Il conflitto israelo-palestinese ha scosso le coscienze degli italiani. La maggioranza relativa dell’opinione pubblica non si schiera né con l’una né con l’altra fazione in campo e spinge per una rapida fine del conflitto.
Opinioni e schieramenti
Il 73 per cento degli italiani si dice angosciato dall’esplosione di questo ennesimo conflitto.
Un’apprensione che coinvolge maggiormente l’universo femminile (76), gli appartenenti al ceto medio basso (81) e i baby boomer (85).
Una sensazione che si fonda su un discreto livello di attenzione e informazione su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Il 23 per cento degli italiani si ritiene molto informato su quanto sta accadendo e un altro 37 per cento afferma di essere attento e parzialmente informato sulle ragioni e sulle caratteristiche del conflitto in atto.
È quanto emerge dalla rilevazione effettuata da Ipsos tra il 28 e il 29 novembre 2023. Le preoccupazioni dell’opinione pubblica nazionale si stagliano lungo diverse direttrici, ma la principale riguarda le conseguenze umanitarie di questa conflagrazione (34 per cento). Un aspetto su cui concentrano la loro attenzione soprattutto gli studenti (54 per cento), i giovani gen Z e millennial (38), i laureati (44) e i residenti nelle regioni del centro-sud (41).
Al secondo posto, tra le inquietudini, si colloca il rischio di un allargamento del conflitto ad altri paesi dell’area (26 per cento), mentre al terzo posto si situa la paura che questo scontro possa riaccendere la miccia degli attentati terroristici di matrice islamica nelle città europee (15 per cento). Un’ansia che coinvolge maggiormente i commercianti (21 per cento), il ceto medio (18) e i residenti a nord est (19).
Il tema delle possibili ricadute sull’economia italiana e sulle dinamiche finanziarie globali, infine, impensierisce una parte minoritaria dell’opinione pubblica nazionale (12 per cento): si tratta, in primis, di lettori di quotidiani (17 per cento) e appartenenti alla upper class (18 per cento). Il cuore opinionale del paese non batte in modo marcatamente prevalente per nessuno dei due contendenti. Il 6 per cento delle persone ritiene necessario che l’Italia si schieri apertamente al fianco di Israele.
Allo stesso tempo solo il 3 per cento è favorevole a un appoggio incondizionato, senza condannare Hamas, alla causa palestinese. Un altro 15 per cento si schiera in appoggio alle rivendicazioni del popolo palestinese, ma a condizione di una netta condanna di Hamas. La maggioranza degli italiani, il 46 per cento, ritiene che gli sforzi della diplomazia italiana debbano essere orientati a favorire una mediazione tra le due parti in conflitto.
L’appoggio alla causa palestinese, condannando Hamas, è maggiormente condiviso dai giovani millennial e gen Z (22 per cento), dai laureati (23 per cento), dagli studenti (25), dai dipendenti pubblici (20), dalle persone che si informano prevalentemente su internet (21), sui social (20) e alla radio (21), nonché dalla upper class (21 per cento). La difesa e l’appoggio incondizionato a Israele, invece, è maggiormente condiviso dalle persone più anziane, over 65 anni (10 per cento), da commercianti e artigiani (16 per cento) e dalle persone che si informano prevalentemente sui quotidiani (14 per cento).
La risposta militare
Il delinearsi delle posizioni nell’opinione pubblica nazionale è supportato e alimentato, in parte, dal giudizio che le persone hanno maturato sulla risposta militare di Israele nella striscia di Gaza.
La maggioranza relativa del paese ritiene l’intervento dell’esercito israeliano a Gaza una catastrofe umanitaria, una reazione sproporzionata rispetto al diritto di Israele di difendersi dal terrorismo e dagli attacchi di Hamas (43 per cento). Una valutazione condivisa dagli esponenti dell’upper class (63 per cento), dagli studenti (61), dalle persone che si informano prevalentemente sui siti internet (58), dai laureati (58) e dai giovani millennial e gen Z (50).
Un’altra quota del paese, il 26 per cento, giudica l’azione israeliana a Gaza una comprensibile risposta dopo l’orrore causato da Hamas. Un’opinione condivisa maggiormente da baby boomer (39 per cento), uomini (31), pensionati (38), nonché da quanti si informano in modo prevalente attraverso la televisione (35).
Il quadro che i dati portano alla luce mostra sia la netta condanna di Hamas, sia una presa di distanza dalle azioni e dalle scelte portate avanti da Israele. L’orientamento prevalente è orientato verso una soluzione pacifica e condivisa dello storico conflitto, che garantisca i diritti del popolo palestinesi e la sicurezza a Israele, superando gli eccessi estremisti che attanagliano entrambe le fazioni in conflitto.
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