Barbara Paci è una storica dell’arte titolare di una galleria in Toscana. Nominata in FdI con il presidente della commissione Cultura. Ha lasciato per «evitare conflitti di interessi». Lasciato il ruolo nel partito, è arrivata una commessa da 50mila euro con il museo Romano
Terme di Diocleziano, Roma. La luce dei primi giorni d’estate illumina le opere dello scultore messicano Javier Marin. Insieme all’artista, il 3 luglio scorso, c’è anche Federico Mollicone che taglia il nastro della mostra intitolata “Materiae” e, in base a quanto dichiara, porta «gli auspici della commissione Cultura» che presiede a Montecitorio.
Vernissage, anteprime cinematografiche, conferenze, dibattiti. Sembra vivere solo di cultura il deputato meloniano che, tra una citazione aulica di troppo e l’ennesima inaugurazione, è impegnato quotidianamente a “dirigere” la scena culturale di Roma e del Paese come se fosse il ministro che avrebbe voluto essere.
Ormai quel tempo trascorso a Colle Oppio, storica sede di Fratelli d’Italia, pare essere quantitativamente inferiore rispetto a quello che il parlamentare passa oggi nei musei e nelle biblioteche, dove è facile stringere relazioni, creare reti, accrescere contatti.
Proprio a un evento di questo tipo Federico Mollicone ha d’altronde detto a Domani di aver conosciuto la sua attuale consulente, Georgiana Ionescu, professionista di origine rumena che, oltre che con la presidenza della commissione Cultura, lavora anche per Civita mostre e musei. Ionescu, come già raccontato da questo giornale, cura eventi pure per l’Icas, l’intergruppo parlamentare ideato dallo stesso Mollicone: duplici ruoli, in altre parole, che fanno emergere conflitti di interessi, che i diretti interessati escludono.
Ma torniamo all’allestimento di cinque mesi fa. Una mostra realizzata «nell’ambito delle politiche di diplomazia culturale e delle celebrazioni dei 150 anni della nascita dei rapporti diplomatici tra Italia e Messico». E che conta diversi organizzatori. Tra tutti la Galleria Barbara Paci, il cui nome non è di certo nuovo a Mollicone.
Gallerista meloniana
La Galleria Barbara Paci, con sedi a Pietrasanta e a Forte dei Marmi, in Toscana, è di proprietà della storica dell’arte Barbara Paci, che nel 2022, dopo che la Lega di Salvini aveva supportato la sua candidatura (con liste civiche) a sindaca di Viareggio, entra in Fratelli d’Italia. Chiamata a Roma dal partito, Paci ha ricoperto un ruolo dirigenziale nel dipartimento Cultura e Innovazione. Un ingresso nel partito benedetto non a caso da Federico Mollicone, ringraziato pubblicamente da Paci: «Ringrazio ancora Federico Mollicone per avermi concesso con fiducia questa opportunità».
Tuttavia qualche anno dopo la gallerista torna sui suoi passi. Si dimette da ogni incarico per evitare «conflitti di interessi»: «Il ruolo politico attivo che ho svolto con passione e a viso aperto da ormai quattro anni ha generato una serie di rilevanti conseguenze verso il mio lavoro, la mia funzione e la mia posizione professionale, queste conseguenze hanno prodotto conflitti d’interessi professionali che mi impongono con rammarico ad effettuare una scelta».
Le dimissioni precedono un lauto incarico affidatole dal Museo nazionale romano: 50mila euro per la mostra dell’artista messicano Javier Marin, promossa da Mollicone in persona. E proprio in virtù delle dimissioni rassegnate, il conflitto di interessi – dicono le persone coinvolte in questa storia – non esiste più.
Il conflitto
Oggi Barbara Paci è “libera” di collaborare all’organizzazione di mostre ed eventi come desidera. Un esempio è l’esposizione, attualmente in corso, visitabile sempre al Museo nazionale romano. Si intitola “Versus” ed è dedicata all’artista Massimiliano Pelletti: l’organizzazione è targata Paci, naturalmente sempre con «gli auspici della presidenza della commissione Cultura». All’inaugurazione dell’evento, a ottobre, il cui curatore è Stephane Verger, è presente ancora una volta Mollicone: era ottobre.
Solo un mese dopo, a novembre, Verger viene “destituito” dal ruolo di direttore dal ministro Alessandro Giuli. Così scriverà una lettera aperta in cui, con un po’ di rammarico, sottolineerà il fatto che il capo del dicastero di via del Collegio Romano non abbia «ritenuto opportuno rinnovare il contratto dopo quattro anni di grande lavoro». Quali le ragioni sottese alla scelta del ministro? Non è dato sapere.
La gallerista Paci è rientrata da poco in Italia dopo un evento a Miami. Domani ha provato a contattarla per capire in quali rapporti si trovi adesso con l’amico Mollicone. Non è stato possibile però ottenere una risposta: impossibilitata a rispondere per motivi personali. In riferimento alle dimissioni dai ruoli in Fratelli d’Italia, la risposta non può che essere quella ufficiale, rilasciate in note e comunicati dei mesi addietro: «Evitare il conflitto di interessi».
Conflitto d’interessi non c’è mai stato invece, sostengono Mollicone e Ionescu, in relazione agli incarichi e ai ruoli ricoperti da quest’ultima. Vicende simili, interpretazioni differenti. Di certo dall’affaire dell’ex ministro Sanguliano, alle nomine nell’azienda Ales fino quelle nei teatri e dei consulenti, il principio seguito sembra sempre lo stesso: “l’amichettismo”.
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