Per la procura gestiva “i pizzini” e la cassa del boss recentemente arrestato. Secondo la procura si riferivano a lei con il nome in codice “Fragolone”. La famiglia Messina Denaro non ha mai abiurato la “fede” mafiosa. La dinastia criminale di Castelvetrano perde un altro pezzo.
I carabinieri del Ros hanno arrestato questa notte Rosalia Messina Denaro, la sorella di Matteo Messina Denaro, per associazione mafiosa. Avrebbe favorito, secondo la procura guidata da Maurizio De Lucia, la latitanza del fratello, la circolazione dei "pizzini” e la gestione delle ampie risorse economiche.
I militari hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido. Rosalia Messina Denaro, 68 anni, è stata arrestata dai carabinieri del Ros a Castelvetrano, nella abitazione storica di famiglia, in via Alberto Mario.
L’operazione è la prosecuzione dell'indagine che ha portato alla cattura dell'ex superlatitante, del suo autista Giovanni Luppino, del favoreggiatore Andrea Bonafede, del medico di Campobello di Mazara Alfonso Tumbarello e di un secondo Andrea Bonafede, il postino delle ricette mediche del boss.
I pizzini
Il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nell'ordinanza d'arresto di Rosalia Messina Denaro, sorella maggiorenne del capomafia, sottolinea anche la strategia del depistaggio adottata dal boss per tutelarla nel caso in cui alcuni “pizzini” fossero stati intercettati. «Dall'analisi dei pizzini rinvenuti covo di Campobello di Mazara - si legge - emerge che, oltre ai familiari stretti tra i principali destinatari aveva inviato una serie di ordini a terza persona indicata come “Fragolone”». Secondo i dati raccolti rileggendo le comunicazioni del capo mafia, uniti ad ulteriori risultanze investigative è emerso che Fragolone fosse proprio la sorella maggiore di Matteo Messina Denaro: «Riceveva sue direttive rivestendo di volta in volta o il ruolo di componente del proprio nucleo familiare d'origine, ovvero il ruolo di fedele esecutrice dei suoi ordini mafiosi».
Una dinastia criminale
La famiglia Messina Denaro non ha mai abiurato la “fede” mafiosa. Una Dinasty criminale quella dei Messina Denaro, storica famiglia mafiosa di Castelvetrano che oggi con l’arresto di Rosalia, sorella dell'ex latitante Matteo perde un altro pezzo.
In principio fu don Ciccio, boss indiscusso del mandamento, morto in latitanza. Il suo corpo, pronto per la sepoltura, fu trovato il 30 novembre del 1998 per strada dopo una chiamata anonima alla polizia. Don Ciccio aveva quattro figlie femmine e due maschi. Dei maschi, l'erede designato al vertice della famiglia, Matteo, è stato catturato il 16 gennaio 30 anni di latitanza.
L’altro, Salvatore, il primogenito, scarcerato nel 2006 dopo avere scontato una condanna per mafia, è stato riarrestato con le stesse accuse nel 2010. Non è andata meglio alle figlie femmine e al resto della famiglia: sono in carcere Patrizia, condannata in via definitva a 16 anni per associazione mafiosa e il marito Vincenzo Panicola; è morto in cella Rosario Allegra, marito di Giovanna ed è detenuto al 41 bis Gaspare Como, marito di Bice. Oggi è stata la volta di Rosalia.
In carcere anche il marito della donna, Filippo Guttadauro. Lui si occupava dei collegamenti fra Messina Denaro e il boss Bernardo Provenzano. Una delle figlie della coppia, Lorenza Guttadauro, è attualmente l’avvocata nominata dallo zio Matteo Messina Denaro.
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