Le autorità della Repubblica democratica del Congo (Rdc) hanno consegnato ai carabinieri del Ros un totale di 40 video relativi alle indagini svolte nel paese per l’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio. A gennaio le autorità congolesi avevano annunciato l'arresto dei presunti autori dell'omicidio, ma non c’era stata un’immediata collaborazione con la procura di Roma
Il caso dell’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci potrebbe essere a un punto di svolta. Si è conclusa la missione che ha portato i carabinieri del Ros nella Repubblica democratica del Congo. I carabinieri hanno ottenuto 40 video relativi ai sopralluoghi effettuati dagli investigatori sui luoghi oggetto di indagine e sulle attività svolte dalle persone arrestate. È stata inoltre consegnata agli inquirenti italiani una copia degli atti di indagine raccolti dalla magistratura congolese.
La missione dei carabinieri
Negli scorsi giorni, i carabinieri del Ros hanno potuto interrogare le cinque persone poste in stato di arresto dalle autorità congolesi.
Questa nuova missione arriva dopo le prime che, effettuate nel periodo immediatamente successivo all’omicidio, avevano ottenuto pochi esiti a causa della scarsa collaborazione degli organi congolesi. Infatti, le reiterate richieste e rogatorie da parte delle autorità italiane erano rimaste inascoltate.
Le indagini
A giugno la giustizia italiana ha aperto un’indagine contro un funzionario congolese del Pam che, stando a quanto riferito, si era occupato della verifica delle misure di sicurezza della spedizione. A gennaio le autorità congolesi avevano annunciato l’arresto dei presunti autori dell'omicidio, presentati come probabili membri del gruppo armato ribelle Balume Bakulu.
Dopo quell’annuncio, a procura di Roma aveva fatto richiesta di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese dagli arrestati per esaminarli e verificare le eventuali responsabilità, sulle quali gravano dubbi riguardo a mandanti, esecutori e movente.
Doveva essere un rapimento
La non immediata collaborazione da parte delle autorità congolesi era stata motivata dal governatore militare del Nord Kivu, il generale Ndima Constant, come un bisogno di più tempo per «investigare su chi ha partecipato all’assassinio», come ha detto in un’intervista rilasciata all’agenzia Nova. Ha anche chiesto «più tempo per scavare ulteriormente in direzione di prove confermate».
Secondo quanto riferito in una conferenza stampa dal comandante provinciale della polizia, Aba van ang Xavier, il nome dell’uomo sospettato di aver sparato a Luca Attanasio è Aspirant. Il comandante riporta che, quando Aspirant ha sparato all’ambasciatore, gli altri membri della banda «si sono molto dispiaciuti» perché le loro intenzioni prevedevano il rapimento del diplomatico per chiedere in cambio un milione di dollari per il rilascio.
La vicenda
L’accaduto risale al 22 febbraio 2021, quando l’ambasciatore Luca Attanasio, 43 anni, è morto dopo essere stato colpito da colpi di arma da fuoco. Attanasio viaggiava su un convoglio del programma alimentare mondiale ed è caduto in un’imboscata a nord di Goma, alla periferia del parco nazionale di Virunga.
Nell’agguato sono morti anche la guardia del corpo italiana dell’ambasciatore, il carabiniere Vittorio Iacovacci, e l’autista congolese del Pam, Mustapha Milambo.
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