Le aspettative sono enormi, le stime parlano di un mercato da migliaia di miliardi di dollari e le startup raggiungono valutazioni stratosferiche, ma c’è il rischio che le speranze abbiano preso il sopravvento sulla realtà
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È una storia già vista: l'avvento di una nuova tecnologia viene immediatamente accolto come rivoluzionario e trasformativo, gli investitori si scatenano e le valutazioni delle aziende e delle startup del settore salgono alle stelle. Prima ancora che la tecnologia protagonista della nuova onda abbia dimostrato le sue effettive potenzialità, un'enorme bolla speculativa – destinata inevitabilmente a scoppiare – inizia a montare.
Di vicende di questo tipo, nel passato, ne abbiamo tante: dalla storica bolla delle dot.com che sul finire degli anni Novanta travolse il Nasdaq, alla blockchain e gli NFT (il cui mercato è crollato del 90 per cento rispetto all'apice del 2021). Dalle auto autonome, su cui sono stati investiti oltre 200 miliardi di dollari con risultati finora modesti, fino alla recente corsa all'oro del metaverso, che avrebbe dovuto dare vita a un mercato pari a 1.600 miliardi di dollari prima di svanire nel nulla (perfino Meta sta licenziando i dipendenti che lavorano a questo progetto). E se adesso fosse la volta dell'intelligenza artificiale?
Mercato da 120 miliardi
A prima vista, il rischio sembra minimo. Non solo perché i sistemi di deep learning – ormai sinonimo di intelligenza artificiale – hanno già dimostrato le loro enormi potenzialità e sono utilizzati in una marea di settori (intrattenimento, sport, salute, sicurezza, finanza, lavoro e molto altro ancora), ma soprattutto perché si prevede che le AI generative, sempre basate su deep learning, daranno vita a un nuovo colossale giro d'affari.
Secondo la società di consulenza Precedence Research , il mercato legato a ChatGPT e agli altri sistemi generativi – in grado cioè di produrre testi, immagini, e video a partire da un comando testuale in linguaggio naturale – vale già oggi 20 miliardi di dollari e raggiungerà nei prossimi dieci anni la cifra di 120 miliardi. Numeri che però impallidiscono se confrontati con le stime di Fortune Business Insights, secondo cui il mercato ha un valore già oggi di 40 miliardi di dollari e arriverà entro il 2032 a 600 miliardi. O forse ha ragione Bloomberg Intelligence , che alza l'asticella – nello stesso lasso di tempo – fino a 1.300 miliardi di dollari.
Chi offre di più? Il lancio di ChatGPT, meno avvenuto di un anno fa, e degli altri software generativi come Midjourney o Bard ha dato vita ad aspettative colossali; soprattutto in un settore, quello tecnologico, che spera di aver finalmente individuato la “next big thing ”: la grande innovazione che permetterà di superare un periodo carico di difficoltà (come dimostrato dai tantissimi licenziamenti, dai tonfi in borsa e dai fatturati spesso in calo ).
Aspettative emerse anche in seguito a un report di UBS dello scorso febbraio, secondo il quale ChatGPT aveva raggiunto 100 milioni di utenti in meno di tre mesi. Per avere un'idea di quanto sia incredibile questo numero, basti pensare che TikTok ha impiegato nove mesi per arrivare allo stesso risultato e Instagram due anni e mezzo. Poco importa che diversi analisti hanno messo in discussione la correttezza del paragone: in breve tempo, i grafici che mostravano ChatGPT superare in scioltezza i più importanti fenomeni online degli ultimi decenni si sono moltiplicati su tutte le testate, certificando una volta di più come l' intelligenza artificiale generativa fosse senza ombra di dubbio il cavallo su cui tutti avrebbero dovuto puntare.
Inevitabilmente, Microsoft, Meta, Google, Apple, Amazon e ogni altro colosso della Silicon Valley – senza scordare i giganti tech cinesi – si sono affrettati a menzionare le parole magiche “intelligenza artificiale generativa” in ogni possibile occasione, mentre Nvidia (che produce i processori più utilizzati nel settore) raggiungeva una capitalizzazione di mercato superiore ai mille miliardi di dollari, posizionandosi in classifica subito dopo Alphabet (Google) e Amazon.
I rischi
Nel frattempo, le valutazioni delle principali startup del settore hanno toccato cifre astronomiche: HuggingFace è valutata 4,5 miliardi di dollari, Stability AI è arrivata a 4 miliardi, mentre OpenAI punta a raggiungere quota 90 miliardi di dollari (particolare invece il caso di Midjourney , che non ha ricevuto finanziamenti da investitori esterni). Le aspettative economiche e sociali sono tali da aver portato Goldman Sachs a stimare che le intelligenze artificiali generative, da sole, saranno in grado di aumentare il prodotto interno lordo globale del 7 per cento.
Ma è davvero così? Ovviamente, è difficile sminuire il fenomeno AI. Abbiamo già visto come ChatGPT sta facendosi largo rapidamente in un'ampia gamma di settori professionali, mentre Midjourney e gli altri strumenti “text-to-image ” (in grado cioè di creare immagini a partire da un comando testuale) rischiando di cambiare drasticamente il mondo dell'arte, dell'illustrazione e della fotografia. In tutto questo, è obbligatorio citare il grande sciopero di Hollywood, che ha anche l'obiettivo di proteggere gli addetti ai lavori dalla minaccia posta dall'intelligenza artificiale.
Tutti elementi che confermano – nel bene o nel male – le innegabili potenzialità trasformative di questa tecnologia. Allo stesso tempo, è importante capire se l'impatto economico sia sufficiente a giustificare le cifre colossali che abbiamo citato poco sopra. «Non è ancora chiaro quando e come questa tecnologia diventerà davvero redditizia, o se mai lo diventerà», avverte il Washington Post. «Ci sono già alcuni segnali che l'utilizzo di ChatGPT sta declinando. Inoltre, va sottolineato come l'intelligenza artificiale generativa sia estremamente costosa da costruire e gestire». E quindi, è il sottinteso, molte delle startup che stanno frettolosamente proliferando potrebbero finire gambe all'aria.
Tra le fila degli scettici si è schierato anche il docente della New York University Gary Marcus, tra i massimi esperti di deep learning, che sul suo blog ha scritto: «Fino a oggi, la maggior parte del fatturato (di OpenAI e delle altre società che producono sistemi affini, ndr) sembra provenire da due fonti: la programmazione semi-automatica e la stesura di testi». Questi utilizzi, ha aggiunto Marcus, garantiscono però introiti molto limitati: «Le valutazioni prevedono un mercato da migliaia di miliardi di dollari, ma al momento il fatturato prodotto dall'intelligenza artificiale generativa è stimato in alcune centinaia di milioni di dollari. È possibile che questi numeri aumentino esponenzialmente, ma non possiamo darlo per scontato».
A richiedere cautela è anche un sito specializzato come KDNuggets : «Gli investitori scommettono che queste tecnologie avanzeranno rapidamente e troveranno applicazioni concrete, ma c'è il rischio che le aspettative abbiano preso il sopravvento sulla realtà. Una delle ragioni è costituita dai limiti della AI generativa di oggi. Per quanto impressionanti, questi modelli producono ancora risultati di bassa qualità e troppo inaffidabili per essere usati in molti ambiti. Addestrare dei modelli sempre più ampi richiede inoltre una quantità di dati e di potere computazionale in crescita esponenziale, sollevando domande sulla scalabilità». E anche, possiamo aggiungere, sulla sostenibilità di strumenti mostruosamente energivori della AI generativa di oggi. Per quanto impressionanti, questi modelli producono ancora risultati di bassa qualità e troppo inaffidabili per essere usati in molti ambiti. Addestrare dei modelli sempre più ampi richiede inoltre una quantità di dati e di potere computazionale in crescita esponenziale, sollevando domande sulla scalabilità.
Le bolle speculative, d'altra parte, sono state in grado di mettere in ginocchio anche settori che col tempo hanno dimostrato tutte le loro potenzialità (com'è stato il caso di internet). Mentre quanto avvenuto con NFT e metaverso dovrebbe averci insegnato a prendere con le pinze le tempie delle società di consulenza (spesso interessato ad aumentare il più possibile le aspettative) e le mosse di speculatori più attenti ai grafici finanziari che all'effettiva maturità di una tecnologia . A differenza di NFT e metaverso, ci sono pochi dubbi che l'intelligenza artificiale generativa abbia concrete e potenzialità trasformative, ma quanto avvenuto in passato dovrebbe averci insegnato a tenere a bada la frenesia ea procedere con cautela.
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