Il ministro Giovannini annuncia che il governo sta lavorando per capire le cause dell’incidente. Rimane ancora in gravi condizioni il bambino di cinque anni portato in ospedale. La procura di Verbania: «Il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza, pacificamente, non ha funzionato»
Il governo ha istituito una commissione per indagare sull’incidente alla funivia avvenuto domenica scorsa a Stresa, in cui hanno perso la vita 14 persone. Ad annunciarlo è il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, che si è recato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, nel comune per incontrare gli esponenti politici locali ed esprimere condoglianze ai famigliari delle vittime.
«È importante che tutti mettano a disposizione la documentazione ma soprattutto che ci sia uno spirito di collaborazione con le istituzioni, come abbiamo già visto» ha detto il ministro. «Ringrazio la sindaca di Stresa per aver voluto oggi una giornata di lutto cittadino – ha aggiunto prima di recarsi alla camera mortuaria – è chiaro che in un momento di ripartenza come in tutto il Paese questa comunità è stata particolarmente colpita da questo evento. Ha dimostrando non solo responsabilità ma anche grande partecipazione». Alle 12 è scattato un minuto di silenzio per ogni vittima, per un totale di 14 minuti di ricordo e commemorazione collettiva.
«Esprimo ancora la nostra vicinanza al collega Cirio per la tragedia accaduta alla funivia del Mottarone. Vicinanza totale a Cirio e alla comunità piemontese, e alle famiglie colpite» ha affermato invece il presidente del Veneto, Luca Zaia, nella consueta conferenza sull’emergenza sanitaria.
Olimpia Bossi, procuratore di Verbania che coordina le indagini ha rilasciato una prima dichiarazione a LaPresse: «Partiamo da una evidenza empirica, il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza, pacificamente, non ha funzionato». Invece ha funzionato il freno dell’altra cabina. Bossi ha aggiunto: «Dobbiamo avere il quadro completo ed esaustivo di tutti i soggetti giuridici che a vario titolo sono interessati alla gestione o alla revisione dell'impianto». Tra i soggetti interessati «c’è l’ente proprietario, che deve essere ancora chiarito se è ancora la regione Piemonte o se è avvenuto il passaggio al comune di Stresa e in che modo, c’è la società che gestisce l’impianto, Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dell'impianto nel biennio 2014-2016 e c'è una società incaricata della revisione annuale. L'ultima ci risulta sia stata effettuata nel novembre 2020», ha spiegato il procuratore.
I reati per i quali si procede sono omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. Ma al momento nessuno è ancora stato iscritto nel registro degli indagati.
«Nell’ultima manovra finanziaria relativa agli aiuti Covid, approvata la settimana scorsa in consiglio provinciale, la giunta ha inserito una norma che consente una proroga dei termini relativi alla revisione degli impianti a fune in servizio pubblico» ha spiegato Roberto Falloni, assessore al Turismo della provincia di Trento. Tuttavia, Falloni specifica: «Questa possibilità non si applica però agli impianti a fune di prima categoria. In pratica le funivie analoghe a quella caduta sul lago Maggiore».
Intanto, la società Leitner sulla base del contratto di manutenzione sottoscritto con la società di gestione Ferrovie del Mottarone ha fatto sapere che il 3 maggio scorso è stato effettuato l’ultimo controllo di manutenzione delle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli. In precedenza, dal 29 marzo al 1 aprile, erano stati fatti controlli non distruttivi su tutti i componenti meccanici di sicurezza dell’impianto previsti dalla revisione quinquennale, in scadenza ad agosto 2021. Quindi effettuati in anticipo sui tempi.
I soccorsi
«Mi ha chiamato il responsabile della funivia e mi ha detto si è rotto il cavo, è successo un disastro». A parlare a LaPresse è Franco Gazzola, del soccorso alpino locale. Racconta cosa ha visto dopo l’incidente alla funivia del Mottarone avvenuto la scorsa domenica. «Non mi era mai successa una cosa così, con questo numero di vittime. Con i bambini – racconta – forse essendo nonno questa cosa mi colpisce ancora di più». Gazzola spiega di aver dovuto cercare i documenti delle vittime tra le macerie della cabina «una scena mai vista in 25 anni».
I soccorsi sono riusciti a portare in salvo un bambino di cinque anni che si trova in gravi condizioni all’ospedale Regina Margherita di Torino. Attualmente si trova sedato e intubato dopo aver subito un’operazione chirurgica per la riduzione delle fratture agli arti inferiori.
Le indagini
Dopo l’incidente si sono recati sul posto i carabinieri del nucleo operativo che hanno fatto una mappatura per analizzare i reperti sul terreno e cercare di ricostruire la dinamica dell’accaduto. «Sapevamo che oggi ci attendeva una giornata di pioggia, sarà ancora più complicato portare avanti le indagini: il terreno è impervio» ha spiegato ai giornalisti Alberto Cicognani, comandante provinciale dei carabinieri di Verbania.
Lo stato delle infrastrutture
«Il gravissimo incidente dalla funivia Stresa-Mottarone ripropone con forza il tema della sicurezza nel settore dei trasporti e della viabilità. Dopo i recenti crolli dei ponti stradali di Genova, Aulla (Mc) e La Spezia e i deragliamenti di un treno locale a Pioltello (Mi) e del treno Alta Velocità a Tavazzano (Mi) appare evidente che sono insufficienti le manutenzioni delle reti (stradali e ferroviarie) e inadeguati i sistemi di vigilanza ministeriali dell’Ansfisa» ha detto Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale infrastrutture e trasporti. Balotta accusa il ministero dei Trasporti di «proporre nuove opere senza curare la manutenzione di quelle già esistenti e vigilare sulla loro sicurezza». Per ora ancora non è noto lo stato di manutenzione della funivia che sarà compito degli inquirenti analizzare.
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