Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Rocco Pinneri ha chiesto di «denunciare e identificare» i partecipanti alle occupazioni, parlando di «vandalismi» e chiedendo di applicare sanzioni disciplinari
Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e il deputato del Partito democratico Matteo Orfini presenteranno un’interrogazione parlamentare sulla lettera che il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, ha inviato ai presidi dei licei del Lazio e di Roma, per chiedere di «denunciare e identificare» i partecipanti alle numerose occupazioni che da mesi avvengono in regione.
Sono circa 50 le occupazioni dei licei della capitale dall’inizio dell’anno scolastico, le ultime il 13 dicembre scorso al liceo Farnesina e dell'Augusto. Dall'Enzo Rossi all'Argan, dal Plauto al Bottardi, dall'Avogadro al Cavour al Rossellini e al Ripetta: gli studenti e le studentesse chiedono un dialogo con le autorità soprattutto riguardo il sistema dell’istruzione nel periodo pandemico, la gestione degli scaglionamenti e le problematiche interne ai diversi istituti.
Nel corso dei mesi sono state diverse le polemiche riguardo le occupazioni, tra chi accusa gli studenti di «metodi sbagliati» e chi invece denuncia una gestione militarizzata degli sgomberi, attraverso l’invio della polizia in tenuta anti-sommossa a gestire la situazione.
Al liceo artistico Ripetta gli studenti hanno denunciato il ferimento di un ragazzo durante una “carica” delle forze dell’ordine, mentre una studentessa ha accusato un poliziotto di averla molestata.
La lettera di Pinneri
In questo clima di tensione, il dirigente della Regione Lazio, Rocco Pinneri, ha inviato una lettera ai presidi romani e laziali. «Le occupazioni – si legge nel testo – violano il diritto costituzionale all’istruzione di quei numerosi studenti che non condividono il ricorso a tale strumento, indipendentemente dalla valutazione che facciano delle rivendicazioni, alcune delle quali riferite a problemi storici che siamo tutti impegnati a risolvere».
Questa sarebbe la ragione per la quale Pinneri ha invitato studenti e studentesse a denunciare i loro compagni. «Vi chiedo – ha scritto – ove vi troviate in questa situazione, di denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio e di chiedere lo sgombero dell’edificio, avendo cura di identificare, nella denuncia, quanti possiate degli occupanti. Occorrerà anche che proseguiate il dialogo, con gli studenti e con le famiglie, per giungere a interrompere quanto prima la situazione di illegalità e per dare le risposte possibili alle richieste che vi saranno formulate».
Pinneri ha anche parlato dei danni lasciati all’interno delle scuole, «che esprimono solo vandalismi», e di «altri comportamenti preoccupanti, come assembramenti su tetti mentre vengono consumate bevande che potrebbero diminuire i livelli di attenzione», allarmando poi per quanto riguarda i contagi avvenuti durante le occupazioni. Il direttore dell’Asur ha poi chiesto di «applicare misure disciplinari» nei confronti degli «occupanti», e tener conto delle occupazioni per determinare il voto in condotta.
Le reazioni
L’intervento di Pinneri è stato definito «allucinante» dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. In un lungo post su Facebook, Fratoianni ha raccontato di aver incontrato i ragazzi dei licei romani, e di essersi confrontato con loro. «Gli studenti e le studentesse chiedono una cosa semplice: essere ascoltati. E qual è la grande soluzione del direttore dell’ufficio scolastico regionale del Lazio? Invitare gli studenti a denunciare i propri compagni e invocare sgomberi, affermando nel mentre che l’occupazione è reato».
«Ma davvero – continua il leader di SI – il direttore pensa che la mobilitazione degli studenti possa essere ridotta a una questione di ordine pubblico? Non vi passa per la mente che potrebbero avere delle ragioni da ascoltare, dei disagi da esprimere?».
Fratoianni e Matteo Orfini presenteranno un’interrogazione parlamentare, rivolta al ministro Bianchi, sulla vicenda. «Ancora una volta – si legge nel documento –, alle espressioni di malcontento delle studentesse e degli studenti le istituzioni rispondono alzando muri e minacciando atti punitivi e ritorsivi». «Anche il tentativo di rappresentare le occupazioni come atti impositivi di una minoranza di studenti nei confronti di tutti gli altri significa sminuire l’elevata partecipazione di quest’autunno», continua l’interrogazione.
«Il diritto allo studio viene negato ogni qualvolta vi è un’aula inagibile, un laboratorio chiuso, una classe sovraffollata, una famiglia che non può acquistare i libri di testo» e non dagli studenti durante un’occupazione, che «rappresenta lo strumento che una generazione utilizza per far sentire la propria voce» e «a difesa di un bene che gli stessi studenti ritengono prezioso».
Anche il deputato di Liberi e uguali Stefano Fassina ha chiesto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di rispondere in parlamento «dell’indecente lettera» inviata a scuole e famiglie della regione, e ha annunciato che inoltrerà al governo un’interpellanza urgente.
«La scuola italiana – scrive Fassina – non ha saputo affrontare adeguatamente la sfida del Covid. Ragazze e ragazzi sono in grande difficoltà da ormai due anni. Le proteste e le proposte degli studenti sono segno di vitalità e interesse verso un bene pubblico prezioso, oltre che verso il proprio futuro».
La procura a gennaio: «Occupare non è reato»
Nel dibattito sulla questione, c’è anche ci ha ricordato che la procura di Roma nel gennaio scorso si era espressa sulle occupazioni scolastiche, assolvendo gli studenti e le studentesse che prendono possesso degli edifici scolastici perché esercitano un diritto costituzionalmente garantito, quello di riunione e manifestazione.
«Gli studenti – aveva detto la procura – devono essere considerati soggetti attivi della comunità scolastica, e partecipi alla sua gestione». Per questo aveva chiesto di archiviare un gran numero di fascicoli riguardo occupazioni di istituti della città.
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