Una buona alimentazione è essenziale per la crescita e lo sviluppo di neonati e bambini piccoli. Per questo motivo, la Commissione europea ha definito particolari norme per garantire un’adeguata composizione e la sicurezza degli alimenti specificamente destinati a loro
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Una buona alimentazione è essenziale per la crescita e lo sviluppo dei bambini. Per questo motivo, la Commissione europea ha definito specifiche norme per garantire un’adeguata composizione e la sicurezza degli alimenti destinati ai lattanti (età inferiore ai 12 mesi) e ai bambini nella prima infanzia (età compresa tra uno e tre anni).
La disciplina Ue
In particolare, le norme dell’Ue riguardano le “formule per lattanti”, cioè prodotti alimentari che nei primi mesi di vita, ove non sia possibile l’allattamento materno, possono essere utilizzati come sostituti, soddisfacendo da soli le esigenze nutrizionali dei neonati fino all’introduzione di un’adeguata alimentazione complementare; gli alimenti di proseguimento, vale a dire quelli che rappresentano la componente lattea di una dieta diversificata all’avvio dello svezzamento e assolvono autonomamente ai fabbisogni nutrizionali; gli alimenti a base di cereali trasformati (cereali semplici, cereali con l’aggiunta di un alimento ricco di proteine, pastina, fette biscottate e biscotti) e gli altri alimenti destinati ai lattanti durante lo svezzamento e ai bambini nella prima infanzia come integrazione alla loro dieta e/o per abituarli gradualmente a un’alimentazione varia ed equilibrata.
La direttiva europea del 2006 (n. 141), che disciplinava gli alimenti per lattanti e quelli di proseguimento, dal 2020 (2021 per alcuni prodotti) è stata sostituita dal regolamento delegato (Ue) 2016/127. Il regolamento stabilisce norme generali di composizione ed etichettatura, estendendo a quest’ultima la restrizione all’uso di immagini o testi che possano idealizzare l’uso dei prodotti (in precedenza applicabile solo alle formule per neonati); garantisce la coerenza con le norme del regolamento Ue (n. 1169/2011) sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, tenendo conto delle specificità dei prodotti; vieta di vantare proprietà nutrizionali e riguardanti la salute relativamente alle formule per neonati, affinché sia comunque preferito l’allattamento al seno; facilita le attività di monitoraggio delle autorità nazionali competenti.
Gli alimenti a base di cereali e gli altri alimenti destinati a lattanti e bambini (baby food) sono specificamente regolati dalla direttiva 2006/125/CE, in forza della quale essi «non devono contenere alcuna sostanza in quantità tale da poter nuocere» alla loro salute.
Questa direttiva, tra l’altro, assicura che il baby food abbia una precisa composizione (proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali), impone limiti molto bassi per la presenza di residui di pesticidi (che in pratica vengono considerati non rilevabili) e proibisce l’utilizzo di antiparassitari particolarmente tossici.
Oltre alle normative sopra citate, gli alimenti per lattanti e quelli di proseguimento devono essere conformi ad altre disposizioni specifiche dell’Ue in materia di igiene, di additivi alimentari, di presenza di contaminanti e di uso di materiali destinati a entrare in contatto con i prodotti
Ruolo dell’EFSA
Il regolamento del 2016 consente l’immissione sul mercato di composizioni diverse da quelle previste normativamente, ma solo a seguito di una valutazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
L’EFSA, in particolare, fornisce consulenza scientifica per affiancare i gestori del rischio e i responsabili delle politiche in seno alla Commissione europea, al Parlamento e agli Stati membri, al fine di esaminare caso per caso la sicurezza e l’idoneità delle formule per lattanti o di proseguimento che differiscono rispetto alla composizione disciplinata dalle regole dell’Ue. Sulla base di questa consulenza, la Commissione europea e gli Stati membri decidono se accogliere la specifica richiesta di autorizzazione, avanzata da parte di operatori del settore alimentare, avente ad oggetto l’alimento modificato.
L’attività dell’EFSA va anche oltre tale funzione di consulenza. Ad esempio, nell’aprile 2017, il comitato scientifico dell’autorità ha adottato delle linee guida sulla valutazione del rischio delle sostanze presenti negli alimenti destinati a lattanti di età inferiore alle 16 settimane, età per la quale i valori guida basati sulla salute (ovvero i “limiti di sicurezza”) non sono generalmente considerati applicabili. Nel maggio 2018, l’autorità ha pubblicato un parere scientifico sui pesticidi negli alimenti per lattanti e bambini nella prima infanzia. Va anche citata la banca dati particolareggiata dell’EFSA sui consumi alimentari in Europa, che riguarda anche dati tratti da indagini relative a neonati e bambini piccoli. Nell’aprile 2018 è stata pubblicata una nuova versione di tale banca dati, che per la prima volta include le informazioni raccolte nell’ambito del progetto EU Menu dell’EFSA.
In conclusione, l’obiettivo di tutelare la salute e la crescita dei bambini è prioritario per l’Ue, e la normativa esposta lo dimostra. Quando si parla dei benefici dell’appartenenza all’Unione sarebbe bene non dimenticarlo.
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