- Le stagioni messe sotto attenzione hanno visto la società nerazzurra rimettere i conti in linea di galleggiamento grazie a una serie di cessioni incrociate che hanno coinvolto molti ragazzi della Primavera.
- Dalla lettura dei bilanci relativi alle due annate si evince che molti scambi sono stati effettuati con Genoa e Atalanta, ma si nota anche la presenza del Sassuolo. Molti dei calciatori interisti ceduti non giocano in Serie A.
- Spiccano i casi di Pinamonti e Vanheusden, ceduti con realizzazione di grandi plusvalenze e successivamente riacquisiti dall’Inter per essere dati nuovamente via in prestito.
Torino passa la palla a Milano. E dopo la Juventus tocca all’Inter essere messa al centro di un provvedimento di acquisizione documenti per questioni che riguardano le plusvalenze incrociate, proprio nel giorno in cui le due squadre milanesi hanno scelto ufficialmente il progetto architettonico «Cattedrale» dello studio Populous per il nuovo San Siro.
Solo che stavolta i militari della guardia di finanza sono andati oltre la visita a una società di calcio per puntare più in alto: la Lega di Serie A, altro soggetto da cui la procura della repubblica di Milano ha acquisito documenti necessari a fare chiarezza.
Le ipotesi di reato
I pubblici ministeri Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi – quest’ultimo già titolare di una grossa indagine fiscale sul procuratore macedone Fali Ramadani – stanno battendo la pista del falso in bilancio, l’ipotesi delittuosa con la quale si sono presentati nella sede del club nerazzurro alla ricerca di prove e indizi.
Al momento non vi sono indagati tra i dirigenti del sodalizio nerazzurro guidato dalla coppia Alessandro Antonello e Beppe Marotta. L’inchiesta ruota intorno alle plusvalenze generate dalla cessione incrociata di almeno una decina di giocatori, ceduto o scambiati a varie squadre italiane o straniere.
Queste operazioni, che possono anche non avere una componente monetaria, generano effetti importanti sia nel conto economico delle squadre sia nello stato patrimoniale per un gioco ben calibrato di ammortamenti e riprese di valore utili a generare le famose plusvalenze e a sorreggere gli attivi di bilancio.
Ma se queste plusvalenze sono gonfiate da valori dei calciatori non coerenti con le loro effettive prestazioni, i bilanci rischiano di non essere veritieri. Una sorta di maquillage dei conti utile anche a soddisfare anche i parametri del fair play finanziario della Uefa.
Nei due bilanci dell’Inter sotto la lente degli investigatori (2017/18 e 18/19) il totale delle plusvalenze ha raggiunto anche il 10 per cento di tutti i ricavi: una cifra importante che ha destato qualche sospetto. Anche il Milan è stato oggetto di una ricognizione ma non sarebbe emersa nessuna criticità.
I giocatori finiti nel mirino
Dunque al centro dell’interesse da parte della procura sarebbero i bilanci interisti chiusi al 30 giugno 2018 e 2019. Giusto due stagioni in cui la società nerazzurra ha realizzato una grande quantità di plusvalenze da calciomercato per mettersi in linea coi parametri del fair play finanziario Uefa. Soprattutto la chiusura del bilancio 2018 comportò un tour de force di dismissioni che, una volta concluso, indusse la stampa sportiva a incensare il direttore sportivo nerazzurro Piero Ausilio per essere riuscito nell’impresa.
E invece bastava guardare appena sotto la superficie per notare che molti di quei trasferimenti riguardavano calciatori provenienti dalle giovanili, inseriti in scambi dai valori finanziari quantomeno impegnativi. E in qualche caso tali valori, retrospettivamente, si sono rivelati persino bassi. Come quello della cessione di Nicolò Zaniolo, alienato per soli 4,5 milioni di euro. Ma molti altri, invece, risultano francamente esagerati.
Come quelli dei due ragazzi ceduti all’Atalanta nel quadro dell’affare che ha portato in nerazzurro il difensore Alessandro Bastoni. Si tratta di Davide Bettella, ceduto per 7 milioni con plusvalenza da 6,949 milioni, e di Marco Carraro, ceduto per 5 milioni con plusvalenza da 4,455 milioni.
Entrambi mai utilizzati dalla prima squadra dell’Atalanta e inseriti nell’infinito giro dei prestiti a società di Serie B (in questa stagione Bettella è al Monza e Carraro al Cosenza), così come era successo negli anni precedenti a un altro calciatore passato da Inter e Atalanta con grassa plusvalenza per la società milanese: Fabio Eguelfi.
Ma uno scambio è stato intrecciato anche col Genoa, che ha portato nella squadra ligure il portiere Radu e il centrocampista Valietti in cambio del giovane attaccante Salcedo.
Radu, successivamente riacquisito dall’Inter, ha fruttato una plusvalenza da 7,7 milioni, Valietti (mai utilizzato dal Genoa e adesso in prestito al Pordenone) è valso una plusvalenza da 5,95 milioni. E ancora, il danese Jens Odgaard trasferito al Sassuolo ha fruttato una plusvalenza da 3,53 milioni per giocare soltanto un quarto d’ora con la squadra emiliana (adesso gioca in prestito con lo RKC Walvijk, Olanda).
Tocca poi alle plusvalenze “generose” realizzate nel bilancio 2019: l’attaccante Andrea Adorante ceduto al Parma (3,954 milioni di plusvalenza, attualmente in prestito al Messina, Serie C), il difensore Riccardo Burgio ceduto all’immancabile Atalanta (1,464 milioni di plusvalenza).
Ma c’è soprattutto il grottesco caso dell’attaccante Andrea Pinamonti, ceduto al Genoa con plusvalenza da 19 milioni ma poi riacquistato per 21 milioni. Adesso Pinamonti è in prestito all’Empoli.
Stessa manovra fatta con lo Standard Liegi per il difensore Zinho Vanheusden: ceduto nel 2019 con plusvalenza da 9,5 milioni di euro, riacquisito due anni dopo per 16 milioni di euro e girato in prestito al solito Genoa. Fatale che prima o poi questi intrecci finissero sotto ispezione.
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