Otto persone accusate a vario titolo di corruzione e traffico di influenze. Tra loro Tommaso Verdini, figlio di Denis (indagato). Verdini jr avrebbe ottenuto lavori in casa dagli imprenditori in cambio di un suo intervento sull’Anas. Nelle carte il sottosegretario Freni, che a Domani dice: «Nessuno mi ha mai avanzato richieste inopportune»
L’ultima indagine della guardia di finanza di Roma coordinata dalla procura delinea un sistema che lambisce politica, imprese e società di stato: appalti in cambio di consulenze fittizie di centinaia di migliaia di euro e di aiutini per promozioni o nuovi incarichi. Una triangolazione che permette agli imprenditori di avere informazioni riservate e favori per i loro affari, ai “consulenti” di avere forti ritorni economici e a livello di potere di influenza, e ai funzionari pubblici di arrivare al posto ambito, anche attraverso l’interessamento di esponenti del governo.
L’indagine dei finanzieri ha portato agli arresti domiciliari cinque persone, indagate a vario titolo per corruzione e turbativa d’asta. Più alla misura interdittiva di 12 mesi dai pubblici uffici per due persone.
I nomi che spiccano sono due: Tommaso Verdini con suo padre Denis, il potente ex senatore, ora suocero del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini. Verdini jr è finito ai domiciliari. Al centro c’è Anas, società statale che gestisce strade e autostrade. Tra gli indagati anche il socio di Verdini jr nella società di consulenza Inver, Fabio Pileri. Ci sono poi tre funzionari di Anas: Paolo Veneri, dirigente della Direzione appalti e acquisti; Paolo Veneri, suo sottoposto; e Domenico Petruzzelli, responsabile “Assetti Infrastrutturale Reti”. E tre imprenditori: Stefano Chicchiani, Antonio Samuele Veneziano e Angelo Ciccotto.
Nelle carte, tuttavia, c’è anche un altro nome, sebbene non sia tra gli indagati. Si tratta di Federico Freni, salviniano convinto e sottosegretario leghista all’Economia nei governi Draghi e nell’attuale governo Meloni, che ha partecipato a incontri avvenuti tra l’inverno del 2021 e l’estate del 2022 fornendo una «sponda istituzionale» alle strategie di Verdini e soci.
«Sono completamente estraneo a questa inchiesta – dice Freni a Domani – non essendo indagato. Ho visto alcune di queste persone qualche volta, altre non so neppure chi siano. In ogni caso nessuno mi ha mai formulato richieste inopportune».
Il sistema Verdini
I detective della finanza hanno scoperto, con pedinamenti e intercettazioni, che il dirigente Anas Veneri e il suo braccio destro Cedrone parlavano di procedure di gara in corso di svolgimento, assicurando interventi in favore delle società degli imprenditori segnalati da Tommaso Verdini e dal suo socio Pileri. I due funzionari pubblici, in cambio, «accettavano la promessa di utilità» da parte di Verdini e socio: ovvero di essere raccomandati in sedi politico-istituzionali «tra gli altri presso Massimo Bruno, Chief Corporate Affair Officier di FdS e presso Diego Giacchetti, neodirettore delle risorse umane di Anas» (entrambi non indagati, ndr) per la conferma in posizioni apicali di Anas «o comunque la ricollocazione in ruoli apicali ben remunerati».
Anche Petruzzelli, altro dirigente Anas, sarebbe stato un utile ingranaggio nel sistema. Per lui si sarebbero spesi con il sottosegretario Freni per un ruolo apicale in Autostrade del Lazio, come commissario della Roma-Latina. In cambio del loro appoggio nelle gare in corso o informazioni riservate sulle procedure gli imprenditori sollecitavano gli interventi su Anas, pagando la consulenza dei Verdini e Pileri con lavori nelle case di proprietà o somme di denaro in contanti «per un valore di circa 500mila euro».
Le intercettazioni
Il giorno dopo la perquisizione di un anno e mezzo fa il socio di Verdini a un interlocutore non identificato dice: «Bisogna tirà fuori Tommaso (Verdini, ndr) da ‘sta cosa [...] mi devo accollare tutto quanto io, non ci stanno cazzi che tengono...molto chiaro, questa è corruzione in cambio di posti».
Sempre dalle intercettazioni è risultato, scrivono i magistrati, «che socio di fatto e artefice della strategia della Inver (società di Verdini e Pileri, ndr) è Denis Verdini, in grado di far valere il suo peso politico sui referenti pubblici di Anas e di attivarsi al contempo per garantire a questi ultimi, con reciproca soddisfazione, utilità» soprattutto in «concomitanza con lo spoil system attuato con il cambio di governo». Verdini, in cambio di somme corrisposte, «è colui che in virtù del suo peso politico e dei suoi rapporti con il sottosegretario Freni e con il dottor Bruno... assicura sponde e appoggi istituzionali».
A essere preoccupati dagli avvicendamenti in Anas sono Petruzzelli e Cedrone, che in una conversazione parlano con Pileri di un «rapportino dei cattivi e dei buoni» che avrebbe consegnato a una persona di cui non cita il nome. Nella conversazione, sempre Pileri parla di una cena nel ristorante di Verdini a cui avrebbe partecipato anche il sottosegretario Freni che «si è messo subito a disposizione», dice. A inizio gennaio, Cedrone suggerisce a Petruzzelli «di contattare “Federico” (identificabile nel sottosegretario) per parlargli della Roma-Latina a cui Petruzzelli è interessato».
Il sottosegretario a Domani smentisce questa «disponibilità».
Un altro incontro importante è quello del 24 maggio 2022, negli uffici della Inver. Partecipano i Verdini, Pileri e Francesco Cavallaro (non indagato), rappresentante del sindacato nazionale autonomo di Anas. Nel corso della discussione parlano di una lista di persone da allocare all’interno del Gruppo Fs e ne spiega la genesi: «…è venuto qui Bruno [...] …quando nel cda è passato con loro e gli ha dato una mano quello della Lega, lui ha fatto un accordo con quelli della Lega di futura collaborazione con Matteo (non identificato, ndr) [...] e con noi tramite Freni un rapporto di intermediazione … e in cambio [...] ci ha chiesto una lista di persone interne a quel gruppo da aiutare». Discorsi che potrebbero essere naturalmente privi di basi fattuali.
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