Dopo l’ordinanza della Campania, che dispone la non riapertura per elementari e medie, diversi sindaci italiani hanno deciso di attivare la dad o rinviare le lezioni. Un’ordinanza del ministero della Salute stabilisce l’obbligo di mascherina Ffp2 sugli scuolabus fino al 10 febbraio
Le notizie di oggi 9 gennaio: il nuovo bollettino covid, aumentano i ricoveri; il punto sulle scuole che non riapriranno; Di Maio chiede al Pam di collaborare sul caso Attanasio; stanotte l’udienza di Djokovic in Australia; a gennaio oltre 27 milioni di dosi disponibili; il repulisti kazako e tutti gli aggiornamenti
Bollettino Covid, aumentano i ricoveri in area medica e le persone in isolamento
Secondo i dati del ministero della Salute, sono 155.659 i nuovi casi di contagio da Covid-19 delle ultime 24 ore e 157 i morti. Il tasso di positività scende rispetto a ieri, passando da 16,2 per cento a 15,7. Ieri si erano registrati, invece 197.552 nuovi casi e 184 decessi. I tamponi processati sono stati 993.201 (ieri 1.220.266 ).
Crescono ancora i ricoveri: nell’ultima giornata le persone che risultano ricoverate nei reparti ordinari sono 717 (+33,1 per cento), e 38 (+20,9 per cento) quelle in terapia intensiva.
Aumentano anche le persone in isolamento domiciliare, dell’82,2 per cento rispetto a ieri, con 124.331 infettati in quarantena, per un totale di 1.926.737. Il totale dei contagiati invece è oggi 1.943.979.
Dall’inizio della pandemia, hanno contratto il Coronavirus 7.436.956 persone, le vittime sono state 139.038.
La scuola di domani
Dopo l’ordinanza della Campania, che dispone la non riapertura per elementari e medie, diversi sindaci italiani hanno deciso di attivare la dad o rinviare le lezioni.
Un’ordinanza del ministero della Salute stabilisce l’obbligo di mascherina Ffp2 sugli scuolabus fino al 10 febbraio. In deroga parziale e provvisoria alle recenti misure anti-Covid che hanno introdotto l'obbligo del greenpass rafforzato per l’uso dei mezzi pubblici, gli studenti delle scuole primarie e quelli delle scuole secondarie di primo e secondo grado potranno continuare a utilizzare i mezzi di trasporto a loro dedicati, con l’obbligo però dell’utiilizzo delle mascherine Ffp2.
La richiesta era stata avanzata al governo dall’Anci, Associazione nazionale dei comuni italiani. Il presidente dell’associazione, Antonio Decaro, ha dichiarato che «il governo e in particolare il ministro Speranza hanno raccolto un appello dell'Anci affinché le famiglie e gli studenti italiani non rimanessero improvvisamente privi di uno strumento dedicato di trasporto da e verso le scuole che è essenziale per molti di loro, soprattutto per quelli che vivono nelle zone più periferiche».
La posizione del governo sulla scuola
Con un’ordinanza il ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto che sugli scuolabus si possa accedere soltanto se provvisti di mascherina ffp2, e la regola vale fino al 10 febbraio.
Domani il presidente del Consiglio terrà una conferenza stampa a palazzo Chigi per illustrare le ultime misure di contrasto alla pandemia, contenute nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 5 gennaio scorso e in vigore dall’8 gennaio.
Tra i temi fondamentali, quello della ripartenza della scuola, prevista per domani, 10 gennaio. Sulla data il governo resta determinato, malgrado gli appelli dei dirigenti scolastici a ritardare le aperture e alcune prese di posizione di alcuni governatori, come quello della Campania e della Sicilia, e di diversi sindaci.
De Luca allo scontro
Il governatore De Luca è stato il primo a decidere per la non riapertura di elementari e medie, fino al 29 gennaio, con parallela attivazione della didattica a distanza (dad), attraverso una ordinanza.
Il ministro dell’Istruzione Bianchi, intervistato da Sky Tg24 nella serata di ieri, sull’ordinanza ha detto che «è in esplicito contrasto con la norma vigente» e che il governo procederà «impugnando l’atto».
In Campania, i sindaci dei comuni della costiera amalfitana, nell’ambito della Conferenza dei sindaci della costa d’Amalfi, hanno disposto il rinvio anche per le scuole superiori, fino al 29 gennaio.
Scuole chiuse anche in otto comuni della provincia di Avellino. I sindaci hanno deciso di tenere chiuse le scuole di ogni ordine e grado a partire da lunedì.
La Sicilia proroga
In Sicilia è stata decisa la proroga di tre giorni delle vacanze natalizie, anche per le materne e i servizi per l’infanzia (0-3 anni). «Alcune istituzioni private hanno comunque fatto conoscere il loro intendimento di tenere aperti i nidi e i servizi educativi della prima infanzia sotto la propria responsabilità e nel pieno rispetto delle normative anti-Covid vigenti, incluso il decreto legge 1/2022», si legge nella nota della regione.
A differenza del contrasto suscitato dalla decisione della Campania, lo spostamento del calendario, previsto dalla Sicilia, non crea incompatibilità normativa.
Rinvii sporadici in Puglia, Calabria, Molise, Abruzzo, Lazio
In Puglia rientro previsto per il 10 in linea con quanto deciso dal governo. Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha specificato di non poter «intervenire con un'ordinanza regionale perché lo scorso 6 agosto è stato emanato il decreto legge 111 (poi convertito in Legge con modificazioni) che consente ai presidenti delle regioni di derogare alle disposizioni nazionali solo quando una regione si trova in zona rossa», mentre la Puglia si trova al momento in zona bianca.
Tuttavia alcuni comuni hanno disposto diversamente per il rientro. Così è andata a Copertino, in provincia di Lecce, dove la sindaca ha annunciato per il momento la predisposizione della didattica a distanza per una settimana, a causa di un focolaio di oltre mille positivi su 24mila abitanti. A Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, il sindaco ha disposto la «sospensione delle attività didattiche in presenza per le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, compreso il micro-nido, dal 10 al 15 gennaio».
In Calabria, diversi comuni stanno rinviando la riapertura al 15 gennaio prossimo. Tra questi: San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, e Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. A Reggio, sospensione «delle attività didattiche in presenza in tutte le scuole, pubbliche e private, con esclusione degli asili nido, dal 10 al 15 gennaio». Nella provincia di Crotone sospese dal 10 al 15 gennaio le attività didattiche in tutti i comuni della provincia, tranne che nel capoluogo, per limitare la diffusione dei contagi da Covid. Scuole chiuse anche nei comuni di Taverna, Magisano e Pentone, nella Presila Catanzarese. A Cassano sono sospese le lezioni in presenza in tutti gli istituti scolastici fino al 29 gennaio, anche qui a causa di una forte impennata dei casi di Covid. Il governatore, Roberto Occhiuto, ha affermato al Tg2 che la Calabria procede a gran ritmo con le vaccinazioni dei ragazzi, in corso nelle scuole, e ha aggiunto che «forse sarebbe stato opportuno differire la riapertura delle scuole di 15 giorni».
In Molise, la maggior parte delle scuole attiverà, da lunedì, la didattica a distanza, così ad esempio nel capoluogo Campobasso. Alcuni comuni attendono i risultati degli ultimi tamponi, prima di decidere. Mentre le lezioni riprenderanno regolarmente in presenza a Isernia, Macchiagodena (Isernia), e nei comuni del campobassano: Palata, Petacciato, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Puglia, Mirabello Sannitico, Ferrazzano e Vinchiaturo.
In Abruzzo, la sindaca di Prezza, in provincia dell’Aquila, ha emanato un ordinanza che stabilisce la chiusura delle scuole d'infanzia e primaria. A Scafa, nel pescarese, il sindaco ha invece rimandato la riapertura per le scuole di ogni ordine e grado al 14 gennaio.
Nel Lazio, rientro a scuola come da decreto, il 10 gennaio. Ma alcuni sindaci si sono espressi in direzione opposta, a Fumone (Frosinone) le scuole non riapriranno fino al 21 gennaio.
Caso Attanasio, Di Maio chiede al Pam di collaborare
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha scritto al direttore del Programma Alimentare Mondiale (Pam) chiedendogli di contribuire a far luce sull'uccisione dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista Mustafa Milambo, nella Repubblica Democratica del Congo. Lo riporta l’Ansa.
«Ci attendiamo che il Pam vorrà mettere in campo tutte le risorse disponibili per favorire la massima collaborazione con la magistratura italiana», scrive Di Maio, che ha sollecitato per «una rapida risposta alla richiesta di elementi utili per le attività investigative in corso».
Figliuolo, a gennaio disponibili oltre 27 milioni di dosi
Il commissario per l'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, nella trasmissione In Mezz’ora di Rai 3, ha fatto sapere che l’Italia ha un’ampia disponibilità di vaccini per questo primo mese dell’anno: «più di 27,7 milioni di dosi che si trovano nell'hub di Pratica di Mare», ha specificato, dosi che comprendono anche quelle pediatriche.
«La macchina sta funzionando – ha affermato Figliuolo, il problema è vaccinare quelli che non hanno mai visto il siero, persuaderli con tutti i mezzi. Siamo al 90,3% che hanno avuto una dose o sono guariti». E nella giornata di ieri, 8 gennaio, sono state somministrate 68.990 prime dosi, la cifra più alta da ottobre 2021, quando nella giornata del 15 erano state inoculate 71.033 prime dosi. L’aumento delle prime dosi potrebbe essere conseguenza delle restrizioni contro i no-vax adottate dagli ultimi decreti.
In arrivo la pillola antivirale: «altre 40mila confezioni di pillole anti-Covid Molnupiravir che si sommano alle quasi 12mila già distribuite: andranno ai pazienti che hanno maggiore probabilità di un esito grave della malattia».
Sul rientro a scuola, Figliuolo ha detto: «È importante il ritorno a scuola. Le scuole sono luoghi sicuri ed è importantissimo dal punto di vista sociale». Parlando di Omicron, il commissario ha ammesso che la variante «ha scombussolato tutti i piani» e che i contagi sono tanti, tuttavia «la barriera dei vaccini ha funzionato, se il vaccino viene bucato da Omicron non si può dire che lo stesso si osserva sulla malattia grave. Nei 120 giorni la barriera tiene molto».
Stanotte l’udienza di Djokovic
Nella mattina australiana, e nella nostra tarda sera di questa domenica, il tribunale di Melbourne si occupa del caso del tennista Novak Djokovic. I tentativi del governo australiano di rinviare l'udienza non sono andati in porto. La linea difensiva dei legali del tennista, al centro della bufera perché voleva giocare agli Open australiani senza essere vaccinato, è che Djokovic avrebbe già avuto il covid a dicembre e sarebbe "esente" quindi perché guarito. Si è scatenato il fact-checking globale con le foto del tennista in occasioni pubbliche nei giorni in cui per gli avvocati era contagiato.
Il repulisti kazako
Oltre alla repressione dei tumulti di protesta, va avanti anche il repulisti interno in Kazakistan. Karim Masimov è stato arrestato: era a capo dell’intelligence e alleato dell'’ex presidente Nursultan Nazarbaev. L’arresto segue l’accusa di alto tradimento: Masimov sarebbe direttamente coinvolto nel tentativo di rovesciare il governo. Nel 2019 il potere era passato dal presidente Nazarbaev al suo fedelissimo Quasym Toqaev. Dopo l’esplosione di moti di rivolta, Toqaev si è consultato con i presidenti russo e bielorusso, e dopo la concertazione con Mosca e Minsk ha deposto Nazarbaev da capo del consiglio di sicurezza. Adesso c’è lui in quella posizione. Toqaev ha anche chiesto l’intervento della “Nato russa”, cioè dell’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva, che infatti è arrivata nel paese con 2500 soldati. Venerdì Toqaev ha dato licenza di uccidere e di «annientare i terroristi», come lui definisce i rivoltosi.
Il papa, le vittime e i «fermati stranieri»
Papa Francesco si è espresso, con un appello, sui fatti kazaki. «Ho appreso con dolore che vi sono state vittime durante le proteste in Kazakistan, prego per loro e per i familiari e auspico che si ritrovi armonia sociale attraverso il dialogo, la giustizia e il bene comune». Le parole sono state pronunciate al termine dell'Angelus della domenica.
Intanto la repressione nel paese prosegue. Sono 5800 le persone fermate dalla polizia nei giorni delle proteste: questo è il numero riferito dalla presidenza del Kazakistan, che non chiarisce quanti siano ancora agli arresti. Si fa anche riferimento a «un numero considerevole di cittadini stranieri» tra i fermati. Per Toqaev del resto le rivolte sono opera di «terroristi ben allenati, sia locali che stranieri».
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