Il presidente statunitense Joe Biden ha incontrarto il presidente russo Vladimir Putin in una video conferenza, per discutere la questione dell’escalation militare russa ai confini con l’Ucraina
Le notizie di oggi 7 dicembre: Biden e Putin hanno discusso la questione dell’escalation militare russa al confine con l’Ucraina, l’Interpol ha arrestato a Parigi uno dei presunti assassini di Jamal Khashoggi, il tribunale egiziano di Mansoura ha deciso la scarcerazione per Patrick Zaki, il governo e le parti sociali hanno raggiunto un accordo per il lavoro agile nel settore privato, la Cina ha accusato gli Usa di violare lo spirito olimpico con il boicottaggio diplomatico, a Foggia i Ros hanno arrestato 32 persone indagate per associazione mafiosa
«Gli Stati Uniti e i loro alleati risponderanno con forti misure economiche e di altro tipo» se l'escalation militare russa, al confine con l’Ucraina, a ridosso della regione del Donbass, non si fermerà. Lo scrive la Casa Bianca, in una nota diffusa dopo l’incontro tra il presidente americano Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin. Nella nota si fa sapere che Biden ha espresso «profonda preoccupazione degli Stati Uniti e degli alleati europei per l'aumento delle forze russe che circondano l'Ucraina».
Al termine dell’incontro, il presidente americano ha detto che discuterà i risultati del colloquio con gli alleati europei. Con il presidente del Consiglio Draghi, il presidente francese Macron, la cancelliera tedesca Merkel e il primo ministro britannico Johnson, Biden aveva già discusso ieri. Si erano riuniti per una conversazione telefonica da lui organizzata per fare il punto sulla questione ucraina.
Il colloquio di ieri tra Biden, Draghi, Merkel, Macron e Johnson
Nel corso della loro conversazione, i cinque leader avevano espresso la loro preoccupazione su ciò che è in corso nella regione, concordando sulla necessità che la Russia si adoperi per una distensione. Avevano ribadito che la diplomazia resta l’unica via per risolvere il conflitto nel Donbass, e riconfermato il sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina.
Gli staff dei rispettivi governi rimarranno in stretto contatto, anche nel quadro di consultazioni con gli alleati della NATO e i partner UE, per poter esprimere una risposta coordinata.
Khashoggi, arrestato all’aeroporto di Parigi uno dei sospettati assassini
Si chiama Khaled Aedh al-Otaibi, 33 anni, ed è uno dei sospettati per l’assassini del giornalista dissidente Jamal Khashoggi. Ex membro della Guardia reale dell'Arabia Saudita, è stato arrestato in Francia, all'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, mentre si preparava a imbarcarsi per Riad.
Era ricercato dall'Interpol, insieme ad altri 19 funzionari sauditi, a seguito di un mandato di cattura per omicidio emesso dalla Turchia. Khashoggi è stato ucciso all'interno del consolato saudita a Istanbul il 2 ottobre 2018.
Egitto: Patrick Zaki sarà scarcerato, ma rimane sotto processo
Il tribunale di Mansoura ha deciso per la scarcerazione di Patrick Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano, studente del master in Gender studies dell’Università di Bologna. Zaki non è stato assolto, ma verrà rilasciato tra questo pomeriggio e domani mattina, in attesa dell’udienza del processo, prevista per il 1 febbraio.
Zaki è detenuto in Egitto da quasi due anni, e ha scontato la maggior parte dei mesi nel carcere di Tora, per poi essere recentemente trasferito nel carcere di Mansoura.
Il ragazzo egiziano è stato infatti arrestato il 7 febbraio del 2020 all'aeroporto del Cairo, mentre rientrava da Bologna. Contro di lui pendono diversi capi d’accusa, diversi aggiunti dopo anche molto tempo dall’arresto.
Quelli di cui è chiamato a rispondere a Mansoura sono la presunta appartenenza a un gruppo terroristico, e l’aver diffuso notizie false nel paese e all’estero. Quest’ultima accusa si riferisce a un articolo che Patrick ha scritto nel 2019, in cui il ricercatore ripercorreva «Il calvario dei cristiani copti in Egitto», cioè le discriminazioni che la minoranza – di cui egli stesso fa parte – sono costrette a subire nel paese nordafricano.
«Non passa mese senza che si verifichino incidenti dolorosi contro i copti egiziani –scriveva Patrick – dai tentativi di sfollamento nell’alto Egitto, ai rapimenti, alla chiusura di chiese o ad altri attentati. Questo articolo è un semplice tentativo di seguire gli eventi di una settimana della vita quotidiana di cristiani egiziani…».
Nel corso dell’udienza che ne ha deciso la scarcerazione, Patrick Zaki avrebbe chiesto alla corte di controllare le riprese delle telecamere di sicurezza dell’aeroporto del Cairo il giorno del suo arresto, per smentire la dichiarazione della polizia, che dice di averlo arrestato nella sua casa di famiglia a Mansoura.
«È un grande sollievo, e un primo passo importante – è il commento del portavoce italiano di Amnesty International, Riccardo Noury – L’idea che forse già stasera Patrick possa dormire in un posto diverso rispetto a quello in cui ha dormito in questi mesi è una cosa che ci da enorme soddisfazione». Amnesty si è da sempre battuta per il rilascio dell’attivista egiziano, conducendo campagne che hanno denunciato le condizioni inumane in cui il ragazzo versava in carcere.
«Ci sarà una prossima udienza – continua Noury – e speriamo sia l’occasione per il riconoscimento della sua innocenza. Ma intanto oggi scendiamo in piazza, dopo 22 mesi, con uno sguardo e uno stato d’animo diverso».
Anche il mondo della politica ha espresso soddisfazione per la notizia, a partire dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha ribadito l’impegno del governo italiano a seguire «con la massima attenzione» la vicenda. «Primo obiettivo raggiunto» ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
Anche l’ex presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, ha commentato la scarcerazione di Patrick Zaki: «È una bella notizia. Da presidente del Consiglio ho seguito sia il caso Regeni che il caso Zaki. È una notizia parzialmente buona, speriamo ne seguiranno altre».
Accordo smart working per il settore privato, tra governo e parti sociali
Il governo e le parti sociali hanno raggiunto un accordo sul lavoro agile, anche per il settore privato. Dopo mesi di trattative con il ministero del Lavoro, i sindacati e Confindustria hanno dato l’ok per il Protocollo nazionale comprendente le linee guida con la nuova disciplina.«Oggi – ha detto il ministro Orlando – concludiamo un percorso per il quale confronto e dialogo sono stati fondamentali».
Si tratterà di uno dei primi provvedimenti in Europa di disciplina dello smart working. Le parti sociali si sono dette soddisfatte e hanno espresso apprezzamento per il metodo di confronto e il dialogo adottati dal ministero
La Cina risponde al boicottaggio diplomatico Usa
Il boicottaggio «viola gravemente il principio di neutralità politica dello sport stabilito dalla Carta Olimpica e va contro il motto olimpico “più uniti”», lo ha detto questa mattina il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Zhao Lijian, all’indomani dell’annuncio del boicottaggio diplomatico – da parte di Washington – delle Olimpiadi invernali di Pechino. Zhao Lijian ha affermato che gli Stati Uniti starebbero tentando di interferire con le Olimpiadi «per pregiudizio ideologico e sulla base di bugie e voci». Ha ribadito, poi, quanto aveva già espresso ieri, cioè che la Cina risponderà con «contromisure risolute», senza tuttavia fornire dettagli in merito.
Il boicottaggio diplomatico statunitense è legato alla preoccupazione di Washington sulla situazione dei diritti umani in Cina, che comprende le relazioni tra Cina e Taiwan, Hong Kong, sul Mar Cinese Meridionale e il trattamento delle minoranze etniche, in particolare gli Uiguri musulmani.
Foggia, 32 arresti per associazione mafiosa
In provincia di Foggia, nell’ambito di una inchiesta antimafia coordinata dalla Dda di Bari, sono state arrestate 32 persone, indagate a vario titolo di associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi e stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, favoreggiamento personale, estorsioni, truffe aggravate, furto aggravato e ricettazione.
I reati contestati sono aggravati dal metodo mafioso, in quanto avrebbero agevolato i gruppi di stampo mafioso che operano nella zona, in particolare nelle città di Manfredonia, Mattinata, Macchia e Vieste.
Le ordinanze sono in corso di esecuzione da parte dei carabinieri del Ros, del comando provinciale di Foggia e dei Cacciatori di Puglia.
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