Fra il 2013 e il 2017 ben 13 calciatori minorenni provenienti dall’accademia nigeriana sono passati dalla Liguria. La scorsa settimana c’è stato l’ennesimo rinvio dell’udienza preliminare che deve decidere sui quattro residui indagati. L’ipotesi è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Risolta dalla Figc con un patteggiamento da 60mila euro, la vicenda è monitorata adesso dalla Fifa
- Fra il 2013 e il 2017 ben 13 calciatori minorenni provenienti dall’accademia nigeriana sono passati dalla Liguria. Alcuni fra loro hanno fruttato enormi plusvalenze allo Spezia.
- Secondo gli inquirenti il “Sistema Nigeria” avrebbe permesso in modo illegale di far entrare e rimanere in Italia i ragazzi dell’Abuja grazie anche all’appoggio di società dilettantistiche liguri.
- Nel documento viene descritto minuziosamente il sistema sportivo controllato dal magnate italo-nigeriano Gabriele Volpi e gestito con l’ausilio del suo uomo di fiducia, Gianpiero Fiorani. Ma tutti i soggetti più pesanti sono usciti dall’inchiesta.
Mercoledì 20 gennaio 2021 è un giorno storico per l'AC Spezia. A poche ore dalla trionfale qualificazione al turno successivo della Coppia Italia, guadagnata in gara secca allo Stadio Olimpico con la Roma (vittoria 4-2 dopo i supplementari), la squadra viene ricevuta in udienza privata da Papa Francesco. Che per l'occasione sfoggia la passione calcistica (è notoriamente tifoso del San Lorenzo de Almagro) e propone un parallelo fra il tango e la squadra ligure: “In Argentina si balla il tango, e il tango è la musica due per quattro. Voi oggi siete 4 a 2, va bene. Complimenti e coraggio!”. Gloria meritata per la squadra guidata da Vincenzo Italiano, accompagnata per l'occasione dal presidente Stefano Chisoli e dal consigliere Maurizio Felugo, icona della pallanuoto italiana e presidente dal 2016 della Pro Recco.
Ma nelle stesse ore che vedono la squadra sotto il cono di luce di una narrazione trionfale in Vaticano, a La Spezia e lontano dai riflettori è un passaggio in Tribunale. Si tratta dell'udienza preliminare in cui si deve decidere se rinviare a giudizio i quattro residui indagati dell'inchiesta su ciò che gli investigatori della Squadra Mobile di La Spezia hanno definito “il Sistema Nigeria”. Un sofisticato dispositivo che secondo l'ipotesi avanzata dagli investigatori e sostenuta dalla Procura della Repubblica sarebbe servito a favorire l'immigrazione irregolare di calciatori provenienti dalla Nigeria, la cui successiva cessione ha consentito allo Spezia di realizzare corpose plusvalenze negli anni più recenti.
Le plusvalenze sono un dato di fatto, tutto il resto andrà dimostrato. Quando e se, non si sa. Perché l'appuntamento in Tribunale della scorsa settimana è andato a vuoto, come già era accaduto due volte a fine settembre e a metà novembre del 2020 causa incompatibilità dei gup: prima Fabrizio Garofalo, poi Marinella Acerbi. Stavolta è stato l'impedimento occorso a un legale della difesa a determinare un nuovo rinvio. Se ne riparlerà.
Gli ultimi saranno i soli
I quattro che rimangono in attesa di sapere se dovranno affrontare il processo sono: Claudio Vinazzani, ex calciatore di Napoli e Lazio che all'epoca dei fatti era responsabile del settore giovanile dello Spezia; Luigi Micheli, ex amministratore delegato della società ligure che da luglio 2020 è il direttore generale del Brescia calcio; Renzo Gobbo, ex calciatore di Como e Messina finito nell'inchiesta come responsabile tecnico dell'Abuja Football College, l'accademia in cui venivano formati i giovani nigeriani da trasferire in Europa; e Roberto Sannino, che nell'inchiesta è stato coinvolto per avere avuto il ruolo di tutore legale, fra il 2014 e il 2018, di molti fra i calciatori provenienti dalla Nigeria. Hanno fatto tutto loro?
Questo è ciò che lo sviluppo del procedimento porta a credere. E tuttavia c’è un quadro molto più complesso, emerso dalla lettura del vasto documento presentato dagli investigatori alla Procura di La Spezia che Domani ha potuto visionare. Secondo quanto riportato dalle carte il “Sistema Nigeria” avrebbe portata più vasta, con due figure apicali: l'imprenditore Gabriele Volpi, uomo d'affari italiano che ha accumulato una smisurata fortuna in Nigeria e ottenuto il passaporto del paese africano; e Gianpiero Fiorani, attore centrale durante l'estate dei furbetti, successivamente diventato elemento-chiave nell'impero di Volpi. Per Volpi e Fiorani, nel settembre del 2019, la Procura di La Spezia ha chiesto l'archiviazione. Come riferito dall’Espresso, nel decreto che li pone fuori dal procedimento si dice non vi siano prove di loro condotte concrete orientate a favorire la commissione del reato di immigrazione clandestina.
Assieme alla loro è stata archiviata la posizione di altri 16 indagati. Fra gli altri, il presidente dell'AC Spezia, Stefano Chisoli e il consigliere Maurizio Felugo. Ossia i due che hanno rappresentato la società nel corso dell'udienza privata in Vaticano. Entrambi referenti della Stichting Social Sport, la società olandese che controlla il portafoglio sportivo del magnate italo-nigeriano: oltre allo Spezia, la Pro Recco di pallanuoto (club della città di cui Volpi è nativo), l'Arzachena (acquisito di recente come rimarcato anche dal sito ufficiale della stessa AC Spezia), la società croata del Rijeka controllata fra il 2012 e il 2017 e l'Abuja Football College, che dal 2020 ha spostato sede e attività a Port Harcourt.
Giovani e plusvalenze
Ma quale sarebbe stato il funzionamento del Sistema Nigeria? Secondo la ricostruzione degli investigatori il meccanismo prevedeva che i calciatori minorenni provenienti dall'Abuja Football College venissero fatti entrare in Italia con utilizzo di un visto d'ingresso temporaneo e la motivazione di partecipare a manifestazioni calcistiche. Fra queste la principale è il Torneo di Viareggio, che nell'edizione del 2018 vede addirittura la squadra di Abuja sorteggiata nel girone assieme alla Primavera dello Spezia. L'incontro fra le due squadre gemellate si gioca il 12 marzo presso il Centro Sportivo dello Spezia, il Bruno Federghini, ribattezzato “Intels Training Center” dal nome del colosso nigeriano della logistica al centro dell'impero di Volpi: la Integrated Logistic Services. Vince 1-0 la Primavera dello Spezia che nell'occasione schiera due ragazzi provenienti dall'accademia nigeriana: Abdullahi Suleiman e Teophilus Aondowa Awua.
Si tratta dei ragazzi arrivati in Italia nell'anno 2015, nel quadro di un flusso che coinvolge 13 giovani calciatori, andato avanti fra il 2013 e il 2017. Giunti nel nostro paese con visto temporaneo vi rimangono come minori non accompagnati e vengono affidati a tutori che secondo la ricostruzione degli investigatori farebbero parte dell'organizzazione. I ragazzi vengono iscritti tutti quanti allo stesso istituto scolastico di Chiavari per ottemperare a quanto richiesto dalla disciplina italiana sull'immigrazione. Ma non frequenteranno mai le lezioni. Inoltre vengono parcheggiati presso società dilettantistiche del circondario, in attesa che raggiungano la maggiore età. A quel punto, da extracomunitari già presenti sul territorio italiano, possono chiedere il permesso di soggiorno in attesa di occupazione e essere ingaggiati da una società professionistica. E qui si chiude il cerchio. Ma per gli inquirenti c'è un vizio in partenza, nel momento in cui i ragazzi si trovano da minorenni in Italia con permesso temporaneo per svolgere attività agonistica ma poi d'un tratto acquisiscono la condizione di minori non accompagnati. Su quel passaggio si gioca l'ipotesi di reato.
I primi due giovani della serie, Umar Sadiq e Abdullahi Nura, permettono allo Spezia di realizzare forti plusvalenze. Come si ricava dalla lettura dei bilanci annuali dell'AC Spezia, Sadiq e Nura vengono ceduti dapprima (2015) in prestito annuale per 350mila euro ciascuno e l'anno successivo con formula definitiva per 2,5 milioni di euro ciascuno, plusvalenze integrali. In totale sono 5,7 milioni di euro. Pagati dalla Roma, che a sua volta non ha tratto grande giovamento dai due calciatori, sia pur per motivi diversi. Sadiq adesso milita con l'Almeria, Serie B spagnola, mentre Nura spera di tornare a giocare dopo essere stato costretto a fermarsi a causa di problemi cardiaci.
Dalla rotta Abuja-Spezia è passato anche Arij Okwonkwo, che è stato fra quelli che alla prima occasione hanno mollato il sistema per realizzare la carriera in autonomia: adesso è in forza al Bologna, che nelle ultime stagioni lo ha prestato al Brescia e al Montreal Impact. E poi c'è David Okereke, che alla società del patron Volpi ha fatto registrare nell'estate 2019 la plusvalenza più rilevante: 8 milioni di euro versati dal Bruges, campione del Belgio.
Parole in presa diretta
La vicenda è vasta e verrà raccontata meglio a partire dai prossimi giorni con un longform ospitato dal sito di Domani, dove si darà conto anche del suo versante croato. Per il momento è sufficiente dire che in sede di giustizia sportiva Figc la società ligure se l'è cavata con un buffetto. A novembre 2019 ha patteggiato 60mila euro di multa, mentre Micheli e Vinazzani hanno subito blande inibizioni. Bazzecole, se si pensa che a causa dell'impiego di Okereke erano state ipotizzate pesanti penalizzazioni in classifica per la stagione di Serie B 2018-19. A ogni modo, questa storia non è stata dimenticata dalla Fifa. Che secondo informazioni raccolte da Domani sta seriamente vagliando il dossier.
Il tempo dirà. Per il momento rimangono quelle scene da commedia umana ricavate dalla lettura delle intercettazioni ambientali. Con la frase chiave a proposito dell'utilità dei ragazzi nigeriani: “Lanciarli, sfruttarli, venderli, finita”. Ma vi si trova anche considerazioni schiette sull'utilità di mantenere in vita l'accademia di Abuja: “Parliamoci chiaro: o riusciamo a fare plusvalenze o il giocattolo si rimpicciolisce sempre di più”. Campionario vasto, compresi gli improperi nei confronti dell'agente Paolo Busardò di CAA Base, visto come possibile predatore dei talenti nigeriani, o il messaggio di un agente svizzero che prospetta al gruppo Volpi la convenienza di comprare un club in Portogallo, paese dove sarebbe possibile importare tutti i nigeriani che si volesse. E poi le smargiassate sull'ambasciata italiana in Nigeria che all'improvviso si è fatta troppo occhiuta, col riferimento a “(...) una festa in Ambasciata Italiana con 200 persone... pagava Volpi eh... pagava mica l'Ambasciata Italiana eh?”. Fino ai passaggi di reale preoccupazione. Del genere: “Gli ho ridato i documenti perché non voglio più rischiare un cazzo”. Ci sarà parecchio da raccontare.
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