- Uomo di calcio specializzato a operare nei settori giovanili, il dirigente umbro è stato chiamato a gestire la situazione catastrofica lasciata in eredità da Fabio Paratici e l’ha vissuta fin dal primo momento con estremo disagio.
- I dirigenti non si fidano granché della sua capacità di comunicare, e lui dal canto suo non perde occasione per esternare il dissenso sul modus operandi che porta la società bianconera nel baratro.
- L’intercettazione di una telefonata di agosto 2021 rivela che i diritti del calciatore olandese di origine marocchina erano proprietà di Mino Raiola. Se così fosse, c’è il rischio di violazione delle regole Fifa sulle terze parti.
«Ma io che ci faccio qui?». Ogni volta che nel vasto documento d’accusa presentato dalla procura di Torino ricorre un suo frammento di conversazione si ha l’impressione che sulle labbra di Federico Cherubini penda inespresso l’interrogativo esistenziale.
Classe 1973, ex ala destra che ha lasciato il calcio giocato a 22 anni per laurearsi e avviare una carriera da agente Fiditalia, salvo poi tornare nel mondo del pallone come dirigente, si è trovato a gestire da numero uno il calciomercato juventino dopo essere stato il numero tre e rotti dietro Giuseppe Marotta e Fabio Paratici, ma soprattutto provare a rimettere in moto una «macchina ingolfata di merda» (parole di Agnelli Andrea).
Scontento ma appena un po’
In una intercettazione del 27 novembre 2021, il giorno successivo alla prima perquisizione disposta dalla procura torinese nelle diverse sedi di pertinenza della società bianconera, Cherubini dice: «Apro poi una parentesi nel senso che non sempre sono stato contento delle operazioni che abbiamo fatto».
Si stava parlando di plusvalenze, di quelle che nell'appunto su carta intestata Juventus intitolato “Libro Nero FP” (Fabio Paratici) e vergato di suo pugno erano definite «artificiali».
Chiamato dagli inquirenti a giustificare l'utilizzo di quell'aggettivo, Cherubini ha offerto una spiegazione contorta: «Io utilizzo il termine artificiale perché c’era un’attività sana a cui però corrispondevano anche obiettivi che venivano dati alla parte sportiva dall’area Finance».
Memento Audero semper
Le intercettazioni prendono un tono quasi da sitcom quando il presidente Andrea Agnelli e l’allora consigliere d’amministrazione Maurizio Arrivabene chiacchierano (3 settembre 2021) a proposito di un’intervista che Cherubini dovrà concedere in quei giorni a Tuttosport.
I due si arrovellano su come far dire, a un uomo così privo di dimestichezza con le trappole dell’esternare, che i conti della Juve sono andati a ramengo causa plusvalenze, ma senza dirlo troppo esplicitamente. E lì Agnelli espone la sua idea: «Cioè, lui deve dire – adesso bisogna trovare il modo – bisogna pensare ancora, cioè la macchina era ingolfata, eh, voglio dire [...]».
La vicenda si conclude col responsabile della comunicazione bianconera, Claudio Albanese, che chiama l’autore dell’intervista Guido Vaciago per lamentarsi che della chiacchierata con Cherubini sia stato riportato pochissimo a proposito di plusvalenze.
Per fortuna sua Cherubini ha avuto opportunità di interloquire anche con soggetti di calcio che gli rendessero possibile parlare in modo aperto e senza sottigliezze. Non Luca Percassi, amministratore delegato dell'Atalanta Bergamasca Calcio, che lo scavalca quando le chiacchierate non prendono una buona piega.
Ma se invece c’è da trattare con Daniele Faggiano, che da direttore sportivo fa viaggiare in questa stagione l’Hellas Verona verso la Serie B, allora è tutto un parlare schietto.
Sono i giorni in cui Faggiano, altro specialista di plusvalenze ai tempi del Parma, spende un breve periodo da direttore sportivo della Sampdoria.
I due dialogano telefonicamente pochi giorni dopo la cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United (fine agosto 2021) e di fatto il dirigente blucerchiato chiede un sorta di soccorso bianconero per i conti della sua società: «Adesso che è andato via Ronaldo non si può fare quella cosa?».
Cherubini gli risponde chiedendo se voglia “fare” (cioè cedere) ma continuare a tenere in prestito alla Sampdoria l’innominato calciatore. Praticamente una cessione formale che non cambia la sostanza ma dà ossigeno ai conti della società genovese.
Gli estensori del documento d’accusa ritengono si stia parlando di Emil Audero, il portiere che soltanto due estati prima la Sampdoria ha acquisito dalla Juventus per una cifra insensata: 20 milioni di euro, il calciatore più costoso nella storia blucerchiata ma rientrato anche lui in un vorticoso intreccio di plusvalenze.
Faggiano si appella alla mozione degli affetti: «Ci date una mano grossa fratè, pure a me, ti dico onestamente, facci sto miracolo e ti dico, ti devi fa da un’opzione». Il duetto si conclude con la domanda fatidica di Cherubini: «Quando ce lo avete voi il bilancio, a giugno o a dicembre?». Questa manovra non andrà a conclusione ma la sua illustrazione fotografa un modus operandi di sistema.
Vedi alla voce TPO
Quei giorni di fine mercato estivo 2021 sono particolarmente frenetici. Ceduto Cristiano Ronaldo, la Juventus deve frettolosamente sostituirlo. Per questo le tocca riprendere per una cifra esagerata (circa 35 milioni di euro) Moise Kean, che due estati prima era stato ceduto all’Everton.
L’agente di Kean è Mino Raiola, che come sempre in questi casi piazza il calciatore principale assieme a uno di contorno. Quest’ultimo è il trequartista olandese di origine marocchina, Mohamed Ihattaren, che si rivelerà un flop anche per carenze caratteriali. La società bianconera lo dà via in prestito vedendoselo restituire immediatamente. E la prima destinazione è la Sampdoria.
Ma quanto è costato Ihattaren? Il documento di bilancio al 30 giugno 2021 parla di 1,891 milioni di euro. Ma altre carte rinvenute dagli inquirenti dicono di 1 milione per Raiola e 1,5 milioni per la società cedente (gli olandesi del PSV Eindhoven) incrementabili fino a 4 milioni per lo scattare di circostanze condizionali.
Chi è il proprietario dei diritti economici di Ihattaren, quando passa in bianconero? E qui viene fuori una telefonata del 3 agosto 2021, quando Raiola insiste con Cherubini affinché la Juventus prenda il calciatore.
Il senso della telefonata viene sintetizzato in una nota dagli estensori del documento d’indagine: «L’agente riferisce di avere concordato con l’attuale società il riconoscimento di alcuni bonus nel caso il calciatore venga contrattualizzato con un altro club in quanto, spiega, “i diritti economici sono tutti miei”».
Se le cose stanno davvero così, questa è una third party ownership (Tpo), meccanismo messo definitivamente al bando dalla Fifa a partire dal 1° maggio 2015. Dunque una violazione aggiuntiva rispetto alle tante di cui si discute in questi giorni. Se questa notizia giunge alla Fifa, facile che la Juventus si trovi tirata dentro all’ennesima ispezione.
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