Dentro la gara tutta interna alla destra, in cui Matteo Salvini e Giorgia Meloni competono per imporre ciascuno la propria matrice identitaria fino alla caricatura, arriva mercoledì 2 ottobre in Commissione cultura della Camera la proposta della Lega che impegna il governo a «includere gli edifici di fondazione del comune di Latina quali sito del patrimonio mondiale Unesco».

A mettere sotto il manto di “patrimonio dell’umanità” la città voluta da Benito Mussolini è la deputata del Carroccio Giovanna Miele, 44 anni, ex consigliera comunale di Latina passata da Forza Italia alla Lega. Molto vicina al vicesegretario della Lega Claudio Durigon, che propose di cancellare il nome dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal parco cittadino per intitolarlo nuovamente ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.

La deputata agro pontina è balzata alle cronache per aver organizzato un evento, con tanto di logo del partito, su scuola e Pnrr dove protagonisti furono, loro malgrado, gli studenti di un istituto battezzati come «Ballila di Durigon». Il 25 gennaio 2023 nella sala conferenze dell'hotel Europa, a Latina, gli allievi dell’istituto comprensivo Giulio Cesare di Sabaudia erano stati invitati a intonare di fronte ai dirigenti del Carroccio prima l'inno nazionale e poi quello del loro istituto, con divisa della scuola e mano destra sul cuore. Il tutto a un centinaio di metri di distanza dal balcone del palazzo municipale dove Mussolini arringava la folla. L’evento aveva addirittura portato qualche esponente della Lega a confidare sottovoce che «sì, era stata fatta una sciocchezza».

La risoluzione

"Palazzo M", una delle costruzioni più rappresentative del periodo fascista a Latina (credits: Wikimedia Commons)

Oggi Mieli chiede un impegno da parte del governo verso la città di fondazione del fascismo, «nata col nome di Littoria durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica integrale dell'Agro Pontino».

Latina è qualcosa più di un tradizionale feudo di destra: la città del Principale, come la definiva Giuseppe Ciarripico; il palazzo a forma di M, che ricalca la forma dell'iniziale di Mussolini; la piazza san Marco dove sorgeva l'Opera Nazionale Balilla; la bonifica; più avanti roccaforte missina, poi teatro di inchieste per infiltrazioni di criminalità organizzata.

Per la deputata della Lega, l'inserimento degli edifici di Latina nell'elenco dei siti patrimonio dell'umanità Unesco porterebbe «maggiore attenzione» al valore artistico e storico.

«Siamo davanti a continui tentativi di riscrivere la storia e di riabilitare il ventennio fascista, ben lontani da quando Gianfranco Fini, fondatore di Alleanza nazionale, lo definì "male assoluto". E adesso questa proposta che definirei bizzarra, per essere buoni», commenta Laura Boldrini, deputata Pd. «L'architettura e le opere volute durante il regime dittatoriale guidato da Mussolini restino dove sono a perenne monito dell'epoca più buia della storia moderna del nostro paese. Niente di buono fece quel regime: non fece bene a Giacomo Matteotti né tanto meno ad Antonio Gramsci, non fece bene alle libertà civili del popolo italiano, non fece bene alla comunità ebraica, non fece bene ai popoli colonizzati in Africa. Queste mosse che mirano a dare concretezza a quel vecchio adagio secondo cui "ha fatto anche cose buone", per quanto mi riguarda, sono da rispedire al mittente con nettezza».

I precedenti

Ma non è la prima volta che una proposta così “nostalgica” approda tra le stanze del parlamento: c’è un retroterra nero di mozioni e ddl firmati Lega e Fratelli d’Italia. Una settimana fa l’onorevole Paola Chiesa, capogruppo del partito di Meloni e molto vicina al presidente del Senato Ignazio La Russa, è riuscita a portare in discussione alla Camera un disegno di legge per il “riconoscimento di Sacrario” al sommergibile Scirè che compì l’impresa di Alessandria, cioè l’affondamento nella notte tra il 18 e 19 dicembre 1941 di due navi da battaglia della marina britannica.

Si tratta del sommergibile assegnato dalla Regia Marina alla X Mas, comandato anche dal generale golpista Junio Valerio Borghese. Un mezzo militare legato a doppio filo al fascismo. Inequivocabile fin dal nome, Scirè, come la regione dell’Etiopia dove si tenne l’omonima battaglia tra le truppe italiane e quelle abissine, durante la guerra di Etiopia.

Fratelli d’Italia vuole che il relitto sia riconosciuto come sacrario militare subacqueo, cioè definitivamente assegnato al patrimonio dello stato, che deve prestare tutela storica e culturale.

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