Il nuovo filone d’indagine della procura di Roma parte dalle verifiche effettuate sull’imprenditore Massimo Rossi, finito in carcere nei giorni scorsi per corruzione insieme con il numero due di Sogei, Paolino Iorio. Tim comunica: «Noi parte lesa»
L’indagine sul sistema corruttivo nel cuore dello stato avviata dalla procura di Roma per fare luce sugli appalti sospetti al ministero della Difesa, dell’Interno e di Sogei, partecipata dal ministero del Tesoro, si allarga. I finanzieri del Gico di Roma hanno depositato, pochi giorni fa, un’annotazione nella quale emerge uno scambio di soldi ritenuto illecito tra Simone De Rose, procuratore della società Tim, e Emilio Graziano, procuratore della società Ntt Data Italia spa, un colosso che si occupa di servizi digitali e anche di cybersicurezza.
La procura contesta ai due il reato di corruzione tra privati perché De Rose avrebbe ricevuto in due occasioni denaro, nel febbraio scorso 50 mila euro, e nel maggio scorso, una cifra non quantificata, per «compiere atti in violazione degli obblighi inerenti il suo ufficio e comunque in violazione degli obblighi di fedeltà».
Nel decreto di perquisizione e sequestro, firmato dai pubblici ministeri di Roma, si parla di un rapporto di corruttela tra privati e di un filone d’indagine partito dalle osservazioni sull’imprenditore Massimo Rossi, finito in carcere per corruzione insieme al numero due di Sogei, Paolino Iorio.
Iorio, nei giorni scorsi, ha ammesso di aver ricevuto soldi in nero dall’imprenditore, anche quest’ultimo potrebbe rivelare nuovi dettagli e particolari agli inquirenti, l’indagine non è chiusa, ma è solo all’inizio.
Cosa hanno scoperto fino a questo momento gli investigatori? Sono diversi i funzionari pubblici finiti nel registro degli indagati, tra questi c’è Amato Fusco, primo dirigente tecnico della polizia di Stato, ma anche Antonio Masala, ufficiale della Marina.
Quest’ultimo è indagato con l’uomo di Musk in Italia, Andrea Stroppa, finito coinvolto nell’inchiesta. Nelle informative agli atti dell’indagine si legge che Masala, conversando con Stroppa, gli paventava la possibilità di un accordo per tutto il paese o inizialmente solo con la Marina per utilizzare i servizi satellitari del fondatore di Tesla.
Per farlo Masala inviava un documento segreto: «È veramente riservato», si legge negli atti depositati. Ora viene svelato un nuovo filone d’indagine con le perquisizioni negli uffici della Tim a Roma, nella residenza romana del manager De Rose, nei domicili di Graziano e presso le sedi di Ntt Data Italia.
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