Giorgia Meloni, guarita da una serie di problemi di salute che l’hanno fermata durante le feste, si confronta con i giornalisti – pur con la protesta di Fnsi, che è assente all’appuntamento in polemica con la cosiddetta legge Bavaglio – sulle questioni di più stretta attualità e sul futuro del suo governo. Netta sulla vicenda di Emanuele Pozzolo («sarà sospeso») e pronta ad attaccare le opposizioni sul caso Degni e sulle accuse di familismo al suo partito, Meloni ha auspicato anche che si trovi presto un accordo per le amministrative e ha parlato di ottimi rapporti tra i partner di maggioranza. 

TUTTE LE RISPOSTE (IN BREVE)

Chiara Ferragni: Meloni è tornata sul suo intervento ad Atreju in cui aveva attaccato l’influencer, spiegando di essere rimasta colpita dalla reazione della sinistra ed ha replicato «come se avessi attaccato il Che». 

Amministrative: Meloni auspica che la maggioranza arrivi il prima possibile alla selezione delle candidature. «Si figuri se non lo risolveremo adesso» ha detto la premier. 

Pace: Meloni sostiene che in Ucraina sta lavorando per «mantenere l’equilibrio delle forze in campo». In medio oriente difende il diritto di Israele a difendersi ma raccomanda di tutelare la vita dei civili palestinesi. 

Manovra correttiva: «Manterremo sempre aperto il nostro osservatorio e in corsa si valuterà cosa bisogna fare. Dobbiamo cercare di guardare un po’ più le luci che le ombre». 

Partito unico dei conservatori: Meloni punta a «rappresentare sempre più persone» e dice di «aver stima» della classe dirigente di FdI. «Questa accusa continua di familismo continua a stufarmi»: Meloni chiama in causa Fratoianni e Piccolotti e Franceschini e De Biase e dice che l’accusa di familismo sarebbe stata fuori luogo. 

Maternità: «Se mi chiedesse cosa scegliere tra la presidenza del Consiglio e mia figlia Ginevra non avrei dubbi». Ma secondo la premier, il traguardo non deve togliere l’opportunità dell’altro. «Non è un caso che mi sia occupata prevalentemente delle madri lavoratrici: voglio smontare il racconto che se metti al mondo un bambino ti precludi altre possibilità». 

Riforma della legge elettorale per il premierato: Meloni dice di non aver ancora ragionato sulla riforma. «Una soglia deve esserci per forza e il premio di maggioranza serve per forza» dice la premier, che chiede anche il ritorno delle preferenze. 

Le alleanze con AfD e Le Pen: «Non sono una persona che ama dare patenti anche per questioni di storia. Sono due partiti che non fanno parte del partito europeo che ho l’onore di guidare. Mi pare evidente che con AfD ci siano distanze insormontabili a partire dal rapporto con la Russia su cui invece Rassemblement National sta facendo un lavoro interessante». Per Meloni, chi prende grosse fette di consenso va comunque preso in considerazione. 

I mezzi «non proprio legittimi»: Meloni risponde dicendo che «non sono ricattabile» e che «non si fa condizionare». 

Rimpasto e candidatura di Vannacci: «A volte credo di vivere al contrario, non so dirle niente delle candidature di FdI» dice la premier. Per quanto riguarda i ministri, Meloni «non lavora a un rimpasto del governo». 

Via della Seta: «Sono convinta di questa decisione sulla base dei risultati arrivati con la Via della seta». Meloni cita la bilancia commerciale, peggiorata negli ultimi anni dal punto di vista italiano. «Non c’è reciprocità e scendono gli investimenti diretti cinesi», continua la premier, «gli investimenti italiani diretti in Cina sono aumentati». 

Il momento più difficile e quello più entusiasmante del 2023: Cutro è stato il momento più difficile per Meloni nell’anno passato. «L’accusa che è colpa tua» della morte di 94 persone è «una cosa che pesa». Momento più bello invece «quando riesco a stare in mezzo alla gente. Lì si percepisce una realtà molto diversa da quella che arriva nel palazzo».

Terzo mandato: «Sono abbastanza laica su questa materia. Per quello che riguarda il metodo penso che dovrebbe essere un’iniziativa del parlamento» ha detto la premier. «Non mi creerebbe un grande problema» un limite di due mandati per il premierato. 

Il 2024: Riforma della giustizia, Pnrr e Piano di borse di studio per studenti meritevoli. Sono questi i tre obiettivi che si pone Meloni per il 2024. 

Mario Draghi: Draghi ha «dichiarato di non essere disponibile» a presiedere la commissione europea. Meloni era all’opposizione ma sostiene di non aver avuto problemi a sostenerlo su alcuni temi. «Parlare del totonomi oggi non è il vero tema, la questione è cosa debba fare la Commissione». 

Paradisi fiscali: Per Meloni ci vuole un’armonizzazione delle norme dei paesi europei. «Abbiamo varato la riforma fiscale» dice la capa del governo. «Penso che anche alcuni segnali che abbiamo dato in tema di tassazione del mercato del lavoro siano importanti. Credo che bisogna rendere il nostro sistema fiscale competitivo». 

Rapporto con gli alleati: «Quando abbiamo un problema ci mettiamo seduti e ne discutiamo fino a quando non lo abbiamo risolto» dice la premier. «Non sono preoccupata delle elezioni europee con sistema proporzionale. Credo che le differenze siano un valore aggiunto e penso che possiamo valorizzarle senza che diventi una competizione interna. Non mi pare ci sia da parte nessuno la volontà di sottomettere la durata del governo alle priorità di partito». 

Questione morale: Per Meloni «Conte pone la questione morale per tutti salvo che per il M5s» e promette che «si occuperà» di chi si comporta male. 

Elon Musk: «Abbiamo invitato Elon Musk perché invitiamo chi ha qualcosa da dire». Meloni sostiene però che «non cambierò opinione sulla maternità surrogata». 

Salvini-Huawei: La premier glissa sulla domanda, dice di non conoscere il contenuto della nostra inchiesta. 

Rai: «Non mi sembra venissimo da un’età dell’oro. L’azienda ha avuto e ha i suoi problemi, molto si può fare per garantire maggiore pluralismo e per limitare alcuni sprechi». Meloni si dice «soddisfatta» della riduzione del debito, mentre per quanto riguarda gli ascolti, «la Rai fa servizio pubblico. Se dovessimo giudicarla sull’audience perdiamo un po’ il senso del servizio pubblico». La premier ricorda che FdI, unico partito d’opposizione al governo Draghi non aveva un consigliere d’amministrazione in Rai. «Le accuse di Telemeloni da una sinistra che con un 18 per cento di consensi esprimeva il 70 per cento delle posizioni in Rai… Stiamo facendo un lavoro di riequilibrio». Meloni cita anche il caso Corsini, spiegando di essere stata a lungo criticata da giornalisti Rai: «Decidiamo che si proceda per tutti alla stessa maniera». 

Periferie: «Ci sta dando qualche soddisfazione il lavoro su Caivano. Stiamo procedendo in linea con i tempi, nel fare cose semplici abbiamo restituito diritti banali che prima non c’erano». La premier spera di trasformare territori famosi per la cronaca in modelli «ma se non si comincia da qualche parte probabilmente non si riesce». 

Giudizi di Amato sul governo: Meloni sostiene di non avere nulla da dire ad Amato, pur essendo rimasta «basita» dalle dichiarazione sulla Corte costituzionale. «Il mondo in cui la sinistra ha più diritti è finito» ha detto la premier. 

Caso Verdini: «Bisogna aspettare gli sviluppi della magistratura» per valutare il caso Anas, dice la premier. Sul caso specifico di Tommaso Verdini quindi non interviene. Per Meloni «Salvini non viene chiamato in causa e perciò non ritengo che debba riferire in aula».

Caso Pozzolo: «A chi ha il porto d’armi per difesa personale capita di girare armato». Ma Pozzolo aveva bisogno di custodire l’arma con «responsabilità»: «Chi non è stato responsabile è stato chi detiene l’arma. Per questa ragione ho chiesto che Pozzolo venga deferito in commissione garanzia ai probiviri di FdI e che venga sospeso da FdI». 

L’immigrazione: «Non ritengo i risultati ottenuti soddisfacenti» dice Meloni, che sostiene di avervi dedicato una gran mole di lavoro. «La materia con la quale ci confrontiamo è una sfida epocale». La premier cerca una soluzione strutturale di lungo periodo attraverso internalizzazione e Piano Mattei. «Il mio obiettivo è fermare le partenze in Africa, valutare di aprire hot spot in Africa per valutare chi abbia diritto e chi no di arrivare in Europa e parallelamente lavorare sull’immigrazione legale». Meloni sostiene che l’Italia non avesse mai posto il problema dell’immigrazione. «Stiamo potenziando tutte le strutture potenziabili». 

Premierato e autonomia: La premier dice di non voler «toccare il ruolo del presidente della Repubblica». «Non vedo in che modo l’elezione diretta del capo del governo tocchi i poteri del capo dello stato: si rafforza la stabilità dei governi» ha detto Meloni. L’eventuale referendum «non è su di me, ma sul futuro. Gli italiani devono decidere che futuro vogliono». Per la capa del governo «l’autonomia si tiene perfettamente con il premierato». 

Privatizzazioni: Meloni prevede venti miliardi di privatizzazioni in tre anni. «La mia idea è ridurre la presenza dello stato dove non è necessaria e riaffermarla dove è necessaria». Un discorso che riguarda per esempio il caso di Poste, dove il controllo pubblico però non viene messo in discussione. Per Ferrovie invece la premier sta valutando l’ingresso di soci minoritari: «Abbiamo dato un bel segnale con Mps». 

Antisemitismo: Il generale Angelosanto sarà il prossimo prefetto a occuparsi specificamente della lotta all’antisemitismo dopo le dimissioni del coordinatore nazionale Giuseppe Pecoraro.

Facilità di fare investimenti in Italia: Per Meloni giustizia e burocrazia sono due riforme che servono. «Vorrei riformarle quest’anno in maniera seria». La premier ritiene che lo stato «controlla ma deve essere al fiano di chi produce». 

Il richiamo di Mattarella su balneari e ambulanti: La premier ha detto che l’appello di Mattarella sul decreto concorrenza «non rimarrà inascoltato. Dovremo valutare nei prossimi giorni, con i partiti di maggioranza e con i ministri competenti, l'opportunità di interventi chiarificatori». 

Accoglienza e Piano Mattei: Per Meloni il Patto di immigrazione e asilo è migliore delle regole precedenti, «motivo per cui l’ho sostenuto pur non essendo una mia priorità. Abbiamo bloccato la possibilità di riprendere persone che avevano passato il confine, altri paesi hanno bloccato la possibilità di ridistribuire: c’è un meccanismo che per noi è più di garanzia». Per la premier però non c’è soluzione finché si ragiona solo sugli immigranti già arrivati in Europa. Il Piano Mattei «è più avanti di quanto sembri. Ci sarà la conferenza Italia-Africa e quella sarà l’occasione per presentare il piano. C’è il tema dello sviluppo energetico. Si può lavorare con investimenti sulla produzione di energia politica in Africa. Ma lavoriamo anche sulla formazione». Meloni vorrebbe scegliere le priorità, selezionare dei partner con cui metterlo a terra e poi sperare che si moltiplichi. 

Il caso del consigliere della corte dei conti Degni: Meloni si chiede se sia normale per la sinistra che un magistrato si «comporti da militante». Per Meloni «è più grave il silenzio di Gentiloni e Schlein. Paolo Gentiloni, che lo ha nominato, Elly Schlein, nessuno ha detto una parola. Perché se chi ha nominato questo giudice dicesse qualcosa ammetterebbe che è normale che chi ha cariche che dovrebbero essere super partes possa fare militanza politica». Con Schlein, però, Meloni si impegna a un confronto televisivo. 

Gli extraprofitti delle banche: «L’eventuale accantonamento tassa extraprofitti comporterebbe aumento credito erogato» ha detto la premier, che non ha perso occasione per attaccare le opposizioni. «Sulla tassazione degli extra profitti alle banche ho sentito dire di tutto. Mi fa sorridere che i primi a criticare il governo siano quelli che quando erano al governo alle banche hanno preferito fare regali, vale per il Pd, per il Movimento 5 stelle che è stato cintura nera di aiuti alle banche».

Il patto di stabilità e il Mes: «Sono soddisfatta su Patto stabilità anche se non è quello che volevo. In Europa non c’è questo superiore interesse comune, si cerca una sintesi tra gli interessi delle nazioni». Meloni dice che non sarebbe stato possibile fare altro se non rimettersi all’aula, dove la ratifica della modifica del Mes è stata bocciata. «Non c’è mai stata una maggioranza parlamentare per approvarla». Per Meloni può essere un’occasione per elaborare un nuovo strumento: «Non credo che il tema della mancata ratifica del Mes vada letto in relazione ai risultati del patto di Stabilità».

La candidatura personale di Meloni alle Europee: La premier «non ha ancora deciso» se candidarsi in prima persona. «Io lavoro per una maggioranza alternativa alla maggioranza Ursula». Meloni non sarebbe disposta ad accettare un’alleanza con la sinistra.

Da dove verranno i fondi per la legge di bilancio 2025: Di fronte alla scelta tra l’innalzamento di tasse e taglio della spesa pubblica Meloni sceglierebbe la seconda. «La crescita italiana è stimata, ed è un dato buono, superiore alla media europea. Io non sono per aumentare le tasse quindi se devo lavorare lavoro prevalentemente sul taglio della spesa, come fatto quest'anno, con tagli lineari alla spesa pubblica che ci hanno consentito il rinnovo del taglio del cuneo contributivo. Poi vediamo quale sarà l'andamento dell'anno» prossimo per la manovra del 2025, «bisogna sapere quali sono le risorse che si hanno, io confido che quest'anno si possa essere ragionevoli e immaginare un taglio degli interessi».

Legge Bavaglio: Meloni ha specificato che l’emendamento Costa sulla pubblicazione degli atti giudiziari – contro cui Fnsi sta protestando alla conferenza stampa – non è un’iniziativa del governo. «La protesta si sarebbe dovuta tenere sotto il parlamento». 

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