- Fra i dirigenti, i 20 mesi di inibizione proposti per Paratici e i 10 mesi per Cherubini metterebbero fuori gioco due dirigenti in ruolo. Per l’ex presidente Andrea Agnelli proposti 16 mesi di inibizione.
- I 9 punti richiesti per la società bianconera potrebbero essere decurtati in fase di giudizio. ma se venissero confermati si tratterebbe di un ulteriore colpo alle finanze della società, che vedrebbe vanificata la corsa verso la Champions.
- Non convince il trattamento più blando riservato agli altri club. Che hanno approfittato del medesimo sistema e contribuito a minare la salute finanziaria e la credibilità del calcio italiano.
Penalizzazione di 9 punti per la Juventus, sanzioni pecuniarie per tutte le altre (Empoli, Genoa, Parma, Pescara, Pisa, Pro Vercelli, Sampdoria e l’ex Novara). Le pene richieste alla Corte federale d’appello della Federazione italiana gioco calcio (Figc) dal procuratore federale Giuseppe Chinè, contestualmente alla sollecitazione a riaprire il processo sportivo sulle plusvalenze incrociate, hanno lasciato da parte le ipotesi più severe.
Niente retrocessioni U(ciò che forse era appartenuto soltanto alla sfera delle ipotesi giornalistiche) o penalizzazioni generalizzate. E quanto alle sanzioni chieste per i tesserati della Juventus, ormai quasi tutti usciti dalla società bianconera, la durezza nei loro confronti fa il paio con la sanzione sportiva richiesta per la società. Una sanzione che potrebbe essere alleggerita nel corso del procedimento.
Per quanto riguarda le figure dirigenziali, il vero problema sarebbe per Fabio Paratici. A cui carico sono stati chiesti 20 mesi e 10 giorni di inibizione e che da responsabile dell’area tecnica del Tottenham Hotspur verrebbe colpito in modo serio. Altrettanto difficile sarebbe la posizione del successore di Paratici nell’organigramma della società bianconera, Federico Cherubini.
Che al suo predecessore ha dedicato il famoso Libro Nero, denotando un certo dissenso verso il modo in cui quello gestiva calciomercato e finanze juventine, ma ciò non è stato sufficiente a risparmiargli una richiesta di inibizione da 10 mesi e 20 giorni. Le altre richieste riguardano i 16 mesi di inibizione per l’ex presidente Andrea Agnelli e i 12 mesi ciascuno per Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Paolo Garimberti.
E provando a leggere fra le righe quale possa essere la traiettoria che porti all’eventuale irrogazione delle sanzioni, si può pensare che si proceda a dividere la sorte in giudizio (almeno è ciò che sperano i protagonisti del nuovo corso societario bianconero) fra i dirigenti che nella vecchia compagine sono stati protagonisti delle manovre poste sotto inchiesta, e la squadra che assieme alla nuova dirigenza sconterebbe in modo pesante le conseguenze del giudizio sportivo. Peraltro, i processi sportivi più recenti tenuti in ambito Figc insegnano che, rispetto all’entità delle sanzioni richieste e anche alle sentenze di primo grado, si è innescato un meccanismo di "scontificio” che ha alleggerito le pene in misura anche ampia.
Champions addio
Dunque gli eventuali 9 punti di penalizzazione possono essere ridotti. Se invece l’entità della sanzione venisse confermata, per la società bianconera si tratterebbe di una mazzata non rimediabile. La possibilità di coronare la corsa per un posto nella prossima edizione della Champions League sarebbe pressoché compromessa. E per la società bianconera il principale torneo internazionale per club è un obiettivo vitale, tanto per le finanze societarie provate dalla gestione azzardata degli ultimi anni (nella giornata di giovedì si è anche fatta largo l’ipotesi di un nuovo aumento di capitale, si tratterebbe del terzo in quattro anni), quanto per non perdere ulteriormente status nella competizione con i grandi club italiani e europei. Per il nuovo corso, che deve confrontarsi col complicato versante giudiziario (udienza preliminare il 27 marzo), sarebbe una pessima partenza.
Dunque le evidenze emerse nel corso dell’inchiesta Prisma, condotta dalla Procura torinese, hanno avuto un peso sulle richieste formulate dal procuratore Chiné. Che, va ricordato, un anno fa aveva sollecitato sanzioni soltanto pecuniarie. Una richiesta che cadde nel vuoto, dato che tutti i club andati a giudizio vennero prosciolti. Rispetto a un anno fa è stato mantenuto il canone sanzionatorio per tutti i club tranne la Juventus. Che di questo processo sportivo rimane un simbolo. Sia per il rango del club, sia per l’alto numero delle operazioni imbastite secondo la formula dello scambio di calciatori per valori finanziari identici o equivalenti.
Ma ci pare francamente iniquo che le altre società coinvolte vengano risparmiate dall’eventualità delle sanzioni sportive (anche per i loro dirigenti sono state confermate le richieste di un anno fa). Hanno contribuito a far funzionare un sistema che ha minato lo stato di salute economico-finanziaria e la credibilità del calcio italiano, e hanno tratto beneficio da un meccanismo che ha consentito loro di rimettere in linea di galleggiamento i conti degli esercizi annuali. Sarebbe stati meglio colpirli tutti, anziché uno per educare gli altri.
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