Narciso Mostarda, in ballo per la nomina in Calabria, ha partecipato alla selezione per diventare direttore dell’Asl Roma 2 e a quella per guidare il policlinico Umberto I e Tor Vergata. Ma non è stato ritenuto idoneo. A valutarlo una commissione di esperti dove spicca il nome del professor Bernardo Mattarella, figlio del Presidente della Repubblica
- Nella girandola infinita di commissari per la sanità in Calabria, di tanto in tanto, spunta un nome: Narciso Mostarda. Domani può rivelare anche un'altra storia che lo riguarda. Il suo nome compare in una recentissima selezione per la direzione generale di alcune aziende sanitarie.
- E' attuale direttore dell'Asl Roma 6. E con il sogno quasi sfumato, per mancanza di titoli, di diventare direttore del Policlinico Umberto I, ma anche dell’Asl Roma 2.
- Non idoneo a guidare l'Asl romana, ma per il governo potrebbe essere la persona giusta per sistemare le falle della sanità calabrese, dove ci sono nove aziende sanitarie, di cui due sciolte per mafie.
Nella girandola infinita di commissari per la sanità in Calabria, di tanto in tanto, spunta un nome: Narciso Mostarda. È attuale direttore dell'Asl Roma 6 e con il sogno sfumato, per mancanza di titoli, di diventare direttore del Policlinico Umberto I, di Tor Vergata, ma anche dell’Asl Roma 2. Eppure nonostante queste bocciature per alcuni al governo potrebbe risanare la disastrata sanità calabrese, dove tra le aziende sanitarie commissariate due sono state sciolte per mafia.
Che non sia idoneo a ricoprire gli incarichi per i quali aveva presentato domanda a Roma, lo ha stabilito una commissione di grandi esperti nella quale spicca il nome di Bernardo Mattarella, figlio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Mostarda in Calabria
Per la Calabria, invece, ogni volta sembra la volta buona, anche nelle scorse ore è stato vicinissimo alla nomina, ma poi è arrivata l'ennesima fumata nera. Il governo si è diviso e l'atteso nome del quarto commissario non è ancora arrivato. Contro Mostarda si è schierato il M5S.
La tragedia si è trasformata in farsa. La gestione della sanità in Calabria è commissariata dal 2010 ed è in corso una pandemia che ha trasformato quel territorio in zona rossa. Questo è l'aspetto tragico che imporrebbe un nome capace di portare la regione fuori dal commissariamento e di accompagnarla fino al termine dell'emergenza Covid.
La farsa, invece, è iniziata quando il governo ha pensato bene di nominare commissari poi dimissionari, rinunciatari, inadeguati al compito gravoso richiesto. Prima l'addio del generale Saverio Cotticelli perché non aveva elaborato il piano anticovid, poi la scelta di Giuseppe Zuccatelli, caduto sulle mascherine che non «servono a un cazzo» e sui « virologi sono la coda della coda dei medici» e, infine, Eugenio Gaudio, il commissario durato una notte, indagato (in via di archiviazione) come rivelato dal Domani in una inchiesta sui concorsi truccati e che ha declinato l'invito con la originale scusa della moglie che non voleva trasferirsi a Catanzaro.
In Calabria era pronto ad andare Narciso Mostarda. Il suo nome era già stato indicato quando Zuccatelli era sul viale del tramonto dopo le sue dichiarazioni sui dispositivi di protezione. Martedì sera i grandi giornali hanno dato la sua nomina per fatta, ma i grillini al governo si sono messi di traverso. Una nomina che, alla fine, sembra saltata per i veti incrociati nel governo.
Il colpo di scena è arrivato quando i Cinque stelle hanno fatto trapelare anche un altro nome e, a quel punto, è saltato il banco. Così è sfumata anche la promessa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che aveva assicurato, durante un’intervista a La7, la nomina del nuovo commissario nel giro di un giorno.
Fallimenti romani
Mostarda è direttore generale dell'Asl Roma 6, nominato nel 2016, laureato in medicina e ha una specializzazione in neuropsichiatria infantile. È molto vicino al Pd di Nicola Zingaretti. Nel maggio scorso Mostarda ha deciso, causa Covid, di chiudere i punti nascita degli ospedali Anzio e Velletri, sommerso dalle critiche delle opposizioni che hanno ricordato la mancata assunzione di pediatri, ma soprattutto la mancata riapertura che era stata promessa per fine estate.
Su questa vicenda, il 12 novembre Mostarda, è stato ascoltato nella commissione sanità regionale e ha ribadito «l’intenzione di riaprire, non appena la situazione sanitaria lo consentirà, entrambi i punti, risolvendo nel prossimo futuro i problemi di personale che storicamente affliggevano le due strutture», si legge nel resoconto dell'audizione. Nel 2009, Mostarda è stato anche assessore nel comune di Frosinone, in quota Pd, ma con delega alla cultura.
Il medico che piace al Pd però puntava a ruoli di prestigio nella sanità laziale. Da quanto risulta a Domani, infatti, il nome di Mostarda compare anche in una recentissima selezione dei soggetti per la direzione generale di alcune aziende sanitarie.
Mostarda è tra i 65 nomi che hanno partecipato alle procedure di selezione per la guida di diverse Asl, ma anche per la direzione del Policlinico Umberto I e di Tor Vergata.
La decisione spetta a Zingaretti, presidente della regione, ma è una commissione di grandi esperti, tra questi Bernardo Mattarella, figlio del presidente della Repubblica, Achille Iachino, Fulvio Moirano, che si occupa di stilare una rosa di idonei agli incarichi.
La selezione è avvenuta attraverso un colloquio e la valutazione dei titoli ed è stata pubblicata a fine ottobre. Mostarda è stato ritenuto idoneo per aziende sanitarie minori, ma escluso dalla «rosa candidati con professionalità maggiormente coerente» per l’incarico di direttore generale dei due Policlinici, ma anche di direttore generale dell'Asl Roma 2.
Dunque, non è idoneo a guidare l'Asl 2 romana né i policlinici per i quali si è candidato, ma per Conte e il Pd andrebbe bene come commissario in Calabria. Dove ci sono nove aziende sanitarie, di cui due sciolte per mafia. Compito ben più arduo di amministrare una piccola azienda sanitaria laziale.
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