Il reportorio musicale dalla principale società italiana che tutela il diritto d’autore non sarà più disponibile e i brani già pubblicati saranno silenziati
Meta, la società che controlla i social network Facebook e Instagram, non ha rinnovato gli accordi con la Siae, la principale società italiana di tutela del diritto d’autore. Come risultato, i brani musicali che fanno parte del repertorio Siae saranno eliminati dai social della società. D’ora in poi non sarà più possibile inserirli nei propri contenuti pubblicati sui social, mentre i brani già pubblicati saranno silenziati.
«Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae – ha scritto Meta in una nota pubblicata questa mattina – La tutela dei diritti d'autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all'interno della nostra libreria musicale».
La Siae ha immediatamente protestato contro la decisione. «Queste piattaforme guadagnano miliardi e sono restie a pagare qualcosa – ha detto Mogol, il nome d’arte dell’autore musicale e presidente della Siae Giulio Rapetti – Gli autori vivono grazie ai diritti d'autore e la nostra è una battaglia giusta che facciamo di difesa degli autori».
La Siae ha fornito la sua versione della trattativa in una nota, ricordando che Meta ha già raggiunto accordi in paesi come Francia e Germania, mentre accordi simili in Italia sono già stati raggiunti con Google. «La decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio Siae dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani – scrive la società – A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti».
© Riproduzione riservata