Quarant’anni fa veniva ucciso a Catania il giornalista e scrittore Pippo Fava da alcuni membri del clan dei Santapaola. Fava era direttore del quotidiano “I Siciliani”, che in pochi mesi aveva pubblicato importanti inchieste di denuncia contro le organizzazioni criminali mafiose che tenevano in scacco la città di Catania e la regione.

A ricordare Fava oggi è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Sono trascorsi quarant'anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo».

«La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria», ha aggiunto il capo dello Stato. «Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L'indipendenza dell'informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio».


Domani ha dedicato a Pippo Fava una serie di articoli nella sezione del Blog mafie, curato da Attilio Bolzoni e Francesco Trotta.

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