- Gli scambi realizzati col Cesena sono la parte più eclatante della storia, ma non la sola. Molte società hanno realizzato affari di questo tipo col Chievo, ma anche fra di loro. Tante sono poi fallite.
- L’inchiesta giornalistica condotta da Calciomercato.com e ampiamente divulgata da Striscia la Notizia portò la Procura della Figc a aprire un’indagine che si concluse con la prima penalizzazione della storia causata da plusvalenze.
- I calciatori trasformati in plusvalenze erano all’oscuro dei valori loro associati. Quasi tutti finivano su un binario morto, prestati a società dilettantistiche e incedibili a meno di realizzare clamorose minusvalenze in bilancio.
Dopo che il Chievo ha visto respingere le proprie istanze anche dal Consiglio di Stato è giusto dedicare un pensiero a Carlo Alberto Tosi. Il ragazzo mantovano classe 2000, la cui ultima destinazione nota è l’A. C. Rolo (squadra del reggiano che milita nel campionato di Eccellenza), valutato 4,5 milioni di euro nell'estate 2017. Aveva 17 anni e non immaginava che al suo trasferimento direzione Cesena fosse stata associata una cifra così esorbitante. Non se ne capacitò quando la notizia venne resa nota grazie alla nostra inchiesta giornalistica (pubblicata da Calciomercato.com e sviluppata col fondamentale aiuto di Striscia la Notizia e del suo inviato Moreno Morello) mentre lui si trovava in prestito dal Cesena alla Primavera del Carpi.
Non sapeva di valere così tanto, men che meno immaginava di essere una plusvalenza o di condividere quel curioso stato con decine di altri calciatori ceduti in quegli quegli anni dal Chievo. Tanti fra questi diretti proprio al Cesena, che a sua volta ne cedeva al Chievo per valori analoghi. Plusvalenze incrociate, con due utili iscritti negli esercizi di bilancio annuale da entrambe le società: sul lato delle cessioni alla voce plusvalenze e sul lato delle acquisizioni nella rubrica delle immobilizzazioni immateriali, alla voce “diritti pluriennali alle prestazioni di calciatori”.
Un intreccio talmente fitto da perdersi e che faceva capire dove si stesse andando a finire. Perché il gioco delle plusvalenze incrociate è un sintomo di pessima salute economico-finanziaria, la certificazione che una società di calcio stia andando fuori binario. Tanto da trovarsi nel 2021 a dovere ancora terminare di pagare l'Iva del 2014.
Chi ricorda Haddou e Tomassini?
Già, il 2014. Giusto l'anno in cui Chievo e Cesena prendono a scambiarsi calciatori per valori finanziari pari nonché estremamente generosi. La serie viene inaugurata da due calciatori di cui si viene a conoscere l'esistenza soltanto leggendo i bilanci annuali delle due società: l'attaccante esterno algerino classe 1996 Ismail Haddou e il coetaneo centrocampista sammarinese sammarinese Fabio Ramon Tomassini.
È luglio 2014 quando Haddou passa dalla formazione Primavera del Chievo a quella del Cesena. Che poco più di un mese dopo lo presta alla Correggese, club dilettantistico. Quanto a Tomassini, si trasferisce dal Cesena al Chievo che però lo dà immediatamente in prestito alla Del Duca Ribelle, società dilettantistica del ravennate. Il che significa che Tomassini non si sposta dalla Romagna. Ai due viene data la valutazione di 930mila euro, tutta plusvalenza per entrambe le società. I due faranno una carriera che rispetto a altri calciatori scambiati fra le due società è appena più decente. Tomassini non si muove dalle categorie dilettantistiche ma almeno riesce a accumulare 26 presenze con la nazionale di San Marino. La sua ultima destinazione nota è il Pennarossa, squadra del campionato sammarinese. Quanto a Haddou, non si sa come, arriva a collezionare 8 presenze nella Ligue 2 francese col Valenciennes, ma è davvero una parentesi. Adesso gioca col Toulon in National 2, la quarta serie francese.
Inoltre, quell'affare che inaugura l'intreccio Chievo-Cesena è iscritto nel bilancio clivense al 30 giugno 2014, dove si registra già un notevole bouquet di scambi degni di menzione. Con le cifre di valutazione che sono tutte plusvalenze secche perché riguardano calciatori provenienti dal vivaio, dunque non soggetti a ammortamento da immobilizzazioni immateriali. Due vengono realizzati col Carpi: la società emiliana cede al Chievo il sedicenne Giovanni Rinaldi per un valore di 880mila euro e il quindicenne Lorenzo Rivi per 600mila euro; dal canto suo il Chievo cede Nicolò Coppiardi per 880mila euro e Amedeo Stefano Sarzi (di cui non si trova nemmeno una scheda su Transfermarkt) per 600mila euro.
Ma c'è un bel traffico anche in direzione Vicenza, ben 3 scambi: dal club biancorosso al club gialloblu vanno Matteo Andriollo per 600mila euro, Alessio Bertaso per 550mila euro e Contri A. (scritto proprio così nel documento di bilancio della società vicentina, non ricordavano nemmeno il nome di battesimo) per 650mila euro; in direzione opposta, da Chievo a Vicenza, si muovono Alberto Paiolo per 750mila euro, Stefan Kerezovic per 750mila euro e Alberto Tonin per 300mila euro. Risultato: 1,8 milioni di euro di plusvalenze a testa, altri 1,8 milioni a testa di attivo considerando i diritti pluriennali (ma su questi verranno calcolati gli ammortamenti e proprio lì sta il baco che avvelena i bilanci), e 0 euro circolati.
Giusto per chiudere il capitolo sul 2014, dalla lettura incrociata dei bilanci delle 4 società si nota anche uno scambio fra Cesena e Vicenza: Francesco Urso va dalla Romagna in Veneto, Salvatore Maiorana fa il tragitto opposto e la plusvalenza è di 2 milioni di euro a testa. Quasi tutti i calciatori scambiati finiscono nel giro dei prestiti alle società di categoria inferiore e lì devono rimanere come su un binario morto fino alla scadenza del contratto con la società che li ha acquisiti. Il motivo semplice: nessuno li comprerebbe a un prezzo che permettesse alla società di non registrare una minusvalenza (ciò che farebbe crollare il marchingegno costruito), dunque tocca loro rimanere lì fino a che non arrivi lo svincolo.
Un ultimo dato relativamente alle quattro società nominate: sono andate tutte incontro al dissesto. Il Cesena è fallito nell'estate 2018 e è ripartito dalla Serie D; il Vicenza è fallito durante la stagione 2017-18 ma è riuscito a sopravvivere grazie all'acquisizione del ramo d'azienda da parte dell'imprenditore Renzo Rosso; il Carpi fa parte della lista delle escluse 2021 assieme al Chievo.
Il procedimento sportivo
Quando l'inchiesta di Calciomercato.com viene pubblicata, a gennaio 2018, il livello di scambi tra Chievo e Cesena ha superato l'immaginabile dopo essere proseguita negli anni di mezzo. Il bilancio del Chievo al 30 giugno 2017 registra la cessione di 4 giocatori alla società romagnola: Filippo Zambelli per 2 milioni di euro, Lorenzo Placidi per 3,5 milioni di euro, Pietro Borgogna per 4 milioni di euro e il menzionato Carlo Alberto Tosi (il più “caro” di sempre) per 4,5 milioni di euro. In tutto fanno 14 milioni di euro di plusvalenze. Negli uffici della Procura federale Figc, letto l'articolo, saltano sulla sedia. Il procuratore in carica è l'ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ordina immediatamente l'indagine.
Intanto Striscia la Notizia amplifica il caso riuscendo a scovare quasi tutti i ragazzi coinvolti (ma uno fra loro, il portiere kosovaro Fatlind Mahmuti, risulta irrintracciabile). Tutti quanti si dichiarano inconsapevoli di valere così tanto. Molto sportivamente il Chievo reagisce negando l'accredito stampa a Calciomercato.com. Non un gran danno, francamente. Quanto all'inchiesta federale, essa si conclude col deferimento di Chievo e Cesena nell'estate 2018. La società romagnola fallisce durante quelle settimane. Invece il Chievo gioca sull'equivoco fra termine perentorio e termine ordinatorio per il provvedimento di deferimento. Ciò che costringe la Procura federale a rifare da capo il deferimento.
Il procedimento sportivo, dopo i vari gradi di giudizio, si chiude con la penalizzazione di 3 punti per il Chievo, scontata nel campionato di Serie A 2018-19. Si tratta della prima volta che una società di calcio viene sanzionata con punti in classifica, anziché con multe, per avere giocato con le plusvalenze. Al termine del campionato il Chievo retrocede, ma non certo a causa della penalizzazione. Semplicemente, vince soltanto 2 partite su 38.
La procura di Forlì
Intanto il fallimento del Cesena lascia strascichi. La procura di Forlì indaga e ciò porta (settembre 2020) all'interdizione del presidente del Chievo, Luca Campedelli, per 8 mesi. È di un mese fa la notizia che il presidente del Cesena all'epoca dei fatti, Giorgio Lugaresi, ha patteggiato una condanna a 3 anni e 2 mesi. Quanto agli altri indagati, si vedrà.
Per il momento si sa solo che, a 3 anni dall'inchiesta della Figc, il Chievo rimane fuori dai campionati professionistici a causa di un pesante debito Iva. L'ex presidente Campedelli adesso spera nel Consiglio di Stato e diffida la Figc che da martedì sera ha svincolato d'ufficio i calciatori clivensi. Dovesse ripartire dalla Serie D, potrebbe sempre rintracciare i calciatori su cui ha realizzato le plusvalenze. Molti fra loro sono a spasso e non gli costerebbero certo quanto li ha valutati in uscita.
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