Le squadre operative sono riuscite a bloccare l’enorme incendio che ha colpito la provincia di Oristano espandendosi fino al nuorese. Nonostante le fiamme siano sotto controllo, l’allarme rimane a causa dei piccoli focolai che si stanno riaccendendo nella provincia. Il Corpo forestale ha iniziato i rilievi per capire le eventuali responsabilità sull’origine dell’incendio
L’incendio che ha colpito il Montiferru e la Planargia è stato bloccato ieri su vari fronti e non è più ripartito. Ma l’allerta rimane, dati i piccoli focolai che si riaccendono. Nella notte, infatti, le fiamme hanno colpito il cantiere della forestale di Tresnuraghes, che si affaccia sulla marina di Porto Alabe, e i monti di Santu Lussurgiu, ma le squadre operative sono riuscite ad arginare i roghi. Questa mattina hanno poi ripreso le operazioni di bonifica con gli elicotteri, fondamentali per evitare che l’incendio riparta, e si spera che intervenga la pioggia. Gli interventi stanno proseguendo con l’aiuto di centinaia di volontari che lavorano alle bonifiche con trattori e cisterne.
Sono al lavoro da giorni senza sosta la Protezione civile, il Corpo forestale, i Vigili del fuoco e volontari. Due elicotteri della flotta regionale, due Canadair nazionali e altri due arrivati dalla Grecia stanno lanciando bombe d'acqua sul focolaio di Santu Lussurgiu. Sul secondo rogo attivo invece, di Suni-Bonarcado, stanno intervenendo due elicotteri regionali, due Canadair nazionali e due mezzi arrivati dalla Francia.
Il meteo sembra essere più favorevole rispetto ai giorni scorsi, si parla di «un miglioramento dei parametri a contorno», cioè temperature e vento dovrebbero essere meno aggressivi, permettendo un migliore controllo delle fiamme.
L'Unità di emergenza della Lega antivivisezione (Lav) ha fatto sapere che interverrà «per portare soccorso ai tanti animali vittime del gravissimo disastro ambientale provocato dagli incendi di questi giorni in Sardegna», mettendo a disposizione un’ambulanza veterinaria e volontari in arrivo da Roma, a supporto delle attività della Lav di Cagliari e Sassari.
Indagini
La Sardegna, soprattutto nella parte occidentale intorno alla provincia di Oristano, sta bruciando da quasi quattro giorni. Il nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Corpo forestale ha dato il via alle indagini per capire l’origine del grave incendio che ha devastato il Montiferru. Come riporta la Nuova Sardegna, i rilievi saranno poi trasmessi alla procura della Repubblica di Oristano, che valuterà eventuali responsabilità dolose o colpose.
Le indagini delle autorità si stanno concentrando sulla zona di Bonarcado: venerdì 23 luglio era scoppiato un piccolo rogo in un canalone naturale che non era stato adeguatamente spento.
Comitato operativo regionale
Ieri il presidente Christian Solinas della regione ha disposto la riunione del Comitato operativo regionale, per accelerare «le procedure, per abbattere tutti i tempi tecnici e burocratici e abbreviare i passaggi che ci consentiranno di erogare i ristori ai cittadini e alle aziende, per il risanamento degli edifici pubblici e privati, per una ripartenza che vogliamo tutti sia rapida», ha detto Solinas. Il Comitato è presieduto dal capo della Protezione civile Antonio Belloi e avrà il compito di ideare lo schema operativo per la perimetrazione del rogo, valutare i danni e predisporre la relazione tecnica perché si riconosca lo stato di emergenza nazionale. Lo stato di emergenza regionale, invece, è già stato deliberato dalla Giunta regionale.
Danni
Secondo il monitoraggio di Coldiretti, sono andati a fuoco oltre 20mila ettari fino ad ora: i danni all’agricoltura sono incalcolabili e occorreranno almeno 15 anni per la ricostruzione della macchia mediterranea e dei boschi. Pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio, mezzi agricoli, animali sono stati divorati dalle fiamme. Le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni sono quasi 1.500.
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