
«È bello vedervi dopo che la comunità globale ha affrontato la pandemia: il Covid ci ha diviso, come anche il protezionismo e il nazionalismo», ha detto Draghi. «Campagne vaccinali di successo e azioni coordinate da parte dei governi e delle banche centrali hanno permesso la ripresa dell’economia globale. Ora dobbiamo dare impulso alla crescita, ridurre le diseguaglianze, promuovere la sostenibilità».
La minimum tax
I leader del G20 hanno formalmente approvato la tassa minima globale sulle grosse corporation, fissata al 15 per cento degli utili, che aveva già ricevuto l’appoggio dei ministri delle Finanze. L’approvazione da parte dei capi di stato e di governo può dare una spinta per trasformare l’accordo formale in legislazioni nei singoli paesi. La global minimum tax era una delle priorità degli Stati Uniti per il G20.
«Grazie all’accordo sulla tassazione minima globale, la comunità internazionale sosterrà le persone facendo in modo che le aziende contribuiscano pagando la loro quota», ha detto il presidente Joe Biden nel corso del panel su «Economia e salute globale». Durante l’incontro è stato espresso un «ampio e trasversale» sostegno all’accordo sulla minimum tax: il sostegno è stato manifestato esplicitamente dagli Stati Uniti e da paesi come Brasile, Francia e Corea.
Lo stallo sul clima
Una bozza provvisoria delle conclusioni del G20 testimonia la difficoltà di trovare un compromesso tra l’Occidente e le potenze asiatiche sul taglio delle emissioni e sulla lotta al cambiamento climatico. Cina e India non si impegneranno ad azzerare le emissioni di gas serra, sostenendo che le loro economie e molti altri paesi in via di sviluppo pagherebbero un prezzo troppo alto da una stretta sui combustibili fossili.
La bozza contiene l’impegno a limitare l’incremento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi, come previsto dagli accordi di Parigi, ma elimina il riferimento al 2050 come termine entro cui portare a zero le emissioni di gas serra. Si parla genericamente di «metà secolo»: un’evidente concessione alla Cina, che ha chiesto di spostare l’obiettivo al 2060, e all’India, che non ha preso impegni specifici.
Vaccini per tutti?
Durante la prima sessione di lavoro, i leader hanno sostenuto che è necessario abbattere le disuguaglianze tra paesi ad alto e a basso reddito per quanto riguarda la disponibilità di vaccini contro il Covid-19. L’obiettivo posto dall’Oms, che secondo fonti diplomatiche è stato «condiviso da tutti i leader», prevede di vaccinare almeno il 40 per cento della popolazione globale entro il 2021 e il 70 per cento entro il 2022.
«La Francia ha già donato 67 milioni di dosi di vaccini contro il Covid ai paesi più vulnerabili. Entro metà del 2022 arriveremo a 120 milioni», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, mentre il presidente cinese Xi Jinping, intervenuto in video conferenza, ha proposto un’iniziativa di cooperazione globale sui vaccini, ricordando che Pechino ha fornito alla comunità internazionale 1,6 miliardi di dosi. In collegamento era anche Vladimir Putin: il presidente russo ha invitato il G20 a lavorare sul riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione.
L’incontro con Erdogan
È durato mezz’ora il bilaterale tra Draghi e il presidente turco Recep Erdogan. Il colloquio si è concentrato sul partenariato bilaterale e sulle opportunità di un ulteriore rafforzamento. «Al centro del costruttivo scambio di vedute anche le relazioni Ue-Turchia, la crisi afghana e la stabilità nel Mediterraneo, con particolare attenzione per gli sviluppi del processo politico intra-libico», si legge in una nota di palazzo Chigi.
Si tratta del primo faccia a faccia tra i due dopo che lo scorso aprile il premier italiano aveva definito Erdogan «un dittatore». Nel pomeriggio c’è stata anche la stretta di mano tra il leader turco e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: la prima dopo l’incidente di aprile ad Ankara, quando von der Leyen era rimasta per diversi minuti senza un posto dove sedersi durante una visita ufficiale insieme al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel (che invece si era comodamente seduto al fianco di Erdogan).
All’Eur si è tenuto anche un vertice sull’Iran tra Joe Biden e i partner europei Emmanuel Macron, Boris Johnson e Angela Merkel. La cancelliera tedesca era accompagnata dal suo probabile successore, il ministro delle Finanze Olaf Scholz. Fonti della Casa Bianca hanno fatto sapere che si è trattato di un incontro interlocutorio per «allineare le posizioni» sulla ripresa dei negoziati sul nucleare.
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