Il provvedimento, come hanno fatto notare gli operatori del settore, non contiene nessuna norma che tenti di tamponare le due emergenze che affliggono il sistema detentivo: il sovraffollamento e i suicidi. La scelta del capo dello stato potrebbe alimentare frizioni con la maggioranza, in attesa della promulgazione del ddl Nordio che abroga l’abuso d’ufficio
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il decreto legge “carceri”, approvato ieri – mercoledì 7 agosto – in via definitiva alla Camera.
Il provvedimento, tra le altre cose, prevede mille assunzioni per la polizia penitenziaria nei prossimi due anni, modifiche sui colloqui telefonici, un tentativo di snellire le procedure per ottenere il beneficio della liberazione anticipata. Durante l’esame in parlamento, sono state introdotte diverse novità al testo: dall'istituzione di un commissario per l’edilizia alla previsione di un’indennità specificità organizzativa penitenziaria, oltre a una serie di misure che riguardano i domiciliari per gli over 70 e i lavori di pubblica utilità.
Il decreto carceri introduce anche un nuovo reato, quello di “peculato per distrazione", necessario per tentare di scongiurare la procedura di infrazione Ue che potrebbe scattare quando verrà promulgata l’abrogazione dell’abuso d’ufficio.
Il ddl sull’abuso d’ufficio
Proprio sul ddl Nordio, che comprende l’abolizione dell’abuso d’ufficio, in questi giorni si stanno registrando frizioni tra la maggioranza di governo e il capo dello stato. Mattarella, secondo quanto previsto dalla Costituzione, ha un mese di tempo per promulgarlo, a partire dal giorno della sua approvazione. La scadenza è il 10 agosto e, a pochissimi giorni dal termine, non è ancora arrivata la promulgazione. Al contrario del decreto carceri, bollinato dal Quirinale il giorno successivo all’approvazione.
Nei giorni scorsi ha fatto rumore un intervento di Enrico Costa, deputato di Azione che su X ha sottolineato come siano passati molti giorni dall’approvazione definitiva in parlamento del decreto che porta il nome del ministro della Giustizia.
Sotto al tweet è apparso un like del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che oggi è intervenuto sul tema: «Non attaccherei mai Mattarella, che considero un pilastro della nostra nazione. Ho messo un “mi piace” a un tweet di Enrico Costa. Lo faccio spesso, da anni, sulle sue riflessioni garantiste. Anche quando non è stato tenero nei confronti dell'esecutivo di cui faccio parte o, ancor prima del governo Meloni, quando aveva una linea diversa da quella di Fratelli d’Italia su alcuni temi della giustizia. Oggi leggo su diversi quotidiani cose del tipo “Governo contro il Quirinale”, “Il governo attacca...”. Allora mi sembra il caso di ribadire alcune cose: Crosetto quando vuole attaccare lo fa direttamente, non usando parole di terzi. Costa è di Azione, un esponente dell'opposizione, non di certo del governo. Non mi occupo di giustizia, ma ne parlo perché non penso possa esistere una democrazia compiuta senza una giustizia equa e super partes».
Il sovraffollamento
Tornando al testo del decreto carceri promulgato dal presidente della Repubblica, come hanno fatto notare gli operatori del settore a partire dai garanti regionali dei detenuti fino ai sindacati della polizia penitenziaria, il testo non contiene tuttavia nessuna norma che tenti almeno di tamponare le due emergenze che affliggono il sistema detentivo: il sovraffollamento che ormai supera il 120 per cento e l’inaccettabile numero di suicidi all’interno degli istituti penitenziari, 65 nel 2024.
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