L’europarlamentare di Forza Italia: «Preservo il partito dagli attacchi». Interrogatorio di garanzia per la sua segretaria, Luciana Simeone, per cui sono stati disposti i domiciliari: è accusata di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio per le presunte tangenti, per circa 46mila euro, versate ad alcuni politici affinché si spendessero in sede Ue per favorire il colosso cinese sul 5G
La Corte di appello di Napoli ha concesso gli arresti domiciliari a Lucia Simeone, detta Luciana, collaboratrice del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello (nonché candidato in pectore del partito azzurro alla guida della regione Campania e molto legato al ministro degli Esteri Antonio Tajani), colpita da un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità giudiziarie belghe nell'ambito di un'inchiesta incentrata su presunte tangenti, per circa 46mila euro, versate ad alcuni politici affinché si spendessero in sede Ue, attraverso una missiva, per favorire il colosso cinese Huawei sul 5G.
Intanto, secondo fonti vicine all'inchiesta europea, emergerebbero dei bonifici - quattro per la precisione - per una cifra complessiva che si aggira intorno a qualche migliaio di euro, che vedono come destinatario proprio Martusciello, dagli atti con i quali la procura belga ha chiesto l'arresto della sua segretaria Lucia Simeone.
La rinuncia di martusciello in campania
Martusciello, al congresso cittadino di Battipaglia, ha ufficializzato la sua rinuncia alla candidatura per le elezioni regionali in Campania. «La mia priorità è offrire a Forza Italia un percorso sereno verso le regionali. Ho costruito in questi anni un partito al di sopra di ogni sospetto e in una fase in cui è giusto che ogni contesto venga chiarito senza interferenze, ritengo doveroso contribuire a preservare il partito da ogni possibile elemento di attacco o strumentalizzazione chiarendo che non rientro tra i possibili candidati alla presidenza della Regione Campania».
«Il mio impegno politico non cambia: continuo a lavorare con determinazione per rafforzare Forza Italia e costruire un'alternativa solida per il futuro della Campania», ha concluso il leader degli azzurri campani.
L’assistente simeone ai domiciliari
Nell’interrogatorio di garanzia di sabato 22 marzo Luciana Simeone, assistita dall'avvocato Antimo Giaccio, ha risposto alle domande che le sono state rivolte davanti al davanti al giudice Corinna Forte della Corte d'appello di Napoli.
La procura belga le contesta i reati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. Per Simeone le autorità belghe hanno chiesto l'estradizione e adesso si apre la procedura di consegna. L'indagata si è detta pronta ad affrontare il processo in quanto, riferisce l'avvocato Giaccio, «non ha nulla da nascondere».
Secondo il legale, Simeone si sarebbe recata a Bruxelles al massimo una dozzina di volte. Lì condivideva l'abitazione, dove soggiornava in occasione di queste trasferte, anche con il portoghese Nuno Whanon Martins, con un passato da consigliere di Martusciello per il Medio Oriente, fermato in Francia dopo le perquisizioni nelle sue residenze in Portogallo.
La vicenda
L’assistente parlamentare a Bruxelles di Fulvio Martusciello è stata arrestata giovedì 20 marzo in un albergo a Marcianise, in provincia di Caserta, su mandato della autorità belghe.
Quello di Simeone è il secondo nome di peso coinvolto nell’inchiesta, esplosa nei giorni scorsi a Bruxelles, sul cosiddetto caso Huawei. Anche l’altro arrestato, Nuno Wahnon Martins, fermato giovedì in Francia su mandato della procura federale belga, è stato un collaboratore del parlamentare azzurro. È proprio Martins il portoghese coinvolto nel caso di sospetta corruzione di europarlamentari a beneficio di Huawei, colosso cinese delle telecomunicazioni. Una società gestita da Wahnon Martins sarebbe stata infatti usata per veicolare le tangenti pagate da Huawei.
Il nuovo presunto scandalo di corruzione esploso intorno al parlamento europeo ha contorni sempre più simili a quelli del Qatargate.
Nel mosaico ancora all'inizio dell'indagine legata a Huawei i sospetti degli inquirenti belgi ruotano intorno al possibile coinvolgimento di ex e attuali eurodeputati e assistenti parlamentari nel presunto giro di tangenti, regali e favori orchestrato dall'italo-belga Valerio Ottati, alla guida degli affari Ue del gigante cinese, per orientare la politica europea a favore degli interessi cinesi. Con il fermo di Simeone, il cerchio sembrerebbe stringersi attorno a Martusciello che però non risulta tra gli indagati.
Il nome del capodelegazione azzurro era già stato accostato all'inchiesta complice la firma su una lettera, datata 4 gennaio 2021, sottoscritta da altri parlamentari europei - tra cui anche Patriciello e Milazzo (Forza Italia), Dorfman (Suedtiroler Volkspartei), Ferrandino e i rumeni del Ppe Busoi e Buda e dei Socialisti Tudor - e redatta, secondo diverse fonti, dallo stesso Ottati. Il documento, indirizzato ai vertici della Commissione Ue, chiedeva di escludere il 5G dal dibattito politico scongiurando il bando delle apparecchiature cinesi dalle infrastrutture europee.
Una sollecitazione politica poi caduta nel vuoto con la decisione di Bruxelles - annunciata il 15 giugno 2023 - di raccomandare ai Ventisette di tagliare fuori dalle loro reti Huawei e Zte perché ad alto rischio per la sicurezza nazionale. Il Ppe, la famiglia europea di Forza Italia, sceglie la linea della prudenza in attesa dell'evolversi delle indagini. Ci sarà massima collaborazione con la giustizia, ma se qualcuno ha violato le regole dovrà assumersene la responsabilità, è la posizione filtrata dai Popolari di Manfred Weber.
Le parole dell’avvocato di Simeone
«È pronta a difendersi da accuse mortificanti, le viene chiesto di giustificare un bonifico di mille euro», ha dichiarato nei giorni scorsi l'avvocato Antimo Giaccio, legale di Lucia Simeone. «Sono accuse non comprensibili, notificate peraltro in lingua francese. Non sappiamo neppure chi siano i componenti di questa associazione a delinquere a cui si fa riferimento», ha detto il legale.
«Gli inquirenti francesi chiedono di giustificare la ricezione e il riciclaggio di mille euro, denaro ricevuto attraverso un bonifico emesso dall'ex collega portoghese dell'europarlamentare Fulvio Martusciello, Miguel Benoliel de Carvalho Wahnon Martens. Sabato (oggi, ndr) daremo spiegazioni circa questi soldi ricevuti da un collega».
La donna comunque «era solo una mera esecutrice di ordini, una segretaria», ha tenuto a precisare il difensore.
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