Una regina in pedana, una paladina per la sua Ucraina. Olga Kharlan è una leggenda della sciabola con un totale di sei medaglie ai Giochi (due ori, un argento, tre bronzi). Il primo oro nella prova a squadre quando aveva 18 anni a Pechino 2008, il secondo conquistato la scorsa estate a Parigi a distanza di 16 anni. È l’olimpionica ucraina più medagliata della storia, un palmares che conta anche quattro ori mondiali a livello individuale.

Da sette anni si divide tra Kiev e Bologna dove vive e si allena insieme al fidanzato e futuro marito Luigi Samele, pluricampione azzurro. Si trovava in Italia il 24 febbraio 2022, giorno dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Una data divenuta sinonimo di terrore in quello che invece avrebbe dovuto essere un giorno di festa in casa Kharlan.

«Il 24 febbraio è il compleanno di mio nipote Tymofii. Nel 2022 compiva un anno e per l’occasione tutta la mia famiglia era a Kiev a casa di mia sorella. Da Mykolayiv, nel sud dell’Ucraina, erano arrivati mio padre e mia madre. C’erano anche il cane e il gatto, mancavo solo io. Da giorni eravamo allertati del pericolo di una possibile operazione militare da parte della Russia ma non ci aspettavamo potesse accadere davvero. A tre anni di distanza resta ancora un incubo».

Dall’Italia lei è partita per cercare di metterli in salvo, un viaggio tra tormenti e angosce che via via documentava sui social.

Erano tutti nel panico, le strade erano paralizzate, loro ci hanno messo 12 ore a percorrere 100 chilometri per uscire dall’Ucraina. È stato spaventoso. Da Bologna sono arrivata al confine con la Romania e finalmente li ho incontrati. Ho preso mia sorella Tanya, mio nipote, e mi sono diretta a Budapest dove, nel frattempo, stava arrivando Gigi da Bologna. Mio padre a 59 anni non poteva lasciare il Paese e mia madre non ha voluto lasciare né lui né la nonna rimasta a Mykolayiv. Ricorderò sempre il momento in cui ho dovuto salutarli, al confine. Mio papà mi dice: per incontrarci una prossima volta dovremmo sopravvivere. Non lo dimenticherò mai. E non lo perdonerò mai.

Avete ospitato in Italia sua sorella e suo nipote. Adesso loro sono tornati a Kiev.

Sono rimasti a casa con me e Gigi a Bologna per un anno e mezzo. Un sollievo stare tutti sotto lo stesso tetto ma era straziante che noi fossimo al sicuro e i nostri genitori no. Poi Tymofii è cresciuto e doveva andare all’asilo, mia sorella voleva che lo iniziasse a casa sua. Dovevamo rispettare la sua decisione di tornare a Kiev, l’abbiamo supportata, anche se è dura. 

A Kiev ha trascorso l’ultimo mese proprio a casa di sua sorella. Che atmosfera si respira considerando gli ultimi aggiornamenti tra Usa-Russia-Ucraina?

Sono tornata in Italia da Gigi questa settimana, ero a Kiev da inizio gennaio. Vivo un po’ a metà tra due paesi. Amo l’Italia ma l’Ucraina resterà per sempre casa mia. Nessuno qui è al sicuro. Durante l’ultimo attacco missilistico, per fortuna Tymofii stava dormendo. Di solito gli raccontiamo che sono i tuoni di temporale o fuochi d’artificio. Spero non capirà mai il significato di bombe e missili. Penso ai miei amici che stanno combattendo nell’esercito, ci sono tanti atleti, c’è anche il mio amico ballerino con il quale nel 2021 avevo partecipato all’edizione ucraina di Ballando con le Stelle. Adesso sono tutti soldati.

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Per supportare economicamente l’esercito ucraino ha messo all’asta la sciabola dell’oro olimpico a Parigi 2024. Si è privata anche dell’esemplare unico di una Barbie ispirata a lei

La sciabola della finale olimpica è stata acquistata dalla società di calcio Metalist 1925 di Kharkiv per 242.000 dollari. Utilizzati per la fanteria, per acquistare torrette e sistemi automatizzati antiproiettile. La Barbie modello Olga Kharlan l’avevo messa all’asta nel 2023 per 10.000 dollari, fondi destinati a una clinica di riabilitazione per i militari ucraini feriti. È stato per me molto importante. 

Nello sport lei è considerata una figura di spicco dell’Ucraina che si oppone all’aggressione russa. Ai Mondiali di scherma di Milano del 2023 è stata squalificata perché non ha teso la mano alla russa Smirnova. Dalla pandemia 2020 la regola della stretta di mano era stata sospesa ma la protesta della rivale russa fu eclatante, quasi una trappola. Divenne un caso politico. Con successiva marcia indietro sulla squalifica, venne riammessa a disputare la prova a squadre.

Si, sono riuscita a cambiare la regola sulla stretta di mano che ora non è più obbligatoria. Ma non sono una politica, non voglio nemmeno esserlo, posso solo assumere una posizione da civile perché voglio solo vivere in pace in un paese indipendente senza razzi e missili. Sono sicura che il nostro governo farà di tutto per garantire la pace. Intendo una pace giusta, perché abbiamo bisogno della garanzia che tra cinque anni i russi non ritorneranno, altrimenti vivremmo nella paura per sempre. 

Trump e i membri della sua amministrazione ripetono che è assolutamente irrealistico per l’Ucraina il ritorno ai confini prima della guerra.

Per loro è facile dirlo, non sanno cosa significhi rinunciare al 20% dei territori, perdere uomini, assistere allo scempio di bambini deportati. Se non ci aiutano, se non ci danno armi, perché forse hanno paura della Russia, è impossibile. È triste, in questo momento ci sentiamo quasi lasciati soli. Anche nello sport, intendo. Perché i massimi dirigenti della Federazione internazionale di scherma non sostengono l’Ucraina. Non appoggiano le nostre rimostranze contro gli atleti russi e bielorussi che stanno cercando di tornare. È molto doloroso, è come una pugnalata. Solo un atleta ucraino se ne accorge, perché tutti gli altri stanno chiudendo gli occhi. 

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Da quasi 17 anni il grande capo della Federazione internazionale di scherma è il magnate e oligarca uzbeko naturalizzato russo Aliser Usmanov, molto vicino a Putin con un patrimonio di 14 miliardi di dollari. Rieletto presidente FIE lo scorso dicembre si è poi autosospeso perché è soggetto alle sanzioni restrittive dell’Unione Europea. Ma il potere rimane in mano ai suoi uomini. Come dire, la scherma mondiale non esiste senza l’impero economico di Usmanov?

A quanto pare alle federazioni delle altre nazioni va bene. Nessuno si prende la briga di studiare una possibile alternativa senza Usmanov. Ultimamente nella scherma ci sono troppi scandali, con il grosso rischio che non sia più una disciplina olimpica. Noi non siamo così popolari come il calcio e il tennis, senza i cinque cerchi la scherma potrebbe morire come sport. Voglio credere che non accadrà mai, ma è frustrante.

Il futuro da campionessa come lo immagina? Con le Olimpiadi di Los Angeles 2028?

L’ultima preparazione è stata molto dura, c’è stato l’epilogo meraviglioso della medaglia d’oro ma adesso ho bisogno di un break post-olimpico. Los Angeles è ancora lontana, in questo momento ho un altro obiettivo che è più un sogno, creare la mia accademia a Kiev. Molti ragazzi mi ammirano, vorrei fornire loro la mia esperienza di 25 anni di carriera, sperando nell’aiuto di un pool di sponsor. Con i consigli di Andrea Terenzio, che la scorsa settimana è stato nominato CT dell’Italia di sciabola maschile. È il mio maestro, da sempre quello di Gigi, a Parigi ha guidato la nazionale ucraina femminile. Per me è un mentore. Ha cambiato totalmente la mia comprensione della scherma, è quella che voglio portare in Ucraina. 

Bologna, ma pure Foggia, città natale sia di Gigi Samele sia di Andrea Terenzio. In cosa è diventata un po’ italiana?

Sicuramente nel mangiare. Dico sempre a Gigi: è colpa tua, non posso più mangiare cibo italiano all’estero perché non avrebbe lo stesso sapore. A Foggia penso di aver mangiato la miglior pizza della vita, una diavola con burrata. Le specialità bolognesi non hanno bisogno di presentazioni, dal ragù ai tortellini. Però all’Italia dico grazie per essere diventata una donna più rilassata. Gigi e Andrea mi hanno insegnato a trarre soddisfazioni dal processo. A non pensare solo al traguardo ma a godermi ogni attimo del percorso. 

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