- Bandierine tricolori e bambini di pochi anni impegnati in un improvvisato picchetto d’onore. La fotografia arriva da Catania, roccaforte della destra, e ritrae uno dei momenti della visita del ministro dello Sport Andrea Abodi in città
- A contribuire ad arroventare la polemica è stata poi la presenza di Enrico Trantino, il candidato sindaco di Fratelli d’Italia che, tra poco più di due settimane, si giocherà la partita delle amministrative
- Per quanto motivata dalla volontà di toccare con mano le carenze che caratterizzano larga parte delle scuole siciliane è inevitabile che la visita di Abodi abbia acquisito contorni di natura prettamente politica
Bandierine tricolori e bambini di pochi anni impegnati in un improvvisato picchetto d’onore. La fotografia arriva da Catania, roccaforte della destra, e ritrae uno dei momenti della visita del ministro dello Sport Andrea Abodi in città.
Realizzata lunedì all’interno dell’istituto comprensivo Italo Calvino, ha suscitato le critiche di chi ha ritenuto inopportuno riproporre alcuni simboli della retorica patriottica tra le mura di una scuola dell’infanzia.
A contribuire ad arroventare la polemica è stata poi la presenza di Enrico Trantino, il candidato sindaco di Fratelli d’Italia che, tra poco più di due settimane, si giocherà la partita delle amministrative con l’obiettivo di dare continuità al percorso che in città il partito di Giorgia Meloni ha interrotto la scorsa estate in seguito alle dimissioni di Salvo Pogliese, poi divenuto senatore e pochi giorni fa condannato in secondo grado per peculato.
La scuola e i patrioti
Oltre a Trantino, ad accompagnare il ministro Abodi c’erano il deputato nazionale di FdI, Manlio Messina, e Barbara Mirabella, l’ex assessora meloniana che nei mesi scorsi ha ricevuto la notifica dell’archiviazione dell’indagine che a settembre l’aveva portata ai domiciliari con l’accusa di corruzione.
Per quanto motivata dalla volontà di toccare con mano le carenze che caratterizzano larga parte delle scuole siciliane, dove non è scontato potere usufruire anche di una semplice palestra al chiuso per le lezioni di educazione fisica, è inevitabile che la visita di Abodi abbia acquisito contorni di natura prettamente politica.
A denunciarlo è stato colui che i pronostici dicono essere il principale sfidante del centrodestra. «Trantino si imbuca in una scuola per fare campagna elettorale. Foto ai bambini e strette di mano all’insaputa degli insegnanti e del dirigente scolastico certificano la disperazione di una destra che, non avendo più frecce al proprio arco, sfrutta persino le scuole, facendo passare per nuovo chi è stato al governo della città negli ultimi cinque anni», ha dichiarato Maurizio Caserta, l’uomo che a Catania ha messo d’accordo Partito democratico e Movimento 5 stelle, ottenendo anche il sostegno di Enzo Bianco, l’ex ministro degli Interni che ambiva a tornare sindaco, dopo un lustro da consigliere d’opposizione, ma che è stato fermato dal bollo dell’incandidabilità dalla Corte dei conti.
Propaganda sugli alunni
La presenza di Fratelli d’Italia all’incontro non si è esaurita nelle figure di Messina, sulla cui pagina Facebook è stata pubblicata la foto senza oscurare i volti dei minori, Trantino e Mirabella. Al di qua dell’obiettivo c’era infatti anche Gilda D’Alessandro, presidente del consiglio d’istituto della Calvino. La donna, nel 2020, è stata inserita tra i componenti del coordinamento del partito di Giorgia Meloni a Gravina, altro centro alle porte del capoluogo dove a fine mese si voterà per le Comunali. «La mia appartenenza politica non c’entra nulla con l’incontro. Alla Calvino sono iscritte le mie figlie e la scuola non è stata scelta dal ministro di certo per questo motivo», replica la diretta interessata contattata da Domani: «Io ero presente nelle vesti di presidente del consiglio d’istituto ma soprattutto di madre da sempre impegnata nel chiedere maggiori investimenti nelle scuole della città».
Per D’Alessandro, quindi, qualsiasi lettura politica data alla visita di Abodi è fuorviante. «Il ministro si è mostrato sensibile nel raccogliere le richieste degli alunni e tutto si è svolto senza toni altisonanti», prosegue la presidente del consiglio d’istituto. Che poi, sulla presenza di Trantino, commenta: «Posso assicurare che non ha fatto campagna elettorale, abbiamo saputo della sua presenza la mattina stessa. Ma è stato molto discreto, rimanendo quasi ai margini».
Infine, una battuta sulla scelta di dare le bandierine tricolore nelle mani dei bimbi della scuola dell’infanzia. «Non era preventivato, è stato un pensiero ideato dalle docenti per salutare il ministro. La foto? Io ne ho scattata una dove c’erano soltanto il ministro e il dirigente scolastico. Poi mi sono girata e qualcuno, non so chi, ne ha scattata una a cui ha preso parte anche il candidato sindaco», chiosa.
Contattato da Domani, Enrico Trantino ha scelto di non rilasciare dichiarazioni sulla propria presenza nella scuola.
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