Un lungo applauso ha accolto il premier israeliano Benjamin Netanyahu al suo ingresso nell'aula del Congresso degli Stati Uniti, dove ha iniziato il suo discorso, il quarto davanti ai senatori e deputati americani riuniti. Giovedì incontrerà il presidente uscente Joe Biden, che durante il suo discorso ha ringraziato per il suo «sincero sostegno». Netayahu ha anche ringraziato Donald Trump per gli accordi di Abramo. 

«Quello che sta accadendo non è uno scontro di civiltà ma tra barbarie e civilizzazione, tra coloro che glorificano la morte e coloro che glorificano la vita. Per far trionfare le forze della civiltà Usa e Israele devono stare insieme» ha detto il premier, comunicando di aver riportato a casa 135 ostaggi. Netanyahu ha giurato che «non avrà pace fino a quando tutti gli ostaggi non saranno a casa». 

Sono circa 80-100 i posti lasciati liberi dai dem al Congresso Usa in segno di protesta contro il discorso di Benyamin Netanyahu, più dei 58 di quando parlò nel 2015. Manca anche la vice presidente Kamala Harris, impegnata in un evento elettorale.

A Washington si sono anche riuniti numerosi manifestanti che hanno protestato contro l’intervento del premier israeliano. I manifestanti contro Israele per Netanyahu sarebbero con Hamas, dovrebbero vergognarsi: sono gli «utili idioti dell'Iran». Ma ci sono state proteste anche tra i parlamentari: la deputata democratica del Michigan e di religione islamica Rashida Tlaib ha mostrato un cartello che su un lato ha la scritta «Criminale di guerra» e sull'altro «Colpevole di genocidio». Il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, non ha dato la mano al premier al suo arrivo. 

Il premier si è scagliato anche contro Karim Khan, procuratore del Tribunale penale internazionale, che ha «vergognosamente» accusato Israele di aver deliberatamente affamato la popolazione di Gaza. «Questa è una completa assurdità. È una completa invenzione»: Netanyahu ha chiesto agli Stati Uniti «i mezzi velocemente e finiremo il lavoro». 

«Voglio ringraziare tutti voi qui oggi che vi siete opposti con forza alle false accuse della (Corte Penale Internazionale) e avete difeso la verità – ha continuato – Queste bugie non sono solo diffamazioni, sono assolutamente pericolose. La CPI sta cercando di incatenare le mani di Israele e ci impediscono di difenderci, e se le mani di Israele sono legate, l'America sarà la prossima».

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