L’Internazionale progressista si schiera dalla parte dell’ex sindaco di Riace condannato a 13 anni e punta ancora una volta il dito contro «Matteo Salvini e gli interessi che rappresenta. Esclusione e sfruttamento sono le uniche leggi che conoscono»
«Mi chiamo Domenico Lucano, scrivo per avere il vostro sostegno» e il sostegno è arrivato a livello internazionale con la campagna Free Mimmo. L’Internazionale progressista dopo aver ricevuto l’appello di Mimmo Lucano scriverà al presidente del consiglio Mario Draghi e della Repubblica Sergio Mattarella perché vengano ritirate tutte le accuse all’ex sindaco di Riace, condannato a 13 anni per illeciti nella gestione dell’accoglienza ai migranti. L’appello è firmato tra gli altri dal celebre linguista Noam Chomsky e della capitana della Sea Watch Carola Rackete, arrestata per aver portato in salvo i migranti a Lampedusa nel 2019 ma di recente liberata da tutte le accuse, incluse quelle portate avanti sulla base dei decreti sicurezza di Matteo Salvini. Per la coalizione internazionale il sindaco di Riace non si è macchiato di alcuna colpa ma ha solo sostenuto i rifugiati.
Il caso
Il sindaco di Riace Domenico Lucano a settembre è stato condannato a 13 anni e due mesi. Per i giudici del Tribunale di Locri, Lucano è colpevole di associazione a delinquere e peculato commessi nella gestione dell’accoglienza ai migranti, progetti però lodati in tutto il mondo e che gli stessi giudici hanno descritto come figli di un’utopia.
Dopo la sentenza Lucano ha scritto all’Internazionale Progressista, associazione nata nel 2018 con lo scopo di unire gli attivisti da ogni parte del mondo su temi che spaziano dalla lotta per i diritti dei lavoratori di Amazon al riconoscimento della giustizia climatica, la trasformazione del paradigma produttivo che metta insieme sia la giustizia sociale sia l’attenzione per l’ambiente.
La coalizione globale raccoglie personaggi pubblici e parlamentari. Così, oltre a Chomsky e Rackete, si schierano dalla parte di Lucano il deputato francese e leader di France insoumise, Jean-Luc Melenchon, l’ex ministro e oggi deputato greco Yanis Varoufakis, e la sindaca di Barcellona, Ada Colau.
Lunedì 21 marzo invieranno una lettera al primo ministro italiano, Mario Draghi, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia chiedendo che si facciano avanti perché le accuse contro l'ex sindaco di Riace, Domenico “Mimmo” Lucano, siano ritirate.
Riace, ricordano, era conosciuta come una città morente con la sua popolazione in caduta libera: «Lucano ha reinsediato centinaia di famiglie di immigrati, dando nuova vita al paese, ed è stato premiato con tre mandati come sindaco con il suo “programma di ospitalità, ringiovanimento e abbondanza"». All’epoca, Lucano aveva ricevuto il plauso internazionale, adesso è un condannato.
L’accusa a Salvini
Prima che si arrivasse alla sentenza, nel 2018 Lucano si è dimesso da sindaco e, ricorda l’Ip, è finito nel mirino di Matteo Salvini, che in quell’anno è diventato ministro dell'Interno. Per l’Internazionale questa nuova congerie politica ha creato le premesse perché il sindaco di Riace finisse agli arresti domiciliari. Fino al 2020 il leader della Lega lo accusava di «colonizzare l'Italia con i migranti». Nel 2021 è arrivato il verdetto dei giudici: «Una scioccante condanna a 13 anni di carcere» per Lucano.
Lucano è ricorso in appello e ha invocato «sostegno per combattere le accuse contro di me, per difendere i migranti esclusi dalla nostra società e per smantellare la fortezza che è stata costruita lungo i confini dell'Europa».
In risposta, l'Ip, in associazione con DiEM25 e Catalyunya en Comu, ha lanciato la campagna globale #FreeMimmo in quattro lingue, francese, inglese, italiano e spagnolo, promuovendo la lettera alle autorità italiane per chiedere il ritiro delle accuse contro di lui. Noam Chomsky, membro del Consiglio dell'Ip, si è esposto in prima persona: «Domenico Lucano ha offerto una vera speranza per la rivitalizzazione di Riace e per il suo diventare un modello per gli altri. La sua punizione è una vergogna. Dovrebbe essere prosciolto subito e aiutato a portare avanti l'importante lavoro che aveva iniziato». Jeremy Corbyn, ex leader del partito laburista britannico e membro del Consiglio dell'Ip, gli ha fatto eco: «La nostra richiesta è molto semplice: far cadere le accuse».
Se da una parte si schierano dalla parte di Lucano, dall’altra puntano ancora una volta il dito contro Salvini: «Matteo Salvini e gli interessi radicati che rappresenta intendono inviare un messaggio che non tollereranno tali "crimini" di decenza e ospitalità. Esclusione e sfruttamento sono le uniche leggi che conoscono». Un’accusa che va oltre il solo leader della Lega: «Salvini non è solo. In tutta l'UE e nel mondo, i governi stanno demonizzando i migranti e criminalizzando coloro che danno loro rifugio».
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