Gli undici giocatori azzurri che scenderanno in campo contro il Belgio, prima del fischio di inizio, parteciperanno al gesto che molte nazionali hanno fatto nel corso di questi europei. La Figc spiega i motivi della scelta: «La squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari, non per la campagna in sé, che non condividiamo»
La nazionale di Roberto Mancini venerdì sera, in occasione dei quarti di finale di Euro2020, si metterà in ginocchio. Dopo le polemiche degli ultimi giorni, gli undici giocatori che scenderanno in campo contro il Belgio, prima del fischio di inizio, parteciperanno al gesto che molte nazionali hanno fatto nel corso di questi europei: inginocchiarsi contro il razzismo.
La loro solidarietà però non sarà contro le tante vittime di insulti o violenze razziste. Il motivo lo spiega la Figc: «La squadra si inginocchierà per solidarietà con gli avversari, non per la campagna in sé, che non condividiamo. I giocatori austriaci non si sono inginocchiati e i nostri sono rimasti in piedi. Se quelli del Belgio lo faranno, anche i nostri saranno solidali con loro». L’Italia, dunque, non si metterà in ginocchio per Black Lives Matter, ma solo per dare supporto agli avversari belgi: la squadra di Lukaku, da inizio torneo, lo ha sempre fatto.
Il precedente di Italia-Galles
La questione era nata domenica 20 giugno: prima del fischio di inizio dell’incontro con il Galles, solo cinque degli undici azzurri in campo si erano inginocchiati con la squadra avversaria.
Le polemiche erano state così dure che era dovuta intervenire la federazione, per bocca del presidente Gabriele Gravina: «Massimo rispetto per tutte le forme di dimostrazione contro la discriminazione razziale. Noi non imponiamo nulla, noi lasceremo liberi i nostri ragazzi». Subito dopo si era diffusa la voce che, nella conferenza stampa prima della partita contro l’Austria, capitan Bonucci avrebbe spiegato le ragioni dello spogliatoio azzurro, dove ci sarebbe stato un acceso confronto sul tema.
Le parole di Bonucci e di Chiellini
Una notizia disattesa. «Abbiamo una riunione quando rientriamo in hotel e decideremo tutti insieme come squadra cosa fare domani», le parole di Leonardo Bonucci davanti ai cronisti. Anche il ct Roberto Mancini, accanto al difensore, aveva espresso la sua posizione: «Io sono qui per giocare la partita, per me la cosa più importante è la libertà. Sempre».
Poco prima del calcio d’inizio dell’ottavo di finale, aveva parlato anche Giorgio Chiellini: «Oggi credo che non ci sia nessuna richiesta. Quando capiterà qualche richiesta da altre squadre ci inginocchieremo per senso di sensibilità verso l'altra squadra. Cercheremo di combattere il nazismo (sic!) con le iniziative della Federazione».
Per compiere il gesto infatti è necessaria una richiesta di una delle due squadre alla Uefa. La nazionale austriaca non l’ha presentata, quindi il problema non s’è posto. Il Belgio invece, prossimo avversario, l’ha sempre chiesta. Chi assisterà alla partita, quindi, avrà di fronte a sé una prima volta: tutti gli azzurri in ginocchio prima del via. Ma non contro il razzismo.
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