Era l’ultimo passaggio necessario per consentire l’eutanasia del 44enne marchigiano che da oltre un anno si batte affinché anche nel suo caso possa venire applicata la cosiddetta sentenza Cappato-Dj Fabo del 2017
La commissione di esperti nominata dall’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche (Asur) ha dato il via libera all’utilizzo del Tipentone per il suicidio assistito di “Mario”, nome di fantasia di un 44enne marchigiano tetraplegico che da oltre un anno cerca di ottenere l’autorizzazione all’eutanasia sulla base delle condizioni previste dalla cosiddetta sentenza Cappato-Dj Fabo del 2017.
- L’autorizzazione a utilizzare il Tiopentone e le modalità di somministrazione del farmaco erano uno degli ultimi passaggi necessari al suicidio assistito di “Mario”. Per l’Associazione Luca Coscioni, che ha assistito “Mario”, si tratta di una decisione «storica».
- La richiesta di eutanasia di “Mario” è basata sulla sentenza del 2017 che stabilisce le quattro condizioni per la non punibilità dell’assistenza al suicidio: la persona che lo richiede deve essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, deve essere affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili, deve non volersi avvalere di altri trattamenti sanitari per il dolore o la sedazione profonda, ed essere infine pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
- Sono circa 15 mesi che “Mario” è impegnato in una battaglia legale per ottenere l’eutanasia, una richiesta inizialmente respinta dall’Asur della Marche e contro la quale Mario ha fatto appello al tribunale di Ancona, che gli ha dato ragione, obbligando le autorità sanitarie delle Marche a verificare se il suo caso rispettava le quattro condizioni stabilite nel 2017.
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