La terza serie italiana è piena di giocatori con valutazioni da fenomeni che però vedono soltanto la panchina. Non sono errori tecnici, ma calcolate mosse delle maggiori società per sistemare i conti senza dare nell’occhio
Avere in rosa tre calciatori da 15 milioni di euro e utilizzarli con parsimonia. Succedono cose inspiegabili nella Lega Pro italiana. E la più inspiegabile si verifica nelle file della Fermana, Girone B della Serie C. La squadra marchigiana allenata da Mauro Antonioli gode infatti di un privilegio che nessun’altra squadra di terza serie può vantare, con l’eccezione della Juventus Under 23: avere in gruppo tre calciatori il cui valore, in termini di diritti economici, è 5 milioni di euro cadauno.
I tre rispondono ai nomi di Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri, e trascorrono la stagione alla Fermana in prestito dal Lille, società della Ligue 1 francese che dal canto suo disputa l’Europa League dopo aver fatto la Champions una stagione fa. Roba forte, insomma.
Calciatori che dovrebbero essere titolari fissi e fare i fenomeni in un girone di Serie C. E invece giocano poco o punto. Fin qui il solo titolare è Luigi Liguori, che peraltro era alla Fermana già nello scorso campionato quando a prestarlo era il Napoli. Gioca da attaccante esterno e si sacrifica per la causa, come è successo nello scorso turno di campionato sul campo dell’Imolese.
Con la squadra ridotta in 10 dopo 21 minuti causa espulsione di Marco Manetta, Liguori ha dovuto lasciare il posto in campo al difensore Edoardo Scrosta. Quanto agli altri due, pressoché non pervenuti. Ciro Palmieri ha giocato 4 spezzoni di partita, di cui nessuno dall’inizio, per complessivi 34 minuti durante i quali è riuscito a guadagnarsi un’ammonizione. Quanto a Claudio Manzi, panchina fissa e 0 minuti.
Ma come si spiega tutto ciò? Possibile che il tecnico Antonioli sia autolesionista al punto da non avvalersi di tre fenomeni? Tanto più che la squadra marchigiana sta andando maluccio. Le due vittorie consecutive contro Gubbio e Imolese l’hanno proiettata al 15° posto a quota 7 punti, appena un punto sopra la zona playout, ma nelle prime cinque gare di campionato il bilancio era stato di 1 pareggio e 4 sconfitte. E dunque perché mai tanta parsimonia nel mettere in campo quei 15 milioni di euro?
In realtà la faccenda si spiega eccome. Basterebbe guardare la valutazione che ai tre calciatori viene assegnata dal sito specializzato Transfermarkt un valore da 75 mila euro a testa. Che significa 225 mila euro in totale, altro che 15 milioni. E si spiega ancora meglio se si guarda al giro di mercato in cui i tre calciatori sono stati inseriti: quello che ha portato l’attaccante nigeriano Victor Osimhen dal Lille al Napoli.
L’importante è esagerare.
Un trasferimento concluso su cifre giudicate da subito esagerate: 70 milioni di euro più altri 10 eventuali in bonus a rendimento. Questo il dato complessivo. Ma il Napoli ha davvero sborsato 70 milioni di euro, e il Lille ne ha davvero incassati altrettanti? Non proprio. E qui entrano in scena i tre ragazzi parcheggiati in prestito alla Fermana più un quarto calciatore, il portiere greco Orestis Karnezis.
I quattro sono stati girati dal Napoli al Lille come parziale contropartita per Osimhen, con una valutazione complessiva di 20 milioni che dunque viene scalata dal saldo fra le due operazioni. Quale sia la valutazione effettiva assegnata a ciascuno dei quattro calciatori lo sapremo soltanto quando saranno disponibili i bilanci ufficiali delle due società.
Per adesso circola la credibile indiscrezione di una valutazione da 5 milioni di euro cadauno. Ma perché questo giro di calciatori e valori finanziari? Il motivo non è poi così oscuro. Il Lille aveva bisogno di realizzare una plusvalenza-monstre. E il Napoli gliel’ha concessa ma a patto di non doverla pagare per intero, e anzi facendo in modo di realizzarne una da parte sua.
Dunque ecco l’effetto: il Napoli impegna 70 milioni di euro per Osimhen ma in realtà il saldo di spesa è 50 milioni cui si aggiungono plusvalenze per circa 20 milioni grazie alla cessione dei quattro. Dal canto suo il Lille annota in bilancio una plusvalenza calcolata sui 70 milioni di euro nominali della cessione, ma in realtà nel rapporto dare-avere e tenendo conto di costi accessori, contributi di solidarietà e indennità di formazione incassa poco più di 47 milioni di euro.
E in più si carica ammortamenti per 20 milioni di euro, relativi a un portiere di 35 anni che a Napoli era riserva della riserva, e a tre giovani che stentano a trovare posto in una squadra di bassa classifica della C italiana. Tutti contenti e intanto la bolla continua a gonfiarsi.
Il pianeta dei plusvalenti
Chiamiamoli plusvalenti. Un neologismo coniato per etichettare quei calciatori che si vedono assegnare valori finanziari generosi e per questo finiscono al centro di scambi che miracolano i bilanci delle società di calcio. Ma che poi, in campo e nella traiettoria di carriera, rimangono onesti pedatori schiacciati da valutazioni abnormi. Il trio dei calciatori ex Napoli giunti a Fermo via Lille rappresenta il caso più eclatante dell’ultima finestra di calciomercato.
Ma non è l’unico, tanto più se si decide di spostare il focus dalla campagna trasferimenti chiusa lo scorso 5 ottobre a quelle delle stagioni più recenti. Questo cambio di prospettiva permette di scoprire che la nostra Serie C è stata convertita nel pianeta dei plusvalenti. Il magico mondo dove vengono parcheggiati calciatori cui sono state associate valutazioni salva-bilanci. Messi lì forse nella speranza che giunga la maturazione tecnica, o più probabilmente nell’attesa che scadano l’impegno contrattuale e le quote d’ammortamento sui diritti pluriennali alle prestazioni sportive.
Fra l’altro molti fra loro, come i tre “lilloises”, stentano a trovare spazio in squadra. È il caso di Alessio Girgi, difensore esterno sinistro classe 2000 prestato al Legnago Salus dall’Atalanta. La società bergamasca lo ha acquisito dal Genoa nell’estate del 2016 unitamente a Alessio Capanna centrocampista anch'egli classe 2000.
Pagati 2 milioni di euro ciascuno con plusvalenza da quasi 4 milioni per la società genovese. Il risultato di cotanto investimento è che nessuno dei due ha mai giocato con la prima squadra bergamasca. Quanto alla stagione in corso, Girgi ha giocato fin qui soltanto 6 dei 630 minuti disputati dalla sua squadra in campionato. Dal canto suo Capanna, in estate, è stato ingaggiato dal Ladispoli, campionato di Eccellenza.
Ma restiamo in C, ché altrimenti si perde il filo. E manteniamoci in ambito Atalanta, società che fa sempre le cose per bene. Un altro suo calciatore parcheggiato in C, al Piacenza, è Lorenzo Babbi, centravanti classe 2000. Acquisito a gennaio 2018 con provenienza Cesena, società che pochi mesi dopo fallirà, Babbi è costato 800 mila euro con plusvalenza secca per il club romagnolo che non servirà a evitare la catastrofe.
Dapprima lasciato in prestito allo stesso Cesena e poi spedito alla Primavera della Spal, Babbi è al suo primo campionato da professionista. Partito titolare ma poi retrocesso in panchina, dove la scorsa domenica è rimasto per l’intera partita giocata a Lecco. Zero gol al suo attivo, ma c’è tempo per migliorare.
Il match fra Inter e Juventus
C’è nerazzurro e nerazzurro. E dopo quello atalantino bisogna passare a quello interista, che nei gironi di C ha una sua rappresentanza di plusvalenti sia ceduti che acquisiti. Nella Carrarese gioca Federico Valietti, difensore esterno classe 1999 ceduto a giugno 2018 dall’Inter al Genoa per 6 milioni di euro con plusvalenza da 5,95 milioni.
E in terza serie giocano anche i due giovani classe 2000 che la società interista ha prelevato dal Pescara tra il 2017 e il 2018, spendendo complessivamente 8,5 milioni di euro che per la società abruzzese sono stati tutti plusvalenza: Marco Pompetti (4 milioni) in forza alla Cavese e Davide Zugaro De Matteis (4,5 milioni) parcheggiato al Giana Erminio. Nelle file del Como ha trovato ingaggio il centrocampista Ismael H’Maidat, classe 1995 e doppio passaporto marocchino e olandese. A gennaio 2016 la Roma lo acquisì dal Brescia per 3,15 milioni di euro, plusvalenza intera. In giallorosso H’Maidat non ha mai giocato.
E poi ci sono i calciatori riconducibili alla Juventus, a partire da quelli impegnati nell’Under 23. Su tutti il portoghese Felix Correia, centrocampista classe 2001, il calciatore più costoso nella storia della Serie C italiana: 10,5 milioni di euro versati al Manchester City, con robusta plusvalenza per la società inglese che ha ricambiato prendendo dalla società bianconera Pablo Moreno Taboada (10 milioni di euro con 9,5 milioni di plusvalenza).
Ma fra i titolari dell’Under 23 bianconera troviamo anche i plusvalenti Ferdinando del Sole, trequartista classe 1998 pagato 3,7 milioni di euro al Pescara nell’estate 2017, e Alejandro Marqués, attaccante ispano-venezuelano pagato 8,2 milioni di euro a Barcellona nel mese di gennaio 2020.
Usciti dalla Juventus ma parcheggiati in C dalle società che li hanno acquisiti sono anche: Eric Lanini (ceduto al Parma con plusvalenza da 2,2 milioni e ora in prestito al Novara), Cristian Bunino (ceduto al Pescara per 1,65 milioni con plusvalenza di 968 mila euro, adesso in prestito al Teramo), Erik Gerbi (anch’egli prestato al Teramo ma dalla Sampdoria, che lo ha preso dalla Juventus per 1,3 milioni di euro e ha così azzerato per la società bianconera il peso dell’ammortamento) e Matteo Stoppa (pagato 1 milione dalla Sampdoria alla Juventus con plusvalenza da 122 mila euro e subito parcheggiato alla Pistoiese).
Sono tanti. E magari dopo il prossimo mercato di gennaio il loro numero potrebbe crescere. Chi l’avrebbe mai detto che la nostra serie C fosse un torneo così competitivo?
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