Nella quinta udienza è arrivato l’ulteriore aggiornamento della vicenda giudiziaria. Lo studente dell’Università di Bologna rischia fino a cinque anni di carcere in Egitto. Il ricercatore denuncia «un enorme attacco informatico» ai suoi account social
Nuovo rinvio nel processo a Patrick Zaki. Nell’udienza di oggi, la quinta, al tribunale di Mansura è arrivato un ulteriore aggiornamento che allontana una sentenza. Ad affermarlo all’Ansa è stata la sorella di Patrick, Marise, fuori il palazzo di Giustizia. Il processo è stato aggiornato al 21 giugno, l’ultimo rinvio era datato febbraio ed è stato di oltre due mesi.
- Il ricercatore è accusato di diffusione di notizie false per un articolo scritto sulle discriminazioni ai danni dei cristiani d’Egitto e rischia fino a cinque anni di carcere. Si sono, quindi, avverate le aspettative dello stesso Zaki che prima dell’udienza aveva avvertito: «La mia esperienza mi dice che sarà rinviata».
- Una previsione trapelata anche da fonti giudiziarie. In tribunale oggi erano presenti due diplomatici italiani, e anche rappresentanti di altri paesi, come Germania, Francia, Stati Uniti e Canada. Proprio all’Italia e ai suoi sostenitori si era rivolto il ricercatore egiziano: «Spero di vedervi di nuovo». Per adesso, però, Zaki non può tornare in Italia.
- Nel frattempo resta libero a seguito della scarcerazione dell’8 dicembre scorso dopo 22 mesi di detenzione. Peraltro dalla serata di ieri, per bocca dello studente dell’Università di Bologna, i suoi account di posta elettronica e i suoi canali social sono stati presi di mira da «un enorme attacco informatico».
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