Lo scorso gennaio aveva fatto scena muta, ma questa volta ha risposto alle domande dei pubblici ministeri della procura di Biella respingendo le accuse e indicando in un altro il responsabile del colpo. Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia sospeso dal partito, ha raccontato la sua versione dei fatti sulla notte di Capodanno.

Il 31 dicembre durante i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno Pozzolo si era presentato armato e dalla sua pistola era partito il colpo che aveva ferito Luca Campana, il genero di Pablo Morello, capo della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove.

Dalla ricostruzione è emerso che la pistola era tra le sue mani, una ricostruzione che si basa sulle testimonianze e anche sulla perizia balistica depositata dalla procura. La difesa ha risposto presentando una consulenza balistica, un’altra biologica, ma anche le conversazioni tra l’indagato e la moglie nella notte del capodanno, sulla traiettoria del colpo e altri rilievi critici si è aperto uno scontro acceso tra i periti della procura e di Pozzolo. 

Fin dall’inizio il deputato, mai espulso da Fratelli d’Italia e fortemente voluto da Delmastro in lista, ha sempre respinto ogni addebito, ma è stato indicato come responsabile dalle testimonianze e dalla perizia, ma ora anche davanti alla procura ha messo nero su bianco la sua verità.

Erano stati i Ris, nelle relazioni tecniche di tipo biologico e dattiloscopico, a indicare: «Assetti genotipici di tipo misto riconducibili verosimilmente ad almeno tre individui, dai prelievi (grilletto e leva del cane) e (superficie zigrinata dell’albero del tamburo) dai quali non è possibile estrapolare alcun profilo di un evidente contributore maggioritario; gli stessi, tuttavia, sono utili per confronti diretti con campioni biologici di certa riferibilità».

I tre dna dovrebbe essere di Pozzolo, ma anche di Morello e del figlio che avevano toccato la pistola per rimuoverla, la difesa, però, punta tutto sulla zona di ritrovamento del Dna, il grilletto, supponendo che a sparare sia stato un altro.

Chi ha sparato

Pozzolo, durante l’interrogatorio, ha scaricato la responsabilità su un altro presente, Pablo Morello, il capo della scorta di Delmastro, poco distante al momento dello sparo. Morello, però, ha già raccontato la sua versione ed era coincidente con quella degli altri testimoni: la pistola era nelle mani di Pozzolo. 

Il reato di lesioni potrebbe trovare una rapida risoluzione con il risarcimento della vittima, anche se ora Pozzolo prova a riaprire questa partita, ma sugli altri reati a rispondere c’è solo il deputato meloniano, in particolare quello che più preoccupa l’amico di Delmastro è il porto abusivo d’arma da fuoco. 

© Riproduzione riservata