Dai faldoni dell’inchiesta della procura di Monza nata dalle denunce per maltrattamenti e abusi di due ex atlete, emergono nuove intercettazioni che raccontano di un clima sessista in un mondo di maltrattamenti psicologici. Dopo la rimozione della d.t. Emanuela Maccarani, parla Marta Pagnini, sua ex allieva, oggi nel consiglio direttivo in quota tecnici. «Adesso che sono fuori percepisco cose che sicuramente da dentro avrei vissuto diversamente»
Ci sono parole pesanti. Allenatrici che puntano duramente il dito contro il fisico delle allieve: «Fate schifo», «Il tuo sedere enorme non passa nemmeno dal cerchio». Dirigenti che fanno apprezzamenti sessuali sulle atlete: «E’ una bella f…», «In minigonna le si vedeva anche il c…cuore», espressioni in libertà durante una telefonata del 2022 tra l’ex presidente della federazione della ginnastica Gherardo Tecchi e il nuovo Andrea Facci. C’è la fine di un ciclo, la volontà di voltare pagina. C’è anche la paura di ricominciare. C’è di tutto nel mondo sottosopra della ginnastica ritmica azzurra.
Che cosa è successo
Nell’ottobre del 2022 le denunce delle ex azzurre Nina Corradini e Anna Basta provocano una bufera tra polemiche e reazioni. L’indignazione per il rito del peso collettivo delle atlete, ogni mattina in fila sulla bilancia, i maltrattamenti linguistici, l’eccessivo uso di lassativi, l’insorgere dei disturbi di bulimia e anoressia. Un processo sportivo chiuso nel 2023 con l’ammonizione per la direttrice tecnica delle Farfalle Emanuela Maccarani e l’assoluzione della sua assistente Olga Tishina. Nel dicembre 2024 emergono però intercettazioni imbarazzanti, coinvolgono il procuratore federale Michele Rossetti che viene rimosso per violazione dei doveri di indipendenza e riservatezza, ergo il processo è da rifare. Sul fronte della giustizia ordinaria, invece, nell’agosto 2024 la procura di Monza predispone l’archiviazione di Maccarani e Tishina ma poche settimane fa, il 10 marzo, il gip presso il Tribunale ordina l’imputazione coatta di Emanuela Maccarani per maltrattamenti. La parola spetta ora al gup.
Le prospettive
Di fronte a una tale situazione, con una tempistica giudiziaria non prevedibile, con un quadriennio olimpico appena iniziato, la nuova dirigenza della ginnastica italiana decide di licenziare la direttrice tecnica delle Farfalle. Un taglio netto, non indolore. Perché nella ritmica c’è un prima e un dopo Maccarani, la costruzione di uno stile, le coreografie imitate da tutti, tanti successi, medaglie olimpiche epocali, dal primo e storico argento di Atene 2004 al bronzo di Parigi 2024. Un passato glorioso, lungo 30 anni, attraversato dalla nube oscura delle accuse di vessazioni psicologiche all’interno dell’Accademia di Desio, cioè la casa delle Nazionale, dove le azzurre vivono in ritiro quasi permanente.
Ha voglia di guardare al futuro Andrea Facci, 40anne padovano che dal primo marzo è alla guida della FGI, la Federazione Ginnastica d’Italia. La sua decisione è legittima, accade in qualsiasi azienda quando un nuovo Ceo vuole dare un segno di discontinuità. Si può discutere sui modi, una telefonata sarebbe stata più elegante di una mail, e sui tempi, senza la concessione dei saluti. L’intera vicenda, del resto, apre dibattiti, impone riflessioni sul rapporto tra allenatori e allievi, su una generazione di giovani molto vulnerabili, sui numeri in preoccupante crescita dei disturbi del comportamento alimentare, sulla differenza tra lo sport di base e quello agonistico che richiede una disciplina ferrea alla ricerca dell’eccellenza. Avere un determinato peso in alcuni sport è essenziale, una sfida portata al limite fisico e psichico. Ma qual è il confine tra la rigidità degli allenamenti e gli abusi?
Parla Marta Pagnini
Il presidente Facci si è presentato ieri all’Accademia di Desio per parlare con le Farfalle, comprensibilmente smarrite per l’addio della loro guida. Ad accompagnarlo c’erano anche Fabrizia D’Ottavio e Marta Pagnini, due ex Farfalle. D’Ottavio, 40 anni, argento ad Atene 2024, è la nuova vicepresidente. Marta Pagnini, 34 anni, bronzo a Londra 2012, capitana a Rio 2016, attualmente lavora nel team organizzativo di Milano-Cortina 2026. È arbitro di gara, istruttrice internazionale, commentatrice tv.
È appena entrata a far parte del Consiglio Direttivo della FIG in rappresentanza dei tecnici. Come nuova portavoce degli allenatori ci aiuta a comprendere il nuovo ciclo, partendo dal licenziamento di Maccarani?
Non c’era nulla di preorganizzato a tavolino, ogni decisione deve essere votata dal Consiglio. C’è stata una discussione insieme con il presidente Facci, abbiamo analizzato la situazione, studiato e visionato i documenti, e abbiamo votato all’unanimità. La notizia è stata ufficializzata solo dopo il voto avvenuto, come è corretto che sia.
Verrebbe da dire che le allieve disconoscono la maestra. Lei e Fabrizia D’Ottavio siete state Farfalle sotto la guida di Maccarani.
Mi fa un po’ sorridere questa osservazione, onestamente, perché io non siedo nel Consiglio in quanto allieva di Maccarani. In questi nove anni, da quando ho lasciato l’agonismo, ho ricoperto diversi ruoli che impongono una professionalità. Dobbiamo renderci tutti conto che i tempi sono cambiati, bisogna avere l’apertura mentale di capirlo altrimenti si rimane indietro. Emanuela Maccarani è stata per me un punto di riferimento importante per moltissimi anni, è un fatto oggettivo, niente e nessuno potrà mai cambiarlo. Adesso io devo valutare ciò che è meglio per la federazione, per la ritmica. Se avessi una emotività che mi impedisse di valutare con oggettività la questione, non sarei in grado di ricoprire questo ruolo.
Dell’Accademia di Desio lei conosce ogni angolo
È una bolla dove le cose risuonano molto forte, proprio perché ci si allena, si studia, si mangia, si vive insieme. Adesso che ne sono fuori percepisco cose che sicuramente da dentro avrei vissuto diversamente. Mi piace quando ripercorro il mio vissuto, crescendo lo faccio con altri occhi, per cercare un approccio costruttivo. Mi chiedo: cosa posso fare io per rendere quest’ambiente migliore, più forte, all’avanguardia? La considero una missione, cercare di migliorare la ginnastica a tutto tondo.
Com’è stato l’incontro con le Farfalle?
Intenso. Chi è nuova, più giovane, è arrivata da poco, ha un tipo di pensiero. Chi è da anni in Accademia, quindi ha un legame forte con Emanuela, soffre la decisione. Il cambio di allenatore è un momento forte, mi ricordo da piccola quando alcuni cambiamenti sono stati un trauma. Ma è anche vero che la carriera prosegue, ogni atleta deve ritrovare il proprio equilibrio, concentrarsi sull’obiettivo, mirare al sogno personale che vuole raggiungere. Il presidente Facci ha rispettato al 100% l’emotività di tutte le azzurre, ascoltandole una ad una. Il suo messaggio credo che sia arrivato a tutte: noi siamo qui per darvi un supporto.
Il caso abusi, le polemiche, pure le nuove intercettazioni. Viene da dire che tutto ciò continua a infangare il mondo della ginnastica. Eppure i numeri dicono altro, le iscrizioni sono in aumento, da 17.932 (2022) a 18.612 (2024). Per la prima volta i tesserati della ritmica superano quelli della ginnastica artistica.
Il movimento di base è grande e molto forte, che poi è quello che supporta l’alto livello. Ogni giorno tocco con mano la bellezza di chi pratica ginnastica ritmica per divertimento, per passione, di chi ha la gioia di andare in palestra per condividere il tempo con compagne e allenatori. Un amore meraviglioso che va preservato a tutti i costi. Ogni scossone porta dei cambiamenti positivi. Una volta le allenatrici facevano tutto, non c’era uno psicologo né un nutrizionista di squadra. Negli ultimi anni sono state prese nuove misure, come per esempio l’inserimento di figure professionali di supporto, passi enormi per il bene dei ginnasti e delle ginnaste
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