Il sindaco di Venezia si è difeso in consiglio comunale dalla accuse di conflitti di interesse e ha attaccato Domani per le inchieste su di lui: «Falsità e offese come strumento di propaganda politica». La richiesta di risarcimento danni e le accuse di «pregiudizio anti-imprenditoriale»
«Mi costituisco immediatamente. Sono colpevole perché non cederò mai davanti alla prepotenza. Sono colpevole perché resto un incorreggibile ottimista. Sono colpevole perché ho ancora la capacità di sognare». Si è difeso così il primo cittadino di Venezia, Luigi Brugnaro, nel consiglio comunale straordinario dedicato ai conflitti di interesse del sindaco-imprenditore, svelati dalle inchieste di Domani e del Tempo.
«Spero che questo mio intervento possa mettere la parola fine a mistificazioni, dicerie, illazioni e soprattutto falsità che sono utilizzate come strumento di propaganda politica», ha detto Brugnaro in una seduta fissata per le 13 ma iniziata con due ore di ritardo a causa di un colloquio tra il sindaco e i suoi legali. «Stanno mettendo in cattiva luce la città, ma alla fine sarà un boomerang per chi alimenta la polemica e pensa di trarne profitto».
Nel suo discorso Brugnaro ha citato Domani per 14 volte, annunciando di aver sporto querela civile contro il giornale: «Ho dato mandato all’avvocato Andrea Pasqualin perché proceda a una causa risarcimento danni per la grave campagna diffamatoria. Troppo gravi sono le falsità, le illazioni e le offese perché io possa restare inerte». Brugnaro aveva già annunciato querela nei confronti di Domani: una minaccia ripetuta in più occasioni ma che finora non si è concretizzata.
Il sindaco ha anche attaccato i consiglieri di minoranza, bollando come «politiche» le critiche nei suoi confronti, che sarebbero legate a un «clima anti-imprenditoriale» diffuso nel paese: «È evidente l’attacco generalizzato al sistema di chi fa impresa, come se creare posti di lavoro fosse un peccato o ancora peggio un reato. Ci sono elenchi che sembrano di proscrizione su chi sostiene le attività sportive».
L’inchiesta di Domani
Gli affari del sindaco di Venezia sono stati indagati da numerosi articoli apparsi su Domani. Il 6 settembre Giovanna Faggionato riportava «gli incroci tra gli affari privati della galassia che fa riferimento a Brugnaro e gli incarichi pubblici anche più evidenti. Per esempio Paolo Bettio, socio del trust di Brugnaro nella società di comunicazione Attiva spa, è stato nominato da Brugnaro-sindaco nell’ottobre del 2015 amministratore unico di Venis spa, la società che gestisce i servizi informatici del comune di Venezia».
Altri articoli sono apparsi nelle edizioni del 9, 10, 16, 17 e 25 settembre, in cui si riporta che l’area immobiliare veneziana dei Pili, «oggetto di molte accuse di conflitto di interessi mosse da diverse forze politiche a Brugnaro, sindaco di Venezia e cofondatore con Giovanni Toti di Coraggio Italia, vale almeno 70 milioni di euro in più secondo lo stesso proprietario».
Nella seduta straordinaria del consiglio comunale si è quindi discusso il groviglio di conflitti di interesse attorno alle partecipate del comune, gli appalti ai privati del trasporto pubblico e il piano della mobilità Venezia 2030, che trasforma il terreno della società Porta di Venezia – riconducibile a Brugnaro – in uno dei principali terminal di ingresso alla città.
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