- Giada Robin (all’anagrafe Giada Pancaccini) ha 30 anni. È toscana, di Livorno, e si guadagna da vivere soprattutto come cosplayer.
- Il suo impero poggia su un milione e mezzo di follower, se si sommano i vari account social, ed è sopravvissuto alla pandemia grazie a OnlyFans.
- «Credo che se facessi roba più spinta alla maggior parte del mio pubblico non andrebbe a genio. Perché io ho già la mia community e penso che se mi vedessero in versione sex worker potrebbe rimanere male».
«I miei fan si dividono in due grandi categorie: una parte mi vede come la vergine Maria, mi considera intoccabile, un essere asessuato, molti addirittura si stupiscono che io possa essere fidanzata. Dall’altra parte invece ci sono quelli che non vedono l’ora che io faccia porno, mi scrivono “ma perché non ti spingi oltre, le altre lo fanno, perché tu no?”».
Giada Robin (all’anagrafe Giada Pancaccini) ha 30 anni. È toscana, di Livorno, ma da due anni vive ad Arona, sul lago Maggiore, in provincia di Novara. Di mestiere fa la modella e la cantante (ha un progetto musicale che si chiama The Pheromone Syndicate) ma si guadagna da vivere soprattutto come cosplayer, cioè si traveste da personaggio dei fumetti e vestita in quel modo partecipa a fiere ed eventi del settore, ormai da sei anni.
«Vestire i panni dei super eroi – dice – mi ha aiutato a scoprire molto la mia femminilità. Da ragazzina ero molto impacciata». Adesso, invece, «vivo la rivincita di una nerd bullizzata da tutti che ha costruito un suo impero con le sue passioni».
Un impero che poggia su un milione e mezzo di follower, se si sommano i vari account social, e che è sopravvissuto alla pandemia grazie a una piattaforma su tutte, OnlyFans, che in tempo di chiusure totali è stata «una manna da cielo».
Non solo per lei ma anche per altre centinaia di migliaia di cosiddetti “creatori di contenuti” in tutto il mondo, che hanno trovato in OnlyFans un luogo sicuro nel quale poter continuare a incontrare il loro pubblico, e quindi a lavorare, senza rischiare di contagiarsi.
Succursale di Pornhub
OnlyFans ha sede a Londra e offre servizi di intrattenimento. I creator guadagnano denaro grazie agli utenti che si iscrivono al loro canale e sottoscrivono un abbonamento per accedere a contenuti esclusivi. Ma la piattaforma è solo un punto di approdo, funziona solo se hai numeri importanti da convertire, cioè fan provenienti dai social network.
Ad agosto era stato annunciato che a partire dal 1° ottobre 2021 l’azienda avrebbe vietato la pubblicazione di contenuti sessualmente espliciti. La decisione era legata ad alcune pressioni ricevute da partner pubblicitari e sembrava potesse segnare un cambio di passo rilevante, spostando l’asse dal contenuto di natura puramente sessuale a quello più artistico o generalista.
Ma nel giro di pochi giorni c’è stata una retromarcia. Perché, ha spiegato tra le altre Alexis Mucci (una sex worker che dichiara di guadagnare almeno 45mila dollari ogni mese su OnlyFans) «si sono resi conto che se vietassero i contenuti per adulti perderebbero il grosso del loro fatturato».
E in effetti OnlyFans negli ultimi due anni è diventato una specie di succursale di Pornhub. Ne è consapevole anche Giada Robin (che è una delle pochissime, se non l’unica nel panorama italiano, a non posare completamente nuda) quando racconta che chiunque si avvicini per la prima volta al suo canale dà per scontato che produca contenuti espliciti: «C’è sempre questa associazione, OnlyFans uguale porno, che un po’ mi disturba perché non sempre è così». Ma in una grande maggioranza di casi, sì.
L’inizio a Lucca Comics
Giada ha iniziato a 16 anni per passione, partecipando a Lucca Comics & Games: «Inizialmente mi compravo i costumi oppure avevo mia nonna che mi aiutava a cucirli poi piano piano ho iniziato a realizzarli da sola fino a che, nel 2016, non ho aperto la mia partita Iva e l’ho trasformato in un vero lavoro».
Dopo la maturità scientifica, indirizzo linguistico, ha presto mollato gli studi universitari perché iniziavano ad arrivare le prime proposte. Dall’estero. La prima esperienza professionale l’ha fatta negli Stati Uniti, dove nel 2014 è stata invitata all’Anime Expo di Los Angeles in qualità di giurata per la gara cosplay.
Poi in tutta l’Europa, infine in Giappone. «Nell’arco di due anni ho girato il mondo come cosplayer, quando poi sono rientrata in Italia anche qui era finalmente scoppiato il boom».
Ma il più grande trampolino di lancio, per lei, sono stati i social, in particolare Facebook, dove ha iniziato un po’ per caso ritrovandosi però in pochi mesi un milione di seguaci, che oggi rappresentano la fanbase che le permette di guadagnare ogni mese circa 2.000 euro su OnlyFans.
Una cifra molto bassa rispetto a quanto dichiarano di guadagnare le lavoratrici del sesso presenti sulla stessa piattaforma ma comunque un buono stipendio, soprattutto se si considera che per Giada non rappresenta l’entrata principale.
La community
Chi sono i sostenitori di Giada Robin? «Se guardo gli insight di Instagram e Facebook in larga maggioranza uomini dai 20 ai 35 anni. Più o meno miei coetanei insomma, gente che è cresciuta con me».
E cosa si aspettano da Giada Robin? «Credo che se facessi roba più spinta alla maggior parte del mio pubblico non andrebbe a genio. Perché io ho già la mia community che mi segue per le questioni legate ai fumetti e ai videogiochi quindi penso che nel vedermi in versione sex worker potrebbero rimanerci male».
Anche per questo motivo, dunque, Giada non offre prestazioni sessuali. Ma non solo. Sul web esiste un rischio implicito abbastanza alto nel mettere a disposizione di utenti perlopiù anonimi video e foto intimi: «Esatto, mi è già capitato che foto prese da OnlyFans o Patreon siano state pubblicate online gratuitamente. Ad esempio una volta mi sono ritrovata con mie foto su un forum porno americano, ma grazie a un avvocato sono riuscita a farle rimuovere. Il fatto è che una volta che sei online devi metterti in testa che tutto quello che pubblichi lascia sempre una traccia. Anche per questo motivo non mi spingo oltre, non si sa mai».
Più in generale, tra l’altro, «io reputo molto più eccitante e attraente un vedo-non-vedo, cioè un vestito addosso ma indossato in un certo modo, che il nudo nel quale vedi tutto».
Richieste esplicite
In ogni caso, volente o nolente, non mancano richieste in questo senso. «Tanti, soprattutto gli italiani, mi contattano chiedendomi delle cose più hot, cioè un video personalizzato in un certo modo, dove ad esempio mi masturbo. Ma dobbiamo differenziare tra i fan provenienti dalla mia community, che conoscono quello che faccio e quindi sanno che io più di un tot non mi spingo, e quelli che arrivano per caso sul mio profilo OnlyFans, danno per scontato che anche io faccia nudo, sex working o pornografia e quindi mi chiedono altro».
Ad esempio? «La richiesta più quotata in assoluto non è il nudo integrale o la pratica autoerotica ma sono le foto dei piedi, che piacciono tantissimo. Altrimenti sono molte anche le richieste di video personalizzati, cioè nei quali pronunci il loro nome».
Le maggiori interazioni con i fan avvengono via chat e tramite messaggio privato ci possono essere ulteriori guadagni: «Magari ti chiedono delle foto in più, o un set fotografico che avevo pubblicato un mese prima, che si sono persi e che vogliono recuperare. In questi casi puoi guadagnare anche dalle cosiddette tips: loro ti inviano una richiesta e tu decidi il prezzo che devono versare per accedere a quel determinato contenuto».
Le vecchie pubblicazioni non hanno necessariamente una scadenza ma il creator può decidere di oscurare o rimuoverne alcune: «Io cerco di lasciare i selfie, invece i set fotografici dopo un certo periodo li tolgo e se qualcuno è interessato glieli fornisco a parte, tramite un pagamento a parte».
Ti sei mai trovata in difficoltà, alle prese con un hater, o un maniaco o una persona comunque molto insistente? «Sì, assolutamente. Purtroppo quando vedi una ragazza vestita in un certo modo, che fa un lavoro nel quale l’estetica è abbastanza importante, c’è sempre il cretino di turno che deve venire lì a romperti le scatole o letteralmente molestarti ma questo capita ovunque, anche su Instagram».
Un successo incredibile
Hai un’idea del perché OnlyFans abbia così tanto successo? « È come se abbonarti a OnlyFans ti rendesse più accessibile il mondo dei vip. Chi ti segue sente di avere con il suo personaggio preferito un rapporto unico, si sente parte di qualcosa, perché sa che non è per tutti ma solo per chi paga».
Il tuo segreto? «Secondo me premia molto la costanza, cioè il riuscire a pubblicare qualcosa tutti i giorni, caschi il mondo, soprattutto se lo fai sempre alla stessa ora. Questo ti dà la sicurezza di poter riuscire a guadagnare bene perché diventa come una droga, il fan che ti segue ha quella dose giornaliera di attenzione esclusiva, si sente importante, sente di avere stretto con te un rapporto diretto, e si fidelizza».
A leggere quanti soldi si guagnino su OnlyFans, dai duemila dollari fino ad arrivare alla cifra mostruosa di cinquantamila al mese, la reazione più immediata e più condivisa è domandarsi: perché non lo faccio anche io?, lo fanno in tanti.
Il problema è che quando inizi a guadagnare qualcosa arriva qualcuno che ti domanda: perchè non ti spogli? Lo fanno tutti. E nonostante tutta la buona volontà, ad esempio quella di Giada Robin, rimane il fatto che i soldi veri li fanno in pochi, in parte perché altrimenti non rimarrebbe più nessuno che paga, in parte perché per quanto ti possa sforzare di vendere “altro”, l’utente medio della piattaforma vuole comunque, principalmente, “quello”.
© Riproduzione riservata