Si chiude il lungo capitolo giudiziario del processo per l’omicidio, avvenuto nel luglio 2019, del vicebrigadiere di Somma Vesuviana in servizio a Roma. Nel 2023 la Cassazione aveva annullato la condanna a 24 anni per Elder, mentre per Hjorth era caduta l’accusa di concorso in omicidio. Non commentano i familiari del militare, costituitisi parti civili e presenti all’udienza
Gli sguardi di Finnegan Lee Eder e Gabriel Natale Hjorth sono persi nel vuoto quando la seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Roma pronuncia la sentenza del processo d’appello bis che li vede imputati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto nel 2019. La condanna è di 15 anni e 2 mesi per Elder, accusato di aver materialmente ucciso il carabiniere, e di 11 anni e 4 mesi per Hjorth, accusato di aver aiutato l’amico a nascondere l’arma.
Non commentano i familiari del militare, costituitisi parti civili e presenti all’udienza. Si chiude, così, un lungo capitolo giudiziario le cui tappe sono note.
Le tappe
Nel luglio del 2019 il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega viene ucciso a coltellate a Roma durante una colluttazione nell’ambito di uno scambio legato a questioni di droga. I due americani, Finnegan Lee Eder e Gabriel Natale Hjorth, all’epoca dei fatti 18enni, vengono subito fermati e condannati all’ergastolo nel 2021. In appello la riduzione della pena per il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Poi la Cassazione che, nel 2023, dispone l’appello bis dopo aver annullato per Elder la condanna a 24 anni con rinvio sulle circostanze aggravanti e sulla sussistenza del reato di resistenza a pubblico ufficiale e per Hjorth, condannato a 22 anni, l’accusa di concorso in omicidio.
I fatti
Undici le coltellate che portano alla morte il vicebrigadiere 35enne, di Somma Vesuviana, che lavorava da alcuni anni a Roma presso la stazione dei carabinieri a piazza Farnese. Cerciello Rega si era sposato da poco ed era appena rientrato dal viaggio di nozze.
Poi nella notte a cavallo tra il 25 e 26 luglio 2019 l’“incontro” coi due statunitensi in vacanza che finisce nel peggiore dei modi. Secondo le ricostruzioni Elder avrebbe accoltellato Cerciello, mentre Hjorth lo avrebbe aiutato a nascondere l’arma.
I fatti, sin da subito poco chiari, ruotano attorno a una compravendita mal riuscita di cocaina. Gli americani si rivolgono a Sergio Brugiatelli, 47enne di Roma, per avere gli stupefacenti e poi, insieme, incontrano un terzo uomo, un pusher. L’acquisto della droga non va a buon fine e per questo i ragazzi scappano, per ripicca, con lo zaino di Brugiatelli, il quale si rivolge ai carabinieri.
Nel frattempo lo stesso Brugiatelli viene contattato dai ragazzi che gli propongono di avere di nuovo lo zaino in cambio di soldi e cocaina. Sul luogo dell’incontro con i vacanzieri statunitensi c’è però il vicebrigadiere Cerciello, insieme al collega Andrea Varriale. Entrambi sono in borghese, non hanno con loro le armi di servizio (e proprio per “violata consegna”, in quanto disarmato durante il servizio, Varriale verrà indagato dal tribunale militare).
Inizia una colluttazione, Cerciello Rega viene colpito, i ragazzi scappano e vengono arrestati l’indomani. Nelle ore successive all’arresto fa il giro del mondo la foto di Natale Hjorth ammanettato e bendato, in caserma, durante l’interrogatorio.
Per la gestione della situazione si svolge un altro processo militare in cui un carabiniere viene condannato a due mesi con pensa sospesa per “misura di rigore non consentita”. Ora dopo cinque anni da quella terribile notte d’estate romana è pertanto pronto a concludersi il capitolo finale di questa storia.
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