Dopo un’esplosione avvenuta nella sala macchine, la nave cargo battente bandiera russa Ursa Major è affondata nelle acque internazionali del mar Mediterraneo, tra la Spagna e l’Algeria. Lo ha confermato l’unità di crisi del ministero degli Esteri russo, in un comunicato citato dall’agenzia di stampa Tass.

«Quattordici dei sedici membri dell’equipaggio (tutti cittadini russi) sono stati tratti in salvo e portati al porto di Cartagena nella regione spagnola di Murcia dal servizio di soccorso», riporta la nota, mentre due membri risultano dispersi. 

L’ambasciata russa a Madrid sta «indagando sulle circostanze» del naufragio. «Siamo in costante contatto con le autorità spagnole su questo tema», ha fatto sapere in una nota, riportata da Tass, e «continuiamo a tenere la situazione sotto controllo».

La nave cargo, di proprietà della compagnia SK-Yug, era partita da San Pietroburgo l’11 dicembre ed era diretta al porto di Vladivostok, nell’estremo oriente russo sull’oceano Pacifico, indicato come successivo porto di scalo. La compagnia fa parte del gruppo Oboronlogistics. Le due società si sono rifiutate di commentare l’accaduto.

In base a una dichiarazione della Oboronlogistics del 20 dicembre, riporta il Guardian, nel carico trasportato dalla nave ci sarebbero state gru portuali specializzate che avrebbero dovuto essere installate a Vladivostok, e parti di ricambio per nuovi rompighiaccio.

Ma il 23 dicembre l’intelligence ucraina ha riferito di una nave cargo russa – riporta il Kyiv Independent – diretta in Siria per consegnare equipaggiamento militare, si trovava in avaria e stava andando alla deriva nel mar Mediterraneo. Un’informazione che, però, non è stata confermata.

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