La decisione è arrivata dopo il malore dell’atleta Claire Michel, ricoverata dopo aver gareggiato. Si accende nuovamente la polemica sul fiume francese: per renderlo adatto alle gare sono stati spesi 1,4 miliardi di euro. Si dice che l’atleta abbia l’Escherichia coli, ma al momento non ci sono conferme. E il Cio conferma che nella Senna si può nuotare
La squadra belga si è ritirata dalla gara di triathlon misto alle Olimpiadi di Parigi perché Claire Michel, una delle atlete, si è ammalata dopo le gare individuali.
C’è chi dice sia la prima “vittima” della Senna, ovvero la prima persona a sentirsi male dopo aver nuotato nel fiume. Nei giorni scorsi in verità altri atleti avevano manifestato dei malori dopo averci nuotato: su tutti, il triatleta canadese Tyler Mislawchuk. Hanno fatto il giro del mondo, infatti, le immagini del suo arrivo al traguardo, dove ha vomitato. «Ci ho provato, non ho rimpianti: ho vomitato dieci volte. Non sono venuto qui per arrivare tra i primi 10, ma ho dato tutto quello che avevo», ha dichiarato subito dopo.
Eppure, sia nel caso di Michel sia in quello di Mislawchuk nessuno ha confermato ufficialmente alcuna infezione e, secondo il Cio, le acque sono sicure per gli atleti.
Il ritiro della squadra
L’atleta è stata ricoverata in una clinica del villaggio olimpico. In seguito, il Comitato olimpico belga (Boic) ha detto che, data l’assenza di un membro, l’intera squadra non avrebbe partecipato alla gara di lunedì.
In un comunicato rilasciato domenica sera dalla squadra di Michel si legge che l’atleta è stata ricoverata, ma non sono specificati sintomi o cause. La stessa atleta lunedì mattina ha detto in un messaggio che si riprenderà, ma che è «devastata per la squadra».
De Standaard, un quotidiano belga, ha riferito che Michel ha contratto l'Escherichia coli. «Nella squadra di triathlon belga sono sconvolti perché ciò che tutti temevano si è avverato», si legge, nonostante non sia arrivata nessuna conferma da parte dei portavoce della squadra.
La notizia del ricovero è però bastata per alimentare il clima di incertezza legato al livello di contaminazione delle acque della Senna.
Polemiche sulla qualità dell’acqua
Prima delle Olimpiadi, la Francia ha speso circa 1,4 miliardi di euro per ripulire la Senna, considerata da anni troppo contaminata. La balneazione nel fiume francese era infatti illegale da più di un secolo: negli anni Sessanta era stato addirittura dichiarato «biologicamente morto».
Dopo tre anni di lavori, a tre mesi dall’inizio dei Giochi, era stato inaugurato il bacino di Austerlitz. Il gigantesco serbatoio può contenere fino a 150mila metri cubi di acqua piovana, di modo che non venga scaricata nella Senna. La pioggia, infatti, porta a un picco di batteri nocivi nell’acqua che possono impiegare fino a tre giorni per disperdersi.
A giugno i livelli di inquinamento erano ancora troppo alti; a luglio, invece, i parametri di balneabilità avevano raggiunto per la prima volta un livello accettabile. Il 17 luglio, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo si è tuffata nel fiume e ha detto: «Ce l'abbiamo fatta!».
L’intento era non solo di convincere che la Senna fosse pronta per ospitare le gare, ma anche di mostrare come sarà usufruibile a lungo termine dai parigini dall’estate 2025, quando verranno aperte diverse aree balneari.
Le polemiche dopo le piogge
Sin dall’apertura dei Giochi, però, Parigi è stata colpita da forti piogge. Dal 26 luglio a oggi sono stati annullati molti allenamenti e la gara maschile è stata rimandata di un giorno proprio per l’inquinamento da acqua piovana.
Il giorno delle gare di triathlon maschile, i livelli di Escherichia coli e di enterococchi intestinali riscontrati lungo il percorso di nuoto erano però molto bassi rispetto agli standard della direttiva. Il World Triathlon e il Comitato olimpico internazionale, riunitisi per valutare i test dell’acqua, hanno evidenziato come quei livelli mostrassero «eccellente qualità».
Nonostante ciò, le gare si sono svolte tra polemiche e notizie false. Alcuni atleti si sono dichiarati «agitati» all’idea di nuotare, oppure «in attesa» dei sintomi da Escherichia coli a gara conclusa.
L’atleta americano Seth Rider aveva anticipato la sua gara dicendo che nelle settimane passate si era preparato a contrarre l’Escherichia coli non lavandosi le mani, così da «entrare in contatto con il batterio in piccole dosi». Dopo essersi classificato ventinovesimo al triathlon maschile, l’atleta ha dichiarato al Time che stava scherzando.
Le direttive europee sulla balneazione
«Il Boic e il Triathlon belga sperano che si possano imparare lezioni per le future gare di triathlon», si legge nel comunicato rilasciato dal Boic, che fa riferimento all’annullamento degli allenamenti e allo spostamento delle gare per i livelli di inquinamento dell’acqua.
I livelli di qualità delle acque si misurano, però, attenendosi a precisi parametri europei sulla balneazione, per far sì che lo stato delle acque sia valutabile in modo oggettivo.
La decisione di far gareggiare gli atleti olimpici nella Senna ha creato controversie sin dall’inizio, costituendo quasi un intrattenimento olimpico prima delle Olimpiadi stesse: è indubbio si sia trattato di una delle iniziative più costose e rischiose dei Giochi di Parigi.
Ma finché non verranno ufficialmente confermate le diagnosi da infezione e non saranno ricondotte alla qualità dell’acqua, l’unica cosa certa a cui affidarsi sono i dati scientifici. E al momento i dati dicono che le gare si possono fare.
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