I movimenti di fondi pubblici e le minacce del deputato regionale siciliano Carlo Auteri – di FdI – nei confronti del collega Ismaele La Vardera denunciati da Domani hanno scatenato forti reazioni all’interno del mondo politico, portando anche a un tentativo di scuse del numero due di Fratelli d’Italia in regione Sicilia e a una nuova replica di La Vardera. 

Auteri ha detto che «pur chiedendo scusa all'onorevole La Vardera per le parole utilizzate, però, non posso non evidenziare che le stesse sono state da me proferite a valle dell'ennesima provocazione rivoltami, insieme a una azione mirata, continua e insistente, logorante con il solo e mero obiettivo di attaccare la mia persona e il mio percorso politico – aggiungendo di essere sereno per la questione dei fondi – che riguarda la concessione di contributi in quanto tutte le procedure hanno seguito un percorso lecito all'interno del quadro normativo che le governa, secondo le competenze degli uffici preposti. Specifico inoltre che i fondi ottenuti elencati nel servizio si riferiscono al periodo covid».

La Vardara ha quindi commentato queste parole all’Ansa definendo quelle di Auteri delle pseudo scuse e annunciando che agirà per vie legali: «Ho incaricato i miei legali di presentare una denuncia-querela per "minaccia a corpo politico". Norma che punisce chiunque attenti con minacce ai corpi politici e si applica anche alle minacce rivolte al singolo componente di tali organi».

La vicenda

«Non mi conosci, io sono pazzo. Ti butto di sotto, ti riempio di legnate»: a parlare nell'audio è Carlo Auteri, numero 2 di Fratelli d'Italia all'Assemblea regionale siciliana. Le minacce, pronunciate nei corridoi dell'Ars, sono rivolte al collega Ismaele La Vardera, vicepresidente della Commissione antimafia della regione, che ha registrato tutto. Il motivo? La Vardera ha denunciato che fondi pubblici, come disposto da un provvedimento regionale, sono finiti a Progetto Teatrando, l’associazione culturale che Auteri ha fondato e che ha sede legale dove risiede la sua famiglia, a Sortino, in provincia di Siracusa. Ma ai 100mila euro svelati da Domani se ne aggiungono altri 25mila dall’assessorato destinati a Abc, l’associazione culturale che fino a ottobre aveva come legale rappresentante Celina Bruno, la madre di Auteri.

Le reazioni politiche 

Le opposizioni, regionali e nazionali, hanno chiesto prima tutto che venga fatta chiarezza sulla distribuzione dei fondi in questione. I membri dell’Assemblea regionale siciliana del Movimento 5 stelle ha condannato le minacce di Auteri, considerate ancora più inaccettabili perché pronunciate all’interno della sede dell’Assemblea: «Non ci si può voltare dall'altra parte. Il fatto è gravissimo, il deputato di FdI si dimetta e se non è lui a farlo, sia il suo partito a metterlo alla porta. I parlamentari non sono chiamati solo a legiferare, ma anche a controllare, e se trovano qualcosa che non va è giusto che la denuncino, senza che per questo debbano trovarsi in situazioni spiacevoli anche all'interno del parlamento». 

Una forte condanna delle minacce a La Vardera è arrivata anche da parte di Tiziano Spada, deputato regionale del Pd, e da tutto il gruppo consigliare del partito, il cui segretario, Anthony Barbagallo, e il capogruppo, Michele Catanzaro, hanno detto che «il metodo Auteri è la punta di un iceberg, è questo il modo in cui il centrodestra costruisce consenso in Sicilia, dove ancora una volta emerge il “sistema Fratelli d'Italia”: dopo Cannes e SeeSicily con i milioni di euro inghiottiti nei meccanismi dei finanziamenti al turismo, ecco i soldi alle associazioni dei familiari dei deputati meloniani».

Solidarietà a La Vardera e condanna delle minacce e dell’utilizzo dei fondi sono arrivati anche dal Pd nazionale. Il senatore Antonio Nicita ha auspicato un’immediata azione del presidente della Regione Renato Schifani: «Il presidente della Regione Renato Schifani congeli ogni forma di finanziamento di “eventi”, istituisca subito una commissione terza di indagine, utile anche alle iniziative che magistratura penale e contabile vorranno intraprendere, chiarisca ogni responsabilità, interrompa i meccanismi di micro finanziamenti a pioggia, di risorse pubbliche dei siciliani, così opachi nelle motivazioni e nelle destinazioni». Nicita ha inoltre detto che porterà il tema all’attenzione del parlamento nazionale.

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