A fine agosto è nata «Scuola per ricchi». Si chiama proprio così. È una scuola online che promette di insegnare ai propri allievi come fatturare migliaia di euro ogni mese e che ha tutta l’aria di essere una specie di Mobe all’italiana.
Parliamo di My Online Business Education, un corso di formazione considerato fraudolento dalla Federal Trade Commission statunitense, che infatti nel 2020 l’ha dichiarato fuorilegge: «Abbiamo posto fine al programma ma i consumatori dovrebbero stare in guardia rispetto a qualsiasi proposta di lavoro da casa che prometta guadagni sostanziali».

Mentre in Italia, da un paio di mesi, si è rinvigorita l’attività dei cosiddetti “guru del marketing”. I quali arruolano sempre nuove reclute, per lo più giovanissimi, a cui viene chiesto, come in uno schema piramidale, di ingaggiare altri allievi. In un caso con un testimonial d’eccezione: Fabrizio Corona.

Il personaggio

«Scuola per ricchi» fa capo a Luca De Stefani. La sua carriera inizia con la vendita di ebook su Amazon: sforna un gran numero di manuali (arriva a pubblicarne 200) e accumula una fortuna in termini di royalties (un generale Vannacci ante litteram e all’ennesima potenza). Così, dopo una breve incursione nell’affiliate marketing (vendita online di prodotti per terzi) si concentra sul mercato della formazione creando videocorsi in digital marketing. In soldoni: ti insegna come avere successo sul web.
La Big Luca International Counsulting diventa una dei leader italiani in questo settore ma agli inizi dell’estate chiude a sorpresa i battenti. Sul sito della società c’è un fuori tutto: libri come Povero ma dignitoso staminchia – La povertà è una malattia mentale sono in sconto e tutti i corsi possono essere acquistati «a soli 2.500 euro».

Per capire con più precisione di cosa si stia parlando, il Ceo di Big Luca Group, Simone Scaloni, aveva spiegato in un’intervista pubblicata su YouTube lo scorso luglio che l’azienda è completamente delocalizzata a Dubai perciò non esistono bilanci pubblici, descritti come «una fissa solo italiana».  Tuttavia, nonostante il Gruppo non abbia niente a che vedere con l’Italia da un punto di vista fiscale, il suo mercato di riferimento è esclusivamente italiano.

Formazione continua

Ma il punto è che con i singoli videocorsi non si guadagna più, sono ormai superati, quel mercato è saturo. Nasce così un’accademia che offre una formazione continua.
Come accadeva con i corsi che hanno portato la Ftc ad accusare tre individui e nove aziende di aver rubato più di 125 milioni di dollari a migliaia di consumatori, sono previsti cinque piani di studio (Basic, Gold, Platinum, Diamond e Black) il cui costo varia da 997 a 15mila euro annui. Costi molto alti ma «ogni piano è garantito al 100 per cento per 30 giorni e il pagamento delle commissioni è a 60 giorni con bonifico».

Ma non è scuola? Quali commissioni? Gli affiliati possono guadagnare dal 10 al 30 per cento se convincono altre persone ad affiliarsi. Questa possibilità – che viene descritta come laterale e ha un nome a parte: «Operazione Mangusta» – rappresenta in realtà il cuore dell’impresa. Proprio come accadeva con Mobe: «il modo per ottenere un reddito a sei cifre», ha spiegato la Commissione Usa per il commercio, «consisteva nel vendere abbonamenti allo stesso programma ad altre persone, guadagnando commissioni lungo il percorso». Percentuali di ricavo date per certe anche se «la maggior parte delle persone che pagavano per le costose iscrizioni non erano poi in grado di recuperare i costi, molti subivano perdite paralizzanti o debiti crescenti».

Ma i legami con De Stefani risultano ancora più concreti se si considera che nel 2017 Big Luca dichiarava di aver raggiunto l’ottava postazione a livello mondiale tra gli allievi Mobe: «con 24mila dollari generati negli ultimi sette giorni» da titolare di un programma Diamond.

Secondo quanto riportato sul sito ufficiale, «Scuola per Ricchi» è riconducibile alla Shadow Consulting LLC. Registrata il 6 novembre 2019 ha residenza fiscale nello stato del Delaware, il quale oltre a una tassazione da paradiso fiscale simile a quella degli Emirati Arabi, fornisce molti più vantaggi in termini di riservatezza o ancora meglio di anonimato. Sembra quindi che il progetto fosse in cantiere già da qualche anno, poi forse l’indagine a carico di Mobe ha ritardato i tempi del lancio in Italia?

Il ruolo di Corona

In questo contesto non può passare inosservata l’ascesa improvvisa di un ragazzo spinto sui social, nelle ultime settimane, da Fabrizio Corona (che conta 1,3 milioni di follower). «Sapete che vi sto parlando da un po’ del mio amico Jimmy? Sapete delle sue interviste su Tgcom24?». Segue una slide nella quale si legge: «Scopri come 167 studenti dell’Accademia hanno generato 5000 euro nei primi 30 giorni. Lavorando una o due ore al giorno, senza metterci la faccia e senza partita iva. Scrivetegli un messaggio in privato con il nome “Corona” e vi invierà un video».
Siamo ai primi di ottobre e il Corona del messaggio è appunto Fabrizio. Mentre il Jimmy che invita a seguire su Instagram ha solo vent’anni e racconta che grazie al suo supporto riceve 500 richieste al giorno. Un ricevuta PayPal pubblicata da entrambi, a riprova del fatto che i guadagni millantati sono reali, riporta un mittente che in parte è cancellato. Si legge chiaramente solo «International Consulting». Potrebbe essere la Big Luca?

La lezione

Di sicuro si può dire che in questo tipo di schema i rapporti tra il vertice della piramide e la base vengono sempre occultati. Se si contatta l’account per avere informazioni risponde un assistente, Stefano, che invia un link per visionare una lezione gratuita nella quale Jimmy ripete che sta per svelare un metodo infallibile per guadagnare dai 3.000 ai 10mila euro ogni mese. In che modo riuscirai a guadagnarli, «anche senza competenze», non è mai chiaro.

Tutta l’attenzione è posta sulle percentuali, dal 10 al 15, che riceverai per ogni pacchetto venduto. Ma quale sia il prodotto che dovrai vendere non viene rivelato. Anche perchè non sembra troppo importante: «Ti troverai di fronte a persone già interessate ad acquistare, tu dovrai solo guidarle nel processo». Solo alla fine si intuisce che anche se «non serve un investimento iniziale», tutto questo un costo lo ha: «Se pure il tuo investimento fosse di 10mila euro, in un paio di mesi riusciresti a rientrare e avrai anche acquisito delle competenze impagabili. Ma da noi dovrai spendere solo una piccola frazione di questo prezzo, che in confronto al valore del mio Sistema sono davvero pochissimi spicci».

In genere i ragazzini appena maggiorenni, tanti, che di punto in bianco finiscono nella mischia vantando fatturati da capogiro e carriere solidissime, sono solo “allievi” di un guru con le spalle molto più larghe, il cui lavoro consiste nel creare una base di adepti che acquistino i suoi corsi a carissimo prezzo.
Questi giovani tenteranno poi di rivederli ad altri ragazzi a cifre altrettanto esorbitanti, quasi sempre senza riuscirci e pagando in più di tasca propria i «costi pubblicitari». Cioè accordi con testimonial che li promuovano, sponsorizzazioni sui social, noleggio di auto di lusso per photo opportunity. E poi inserzioni sui giornali spacciate per articoli, oppure articoli firmati da giornalisti compiacenti, che rendono credibili le loro storie di successo e che rappresentano l’elemento più illusorio per il consumatore: «Tgcom24 dice che siamo i migliori in Italia a garantirti un lavoro online».

In tutto questo sembra che queste attività siano immuni a qualsiasi tipo di controllo. Ma l’articolo 73, comma 5 bis, del Testo Unico delle Imposte sui Redditi dice che se un’azienda domiciliata all’estero è posseduta, gestita o controllata direttamente o indirettamente da persone residenti in Italia, quell’azienda deve pagare le tasse in Italia. Secondo: l’Iva andrebbe versata nel paese di residenza dell’acquirente, si applica alle vendite e non ai profitti.
Ma la questione più urgente rimane un’altra: questi sistemi sono fraudolenti? E questo tipo di comunicazione è ingannevole?

© Riproduzione riservata