Tanti chef hanno deciso di seguire in prima persona lo svezzamento dei loro figli: per loro cucinano piatti con preparazioni scondite e assortite in termini di valori nutrizionali, con l’utilizzo di ingredienti freschi e di grande qualità, seguendo sempre i consigli dei pediatri
Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani e in edicola
Cucinare è un gesto d’amore, soprattutto quando a compierlo è un genitore nei confronti dei propri figli. Immaginate, poi, se il genitore in questione fosse uno chef pluristellato, che – abituato a stupire i propri clienti con piatti d’effetto – decide di mettere a disposizione la propria arte culinaria nello studio e nella realizzazione di cibo per lo svezzamento dei propri bimbi.
Rivolgersi a tutti
Enrico Bartolini è lo chef italiano dalle 12 stelle Michelin e padre di quattro figli (l’ultimo nato da pochi mesi), che due anni fa ha realizzato le “pappe stellate”, un progetto nato per soddisfare le esigenze dei più piccoli.
«Il desiderio di far apprezzare ai bimbi ingredienti preziosi rendendoli un gioco di colori. La dimensione ludica del cibo, oltre all’aspetto nutrizionale e gustativo, è molto importante anche per gli adulti, per un bimbo arricchisce sicuramente l’esperienza. I bambini sono un'esperienza. Hanno tutto da scoprire e il confronto con loro è prezioso, è fonte di stimoli. Come teorizzato da Maria Montessori, il bambino è il maestro» spiega chef Bartolini.
Ai suoi figli ha proposto piatti con preparazioni scondite e assortite in termini di valori nutrizionali, con l’utilizzo di ingredienti freschi e di grande qualità, seguendo sempre i consigli dei pediatri.
Per i suoi figli nessun piatto gourmet o ingredienti fuori dai canoni dell’alimentazione dei bambini e sul suo rapporto con loro dice: «Credo sia importante la qualità del tempo più che la quantità. Quando sono con loro, a prescindere da quanto stiamo assieme, condividiamo un tempo di qualità».
Incontro col piccione
Carlo Cracco, lo chef di origine vicentina dal 2018 porta avanti Cracco in Galleria l’ambizioso progetto nel salotto di Milano, l’ex giudice di Masterchef per i suoi quattro figli ha riservato uno svezzamento davvero speciale: «È tradizione, in casa nostra, svezzare tutti al sesto mese con il piccione. È carne rossa però magra, la migliore per i bambini, perché non è pesante, gliel’ho preparato arrosto o bollito, buonissimo».
Non rinunciare
Franco Aliberti, chef di grande successo all’apice della sua carriera ha optato per una decisione drastica, lasciare il lavoro. L’episodio che l’ha spinto verso questa direzione è stato il primo compleanno del figlio Filippo, che ha festeggiato al ristorante, mentre lui era in servizio, un bacio rubato tra una portata e l’altra e una candelina spenta con troppa fretta gli hanno fatto capire che non valeva la pena sacrificare altro tempo da trascorrere in famiglia, nonostante sperasse in un cambiamento del sistema lavorativo in Italia, che non è avvenuto.
Aliberti non ha nessun rimpianto per la scelta fatta e oggi è più felice di prima. Ha preferito avvicinare il suo bimbo al cibo proponendogli quello che mangiavano loro, facendo attenzione ai formati e agli ingredienti con una preferenza verso i vegetali e i legumi. «Mi sono divertito tantissimo a sperimentare consistenze e metodi per mimetizzare alcuni cibi, è stato uno svezzamento naturale senza pappine e frullati, ho sempre voluto che mio figlio potesse mangiare a tavola quello che consumavamo noi».
Aliberti oggi si dedica a realizzare contenuti digitali che possano essere d’ispirazione contro lo spreco alimentare e a suo figlio ha voluto insegnare il valore di quello che c’è dietro a un semplice spaghetto al pomodoro, uno tra i suoi piatti preferiti, con gli spaghetti alle vongole e quelli al pesto.
Prima di partire per le vacanze l’ha coinvolto nella preparazione della passata di pomodoro, hanno cotto i pomodori, li hanno messi nei barattoli e sistemati in dispensa.
La tradizione è per tutti
Felice Sgarra, chef del ristorante Casa Sgarra, una stella Michelin di Trani, in modo del tutto spontaneo ha iniziato a svezzare il suo primogenito Michele con pasta al forno e ragù d’arrosto, tipici piatti della tradizione pugliese. Non ha cucinato per i suoi figli piatti d’importanza gastronomica ma piatti semplici, come la crema di cavolfiore, che lui stesso odiava ma che – con l’occasione – ha iniziato ad apprezzare, e la crema di carciofi con la menta.
I piatti che i figli dello chef Sgarra amano di più mangiare sono gli spaghetti con i pomodorini saltati in padella. «La cucina è dedizione e quando cucino per loro, nel poco tempo a mia disposizione, loro sono felicissimi». La famiglia dello chef Sgarra ha una tradizione contadina che sin da piccolo l’ha portato a conoscere i prodotti della terra e quelli di recupero, oggi ama portare i suoi figli a fare la spesa e in questo periodo li delizia con insalate di verdure stagionali con cipolla rossa di Acquaviva.
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