L’annuncio è arrivato con un tweet della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Il Mef con una nota ha spiegato come sono divisi i fondi e a cosa servono.
Bruxelles ha inviato i primi 21 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza all’Italia. L’annuncio del pagamento è arrivato con un tweet da parte della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen: «Buone notizie. Complimenti all’Italia».
È la prima tranche di soldi che l’Unione europea verserà all’Italia nell’ambito del Next Generation Eu, definito da Von der Leyen «l’opportunità di una generazione». Molto soddisfatto il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni, che - anche lui tramite un messaggio su Twitter - ha ricordato il raggiungimento degli obiettivi concordati alla fine del 2021.
Ad agosto erano stati erogati 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento. Il più recente pagamento è stato confermato dal ministero dell’Economia che ha sottolineato come il valore complessivo della rata sia di circa 24,1 miliardi di euro, divisi tra una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti pari a 12,6 miliardi. «L’importo effettivamente versato di 21 miliardi di euro (suddivisi tra 10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti) è al netto di una quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, pari al 13 per cento del prefinanziamento ricevuto ad agosto 2021 dall’Italia», viene spiegato in una nota dal ministero.
Cosa rappresenta questo primo versamento ufficiale dei soldi del Pnrr lo ricorda lo stesso Mef nel comunicato: «È un ulteriore passaggio nel percorso di attuazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano». Gli interventi previsti da Roma hanno l’obiettivo finale di risollevare l’economia del paese dopo la crisi causata dalla pandemia agendo su diverse traiettorie: «Accelerare la transizione ecologica e digitale, rafforzare il sistema produttivo, modernizzare la pubblica amministrazione, ridurre i tempi della giustizia e accrescere la dotazione di infrastrutture dell’Italia».
Il via libera di Bruxelles era arrivato lo scorso 28 febbraio ma doveva aspettare l’approvazione degli altri stati membri. La Commissione aveva giudicato idoneo il lavoro della autorità italiane che avevano fornito «prove dettagliate ed esaurienti che dimostrano il soddisfacente raggiungimento dei 51 obiettivi».
Nella nota del “governo” europeo veniva sottolineato che «le tappe fondamentali e gli obiettivi raggiunti dimostrano progressi significativi nell’attuazione del piano italiano per la ripresa e la resilienza e il suo ampio programma di riforme: la riforma della giustizia civile e penale e del quadro fallimentare, l’aumento della capacità amministrativa e la semplificazione del sistema degli appalti pubblici contribuiranno a rafforzare il contesto imprenditoriale e l’efficacia della pubblica amministrazione».
Entro fine giugno Roma deve riuscire a raggiungere i 45 obiettivi proposti nel Piano e nel giro di cinque anni deve realizzare tutti gli interventi previsti. La cifra totale dei finanziamenti europei è di 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono poco più di 30 miliardi attraverso il Piano complementare finanziato direttamente dallo stato.
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