L’ex potente capo del Sismi Nicolò Pollari ha frequentato Pizzo per l’amicizia con Pino Betrò commercialista e padre dell’editore di Corona. Il figlio ha collaborato ad alcuni libri con l’ex vertice dei servizi
«Negli anni scorsi, nella nostra splendida località marittima, abbiamo visto spesso l’allora capo dei servizi segreti, Nicolò Pollari. Basta quel nome per raccontare il livello di relazione e potere dei Betrò, ora leggiamo quello di Fabrizio Corona come collaboratore, una parabola certamente inaspettata».
A Pizzo, in provincia di Vibo Valentia, lo studio Betrò ha da sempre rappresentato un punto di riferimento, il capostipite Giuseppe è un commercialista, capace di tessere alte relazioni, mantenere rapporti di assoluto prestigio, gestire complicati destini societari di aziende locali e non solo. Il figlio è socio del rinomato Circolo canottieri Tevere di Roma, ma anche presidente dell’associazione Giovani per la Calabria. A sentire alcuni professionisti del posto, i Betrò sono distinti e ricchi signori, «eleganti e firmati di tutto punto, il figlio è sempre molto glamour», raccontano. Oltre lo stile c’è la professione, sono diventati, a partire dagli anni settanta, un punto di riferimento nel settore delle consulenze aziendali e nell’assistenza societaria con un pool di professionisti a disposizione.
Corona in testa
Una parabola che, con sorpresa di molti, ha incrociato oggi Fabrizio Corona, l’ex re dei paparazzi, che da settimane dispensa nomi di giocatori coinvolti nel girone infernale delle scommesse tenendo in pugno il calcio italiano. Corona è un collaboratore della società Atena che ha un contratto con Dillinger srl, la creatura che l’ex fotografo dei vip, rivendica come sua, ma nella quale non ricopre incarichi.
L’editore si chiama Andrea Betrò, di mestiere commercialista come il padre. Domani ha già raccontato i soci attuali ed ex, il passato e il presente dell’editore che non ha gradito la nostra inchiesta e diffidato il nostro giornale senza, però, smentire nulla di quello che avevamo rivelato.
Betrò è arrivato anche a prendere le distanze da se stesso, durante l’intervista aveva dichiarato: «La rivista deve andare avanti e non andrà avanti sempre con questi toni, se dovesse eccedere o esagerare nei modi di fare, io non ho nessun problema a chiedere a Corona di allontanarsi». Nella lettera inviata a Domani dal suo avvocato si legge: «Nega di avere anche solo minimamente paventato l’allontanamento nei confronti di Fabrizio Corona, con il quale invece auspica di proseguire nella proficua collaborazione già avviata». Betrò entra in quest’avventura editoriale coinvolgendo un altro importante figura del territorio, Domenico Maduli, editore dell’emittente calabrese LaC. Il commercialista è socio nell'azienda Montecarloadv, insieme a Pubbliemme, la società di Maduli e della moglie, Maria Grazia Falduto. Montecarlo si dovrebbe occupare della pubblicità, ma non è ancora attiva. I Betrò, padre e figlio, condividono la professione, ma anche la rete di amicizie e relazioni.
Parla Pollari
Una, in particolare, balza agli occhi leggendo il curriculum del quarantenne professionista e trova conferma parlando con diverse fonti sul territorio: quella con Nicolò Pollari, potente e discusso capo dei servizi segreti negli anni d’oro del berlusconismo.
«È stato invitato come relatore in numerosi convegni su varie tematiche (...) docente aggiunto a contratto alla cattedra di diritto tributario punitivo e di diritto tributario internazionale presso l’accademia della guardia di Finanza di Roma (2009 al 2014)», si legge. Ma a metà curriculum spunta anche Pollari, Betrò ha «cooperato alla pubblicazione» di tre tra libri e testi dell’allora capo del Sismi, il vecchio servizio segreto militare: Diritto tributario, Lezioni di diritto tributario internazionale e Lezioni di diritto tributario.
«Ha collaborato a livello universitario, ha avuto dei rapporti di carattere culturale con me. Ci sono trenta, quaranta persone che hanno collaborato, lui ha fatto corsi nei quali insegnavo anche io», dice Pollari. Ma conosce il padre? «Una bravissima persona anche se le mie esperienze in loco risalgono agli anni novanta, comunque certo che li conosco, ho un rapporto di amicizia con loro anche se ormai ci vediamo molto raramente. Ci incontrammo grazie ad amici comuni».
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