Durante Lucchese-Milan Futuro, partita di Serie C, tra i tifosi locali è apparsa una svastica, mostrata anche in diretta tv. Gli autori sono ignoti. La tradizione neofascista allo stadio e la benevolenza da parte dell’amministrazione comunale: «La curva è un bacino di voti per i fascisti del terzo millennio»
Stadio Porta Elisa di Lucca, Lucchese-Milan Futuro di Serie C, domenica 29 settembre. Diretta Sky, il tifo organizzato della Curva ovest diserta per protestare contro le squadre di Serie A in Lega Pro. Non ci sono gli striscioni e una sagoma appare sul vetro della tribuna, fatta con lo scotch: è una svastica.
Sarebbe lì da tempo. Autori ignoti. È difficile immaginare che chi frequenta la Ovest non sapesse. Come chi ultimamente lì ci signoreggia, i QBR, “Quei bravi ragazzi”: «Sono i diretti eredi dei vecchi Bulldog, gruppo ultras di estrema destra, un filo nero li lega a questa tradizione neofascista allo stadio, che controllano completamente. E c’è una grande benevolenza da parte dell’amministrazione comunale», commenta Massimiliano Piagentini, attivista che dalla pagina “Difendere Lucca da Casapound” tra i primi ha diffuso le foto del simbolo nazista.
La curva bacino di voti per casapound
L’episodio fa riflettere sul loro crescente potere. E sul successo degli ex “fascisti del terzo millennio” a Lucca (due assessori e tre consiglieri), che per Piagentini si spiegherebbe così: «Casapound ha un bacino di voti proprio nella curva dello stadio».
Intanto alla presentazione della Lucchese il 3 settembre scorso, l’assessore Moreno Bruni, Fratelli d’Italia, dichiara: «Siamo una giunta di tifosi. Di solito siamo insieme ai ragazzi della Ovest a guardare la partita. Ora sono dall’altra parte del campo». Il corteo “Di Lucca l’orgoglio” degli ultras ha appena sfilato dalla centralissima Piazza San Michele fino allo stadio, mentre il Toscana Pride in programma il 7 settembre è stato relegato fuori dal centro perché nel mese ci sono troppi eventi.
A giugno invece, alla festa annuale “Curva Ovest Fest” c’era sia l’assessore allo Sport Fabio Barsanti (ex coordinatore di Casapound Lucca) che il latitante Andrea Palmeri, collegato dal Donbass, picchiatore ex capo dei Bulldog, condannato in Cassazione a marzo a cinque anni per il reclutamento e l’addestramento di mercenari per combattere in Ucraina con le truppe filo-russe.
Nel 2016 a Firenze era stato condannato in contumacia a due anni e otto mesi: tra le accuse, associazione a delinquere e lesioni aggravate. «L’evento viene fatto da anni, ci partecipano le famiglie (..) Palmeri non era annunciato (..) Io non sono andato quel giorno, ero impegnato, ma sarei potuto tranquillamente andare», aveva spiegato il sindaco Mario Pardini, in risposta ad un’interrogazione.
Tra gli ultras amici di Barsanti e del consigliere Lorenzo del Barga, capolista di Difendere Lucca, la lista con cui si è camuffata Casapound, spiccano Fabio Vitrano, condannato nel 2016 a due anni perché trovato in possesso di una postola rubata, ed Eugenio Santelli, già responsabile della raccolta alimentare dei “fascisti del terzo millennio” in città, arrestato per gli scontri del 2022 dopo la partita Lucchese-Reggiana. Attivissimo nell’ultima campagna elettorale, in un post chiedeva le preferenze per il «capitano della nostra squadra e compagno di tante battaglie» Del Barga.
Assegnazioni e simboli fascisti
Esattamente un anno fa invece, l’altro consigliere di Difendere Lucca, Giacomo Tosi (confluito nel gruppo dopo l’elezione con Centrodestra per Barsanti, il terzo consigliere invece è Andrea Barsanti, fratello dell’assessore), si era dimesso subito dopo l’assegnazione della gestione del bar dello stadio, di proprietà comunale. La minoranza in consiglio aveva parlato di «inopportunità politica».
Tosi, anche lui ultras della Lucchese, è proprietario di un altro locale non estraneo a iniziative con la Rete dei Patrioti (i fuoriusciti di Forza Nuova) e Vento dell’Est, gruppo di estrema destra filo-russo. Quest’ultimo lo guida Lorenzo Berti, fondatore di Casapound a Pistoia. Nel 2022, scrisse un post con l’hashtag #25aprileluttonazionale, finendo nella bufera.
Anche il Centro Sportivo Sandro Vignini, interno allo stadio, ha ospitato eventi legati agli stessi nomi, come un torneo di calcetto e cene di raccolta fondi per i diffidati-daspati. L’ingresso della Curva Ovest nonché accesso del Museo Rossonero è dipinto coi colori della squadra, ma vi sarebbero riconoscibili i caratteri delle rune naziste: i dubbi li aveva sollevati il sindaco uscente.
«Tambellini vede il nazismo dove non c’è», gli rispondono. Chi lo ha scritto però non ha dimenticato nel 2017 la foto a tranello col braccio alzato insieme al vescovo Italo Castellani e la curva disertata durante la consegna del gagliardetto della squadra a Dante Unti, 98 anni, sopravvissuto ai lager tedeschi.
«Forza Lucca», gridò qualcuno dalla Ovest, sul minuto di silenzio per i morti.
© Riproduzione riservata