Due importanti armatori greci spaventati dalle sanzioni Ue verso Mosca hanno chiesto aiuto ad Eva Kaili. Lei li ha messi in contatto con il suo avvocato e l'ex ministro della Difesa Mario Mauro. E i problemi sono stati risolti
Poco dopo il varo delle sanzioni contro la Russia, quando tutto sembrava già bloccato, due importanti armatori greci sono riusciti a raggiungere i propri obiettivi. Uno ha concluso l'accordo per acquistare quattro petroliere appartenute a un'azienda di Mosca sanzionata. L'altro ha portato a casa la garanzia che nessun bando sarebbe stato messo sulle importazioni dalla Russia di Gnl, il gas liquido. I due casi hanno alcune caratteristiche in comune. Primo: ad agire come consulenti ci sono sempre due lobbisti, Mario Mauro, ex ministro della Difesa italiana, e Spyros Pappas, avvocato di Eva Kaili. Secondo: i documenti dei due affari sono stati trovati sul computer di Francesco Giorgi, compagno di Kaili e indagato con lei nell'inchiesta della Procura di Bruxelles conosciuta come Qatargate. Terzo: il primo contatto dei due armatori greci è sempre stata Kaili.
Nel pc di Giorgi, sequestrato dopo l'arresto del 9 dicembre del 2022, gli inquirenti hanno trovato una cartellina chiamata “business”, con quattro sottocartelle dai nomi Nitrato, Q8, Covid test, Russia. Tre si riferiscono a diverse attività imprenditoriali con uno schema comune: come abbiamo raccontato un uomo d'affari o un'azienda, quasi tutte greche, assume come consulente lo stesso Giorgi o persone vicine alla sua famiglia. La cartella “Russia” è però la più intrigante. Ad essere ingaggiati come consulenti in questo caso sono l'avvocato Pappas e Mauro. Coinvolti in due progetti: uno con il gruppo Capital, controllato da Evangelos Marinakis, e l'altro con la Dynagas di George Procopiou, tra i maggiori trasportatori di gnl al mondo.
L'inchiesta condotta da Domani insieme ad Eic (European Investigative Collaborations), basata su documenti ottenuti dal quotidiano belga Le Soir, permette di raccontare come sono andati a finire i due affari. E quale è stato il ruolo di Mauro, già vicepresidente del Parlamento europeo e ministro della Difesa italiana, ora lobbista dichiarato con la sua società la Meseuro Srl, senza però rinunciare all'attivismo politico (un mese fa ha partecipato alla fondazione di un nuovo movimento chiamato Base popolare, associazione creata, insieme a Giuseppe De Mita e Gaetano Quagliariello).
Una commissione da 1,2 milioni di euro
Partiamo dall'affare delle quattro petroliere. Qui Mauro è citato come consulente esterno. Il contratto è stato firmato digitalmente il 20 aprile del 2022. In quel momento le sanzioni europee contro Mosca sono in vigore già da oltre un mese. A siglare l'accordo sono Pappas & Associates e Capital Products Partners Lp. Pappas & Associates è lo studio legale che fa capo a Spyros Pappas, che a quel tempo difende già Eva Kaili in un procedimento aperto nei suoi confronti dall'Olaf, l'Ufficio antifrode europeo. Dal 1995 al 2001 Pappas è stato direttore generale della Commissione Europea, dal 2020 si è iscritto nel Registro per la Trasparenza dell'UE come lobbista. La Capital Products Partners, quotata al Nasdaq, è invece una società marittima che affitta le sue navi a grandi compagnie petrolifere. Marinakis, che la controlla, è anche proprietario di un grande gruppo editoriale (Alter Ego) e squadre di calcio (l'Olimpiacos, sede a Pireo, e il Nottingham Forest, club inglese).
Il contratto prevede che lo studio Pappas fornisca alla società di Marinakis «consulenza legale e politica» per «l'acquisto di quattro navi cisterna petrolifere di PAO Sovcomflot per circa 200 milioni di dollari da Ing». Sovcomflot è la principale azienda marittima dello Stato russo, mentre Ing è la banca olandese. Pappas, si legge nel contratto, «analizzerà la cornice legale della legislazione dell'Unione europea, nello specifico in relazione alle sanzioni contro la Russia, si coordinerà con Ing....prenderà i contatti necessari con la Commissione europea ed eventualmente con i rappresentanti degli Stati membri e del Consiglio». L'accordo è stato concluso un giorno più tardi, il 21 aprile, con due modifiche sostanziali. Marinakis ha scelto di intestarlo a un'altra delle sue società, non alla holding quotata ma alla Capital Ship Management. La commissione di successo, prima calcolata in 3 milioni di euro, nella versione definitiva è diventata di 1,2 milioni di euro. Come pagamento, l'accordo prevedeva anche che Pappas e il suo staff senior, compreso il “consulente esterno” Mario Mauro, avrebbero ricevuto 700 euro l'ora più le spese di viaggio sostenute per il lavoro.
Per Pappas una «somma a cinque cifre»
L'ex ministro ci ha detto di aver «dato disponibilità ad essere utilizzato come consulente, indicando nell’accordo il mio compenso orario, ma non mi sono state richieste attività o servizi nell’ambito del citato accordo», per questo «nessuna cifra è stata fatturata da me come persona fisica né da Meseuro». L'affare è comunque andato avanti. Il 20 aprile, un giorno prima della firma dell'accordo definitivo, Pappas invia alla Commissione Europea una lettera per spiegare il caso del suo cliente Marinakis, chiedendo se la vendita prevista rientra nell'eccezione prevista dal pacchetto sanzioni. L'eccezione vale per i contratti firmati prima del 15 marzo 2022, data d'inizio delle sanzioni. L’11 maggio la Commissione Ue risponde, ma invece di pronunciarsi a favore o contro la sua richiesta, lo invita a rivolgere le domande di Marinakis «all'autorità greca competente», cioè al ministero degli Esteri greco. Secondo Equasis, database di riferimento del settore marittimo, le quattro navi hanno cambiato nome e proprietario il 5 maggio, 15 giorni dopo la firma dell'accordo e 10 giorni prima della scadenza della cosiddetta clausola di caducità.
Il contratto tra Pappas e Marinakis diceva che, sebbene le navi fossero ancora di Sovcomflot, a venderle sarebbe stata Ing. L'acquisto delle petroliere russe, ci ha risposto la banca olandese , «si basava su contratti esistenti prima di marzo 2022, che sono stati portati a termine ben prima della scadenza del 15 maggio 2022. Pertanto, Ing ha pienamente rispettato le sanzioni dell'Ue». Abbiamo chiesto alla banca di spiegare qual era stata la cronologia degli eventi, cioè quando è diventata legale proprietaria dei beni intestati alla Sovcomflot e quando li ha poi rivenduti a Marinakis. Ci ha risposto di non voler «condividere informazioni sui singoli clienti». Ad ogni modo Ing è diventata regolarmente delle petroliere russe in forza di un accordo precedenti alle sanzioni, e poi le ha vendute a Marinakis.
Perché allora l'armatore greco ha avuto bisogno di una consulenza allo studio di Pappas, se l'affare era chiaramente legale? Marinakis si è infatti impegnato a pagare all'ex avvocato di Kaili parcelle importanti e un premio ancor più generoso. Quanto ha incassato il legale? Alla domanda specifica, l'avvocato ha risposto di aver ricevuto «una somma a cinque cifre. Ho inviato una lettera formale alla Commissione europea» per chiedere «se la transizione prevista potesse rientrare tra le eccezioni previste dal Regolamento»: il lavoro «si è limitato a questo intervento, per il quale ho addebitato le ore impiegate, senza coinvolgere la Commissione, i rappresentanti degli Stati membri o il Consiglio».
Anche Jerry Kalogiratos, amministratore delegato di Capital Product Partners, la società di Marinakis quotata al Nasdaq, ha garantito che la commissione di successo non è stata pagata: «Capital Ship Management (la società a cui è stato infine intestato il contratto di consulenza con Pappas, ndr) ha successivamente appreso che Ing aveva pignorato le navi in questione in base ai suoi accordi di prestito con Sovcomflot, pertanto era Ing il venditore delle vasi, le sanzioni dell’Ue non erano più rilevanti e non era necessaria alcuna ulteriore consulenza da parte di Pappas».
Insomma, stando a quanto dicono i vari protagonisti della vicenda, il contratto alla fine è servito a poco o nulla. Le clausole, in particolare la provvigione di successo per la «consulenza legale e politica», dimostrano però numeri alla mano quanto può valere in certi casi il lavoro di un lobbista in Ue, anzi di due: Pappas e Mauro. Resta da capire perché il contratto era nel computer di Giorgi?
Una spiegazione l'ha fornita lui stesso, nella nota difensiva trovata nella sua casa durante una perquisizione effettuata il 27 aprile del 2023, cinque mesi dopo il sequestro del pc. «Due armatori – si legge nella nota di Giorgi - avevano chiesto a Eva se conosceva qualcuno nell'Ue che si occupasse di sanzioni contro la Russia, perché erano preoccupati. Ne abbiamo parlato e io ho suggerito una persona che conosco, Mario Mauro, ex ministro della Difesa ed ex eurodeputato, ora lobbista, visto che nelle sue attività si occupa di sanzioni contro la Russia. Mauro ha suggerito di rivolgersi a Spiros Pappas, e io ho fatto le presentazioni senza farmi coinvolgere...Ho salvato il contratto per me, come modello». Giorgi e Kaili dunque non avrebbero avuto ruoli economici nella consulenza a Marinakis.
Mauro, «il lobbista delle missioni impossibili»
Ma non c'è solo l'affare delle petroliere russe. Tra i documenti sequestrati a Giorgi dagli investigatori c'è anche una email in cui emerge la specialità in cui eccelle l'ex ministro Mauro. È il 22 agosto 2022 e Giorgi sta presentando Mauro e Pappas (in copia) a un'imprenditrice greca, Ioanna Procopiou. Si tratta della figlia di George Procopiou, uno dei maggiori armatori al mondo, tra i leader mondiali nel trasporto di Gnl. In quel momento, così come adesso, il Gnl russo non è tra i beni sottoposti ad embargo, nonostante in Ue siano in molti a chiederlo. La famiglia Procopiou sta cercando delle rassicurazioni sul fatto che a Bruxelles nulla cambi: «La cosa che interessa» alla signora Procopiou, scrive Giorgi nella email, è il «mantenimento delle eccezioni soprattutto per quanto riguarda il Gnl». Ed ecco la presentazione dei due consulenti: «Mario Mauro, ex ministro della Difesa italiano e politico molto stimato. Ho grande stima delle sue capacità di riuscire a portare a termine qualunque missione importante, o addirittura impossibile, negli affari pubblici. Grazie a Mario Mauro – scrive Giorgi - ho conosciuto Spyros Pappas, il cui ufficio affari legali gode di un'ottima reputazione a Bruxelles. In qualità di ex direttore generale della Commissione europea, ha le conoscenze per trovare le scorciatoie nelle istituzioni e identificare immediatamente le persone chiave che influenzano le procedure e le decisioni politiche».
Alla fine Mauro ha fatto da consulente alle società della famiglia Procopiou? L'ex ministro ci ha risposto confermando di aver partecipato a un meeting online, tenutosi ad agosto, a cui hanno partecipato George e Ioanna Procopiou, ma «nessun servizio o attività è stato richiesto dalle aziende da lei citate. Pappas ci ha invece detto di aver inviato una lettera alla Commissione Europea per sostenere la necessità di esentare il Gnl russo dai beni sanzionati. Dunque sì, si è interessato alla vicenda, ma non ha chiarito se e quanto è stato pagato.
Di sicuro l'ex avvocato di Kaili ha avuto qualche incertezza nel riportare il lavoro svolto quell'anno per i Procopiou. Secondo Lobbyfacts, un database che tiene traccia delle informazioni caricate dai lobbisti nel registro per la trasparenza dell'UE, nel marzo 2023 Pappas ha dichiarato di aver lavorato l'anno prima per due società dei Procopiou (Vasora Marine Company Limited e Irasia Maritime Company Limited). Poi però, lo scorso ottobre, ha rimosso le informazioni.
Ho «corretto» i dati registrati, si è limitato a risponderci senza spiegare il motivo. Di sicuro, l'obiettivo dei Procopiou è stato raggiunto. Il 16 dicembre 2022 il Consiglio Europeo, l'organo composto dai governi nazionali, ha annunciato il nono pacchetto di sanzioni dell'UE contro la Russia: il Gnl era escluso. Giorgi non ha risposto alle domande di Eic. L’avvocato di Kaili, Christophe Marchand, che la segue nell’inchiesta condotta dalla Procura di Bruxelles per corruzione e riciclaggio, ci ha scritto di non voler «prendere parte a questa campagna di diffamazione» e di non voler «entrare in discussioni che devono svolgersi in Tribunale».
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