Questa mattina in Commissione bilancio al Senato si è votato l’emendamento che prevedeva la riduzione del canone da 90 a 70 euro, la misura è stata respinta con 12 voti contro 10. Decisivi i voti dei forzisti. Nel pomeriggio il partito di Salvini si è vendicato astenendosi sul voto di una proposta degli azzurri
Non passa in commissione di bilancio al Senato l’emendamento Bergesio sul canone, che ne prevedeva la riduzione da 90 a 70 euro. Le opposizioni hanno votato contro e con loro Forza Italia: finisce 12 voti contro 10, la proposta della Lega viene bocciata, nonostante il governo avesse dato parere favorevole.
Non sono bastati i tentativi di convincimento della Lega. Per Fi la misura era svantaggiosa perché, come spiegato dal capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, «per compensare il taglio lo stato avrebbe dovuto dare 400 milioni alla Rai».
«Stiamo lavorando per abbassare le tasse, il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale», commenta il leader leghista Matteo Salvini. «Abbassare il costo del canone è da sempre un obiettivo non della Lega ma del centrodestra. Forza Italia non lo vuole? Mi dispiace per gli italiani. Ma se sarà così, lavoreremo su altri fronti», ha spiegato ai microfoni di Rtl 102.5.
Poi il partito di Salvini si vendica. Al momento di votare in commissione una proposta di Forza Italia sulla sanità in Calabria, a firma Paroli e Lotito, i leghisti si astengono e la modifica viene bocciata.
L’opposizione
Il voto sul canone ha messo in luce la spaccatura: «La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra loro, a competere anziché governare il Paese», ha detto la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. Rincara la dose Francesco Boccia: «Mi pare evidente che il governo non c'è più, sono tutti contro tutti, il governo aveva dato parere favorevole ed è andato sotto».
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