Sovraffollamento, suicidi, violenza. Le carceri italiane sono al collasso: oltre 60mila detenuti a fronte di poco più di 47mila posti disponibili. In 81 tra i reclusi si sono tolti la vita, sette gli agenti di polizia penitenziaria. E poi i ripetuti episodi di tortura, pestaggi, abusi di stato. L’ultimo scoperto dalla procura di Trapani, che indaga su 46 agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere “Pietro Cerulli” di Trapani. A un anno dal decreto Caivano, il governo non ha ottenuto gli effetti sperati, anzi si è raggiunto il sovraffollamento anche negli istituti penali minorili. Oggi negli Ipm i detenuti sono più di 560 a fronte dei 516 posti disponibili sul territorio nazionale.
«Abbiamo imparato qualcosa dal passato?», intervistata da Domani, si pone questa domanda Susanna Marietti, coordinatrice nazionale e responsabile dell'osservatorio sulle carceri minorili dell'associazione Antigone.

Dottoressa Marietti, Andrea Delmastro sostiene pubblicamente di provare piacere personale nel non vedere respirare i detenuti nelle nuove camionette della polizia, intanto un nuovo scandalo di violenze nel carcere di Trapani: c’è un senso di impunità diffuso all’interno del sistema penitenziario?

Sicuramente affermazioni come quelle del sottosegretario Delmastro non aiutano e non portano nella giusta direzione culturale, perché questi cambiamenti non si fanno solo nelle aule dei tribunali, dove finalmente comunque alcuni processi stanno andando avanti, ma bisogna dare un segnale per cambiare un problema che troppe volte si è rivelato troppo sistematico, e questo è un limite, non basta tagliare le mele marce.

I maltrattamenti in carcere accadono da sempre, non sarà Santa Maria Capua Vetere da sola a scoraggiarli, certo quello è un tassello importante. Capua Vetere perché è venuto fuori? Perché a un certo punto è spuntato un video, non abbiamo ancora capito che le telecamere sono essenziali, a Trapani nella cella d’isolamento non c’erano.

Questo governo è garantista?

Non direi che questo governo è garantista.

Crede ci sarà un commento su quanto accaduto a Trapani?

Mi auguro da parte loro un segnale chiaro, per esempio costituendosi parte civile in questo processo di Trapani. Dobbiamo essere uniti in queste battaglie, se hanno a cuore la democrazia dovrebbero farlo.

Cosa stanno facendo le forze governative di maggioranza per far fronte al collasso del sistema carceri?

Per adesso è stato prodotto questo nuovo “decreto Carceri” del tutto insufficiente in aggiunta al decreto Caivano che ha distrutto il sistema carcerario minorile. Inoltre è in discussione al Senato, dopo essere stato approvato alla Camera, un disegno di legge governativo che introdurrà tra le altre cose il reato di rivolta penitenziaria che manderà ancora di più al collasso il sistema.

A un anno dal decreto Caivano, quali sono le criticità maggiori che avete riscontrato?
Il decreto Caivano ha impattato sull’ampliamento della possibilità di utilizzo dell’applicazione di custodia cautelare sui minorenni e ha facilitato l’invio nelle carceri maggiori per tutti i giovani adulti che hanno compiuto 18 anni pur avendo compiuto il reato da minorenni e che secondo la nostra normativa potrebbero restare fino ai 25 anni d’età all’interno del sistema della giustizia minorile.
Ci sono, inoltre, strumenti di controllo allargati ai minorenni e che prima valevano solo per gli adulti. Il daspo urbano, introdotto nel 2017 quando al ministero dell’Interno c’era Marco Minniti, è uno di questi. Il decreto prevede anche un innalzamento delle pene per quanto riguarda i fatti di lieve entità in materia di sostanze stupefacenti.

Lo scorso ottobre Antigone ha lanciato l’allarme sul sovraffollamento record negli istituti detentivi per minori, cosa sta succedendo?
Da quando è in vigore il Codice di procedura penale minorile (1988) non era mai accaduto che il sistema penitenziario dei minori fosse sovraffollato.

Le presenze sono aumentate del 50 per cento da quando questo governo si è insediato, e l’impennata più grande è avvenuta dall’entrata in vigore del decreto Caivano.

In realtà le dico che questi numeri sono anche “falsati” in realtà sarebbero molto più alti se non fosse che tanti ragazzi dopo i 18 anni vengono mandati nelle carceri per adulti. Molti di questi sono minori stranieri non accompagnati che vengono carcerati perché il nostro sistema sociale non è in grado di farsene carico fuori. Spesso arrivano nelle carceri arrabbiatissimi e incorrono quasi sempre nell’isolamento o nell’abuso di psicofarmaci

C’è la tendenza a Individuare come cause scatenanti modelli esterni (film, serie tv, social) piuttosto che investire sull’educazione?

È una tecnica politica sperimentata da tanti anni sia a destra che a sinistra, ovvero quella in cui si creano dei nemici e poi si promette all’opinione pubblica che saremo difesi da questi “nemici”.

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